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[Recensione] Rosso da camera (parola carnale, parola sensuale) di AA.VV.

Creato il 09 aprile 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

TRosso da camera (parola carnale, parola sensuale)itolo: Rosso da Camera (parola carnale, parola sensuale)
Editore: Giulio Perrone editore
Collana: Incontri Poetici
Autore: AA.VV
A cura di: Letizia Leone
Num. pagine: 160
Anno: 2012
ISBN: 9788860042408
Prezzo: 15,00 €
Voto: [Recensione] Rosso da camera (parola carnale, parola sensuale) di AA.VV.

 

Contenuto: La relazione fra erotismo e poesia è così profonda da poter dire, senza retorica, che l’erotismo è una poetica corporale e la poesia un’erotica verbale [Octavio Paz].
Mettersi sulle tracce di una scrittura erotica significa individuare il cammino della coscienza verso la consapevolezza della propria presenza corporale nel mondo [Letizia Leone].

L’antologia, tra gli altri, raccoglie contributi di Tomaso Binga, Iolanda Insana, Dacia Maraini, Serena Maffia, Cetta Petrollo, Gabriella Sica, Patrizia Valduga.  Recensione: Il bene e il bello si manifestano, prima che nella mente, davanti ai nostri occhi, in una sorta di parusia. In primo luogo costituiscono un’apparenza sensibile della quale fare esperienza. A volerli rappresentare si disegnano in un quadro astratto che tuttavia pullula di realtà sensibile. La stessa cosa vale (o vale soprattutto) per ciò che riguarda la dimensione dell’eros, indissolubilmente legata a essi, come denuncia in parte il significato della parola greca καλός (kalòs). Insommatanto il bene quanto la bellezza salveranno il mondo, si dice, sempre che attraverso il desiderio (eros),  a essi si tenda.

È questa lampante verità che emerge nella raccolta, dove l’erotismo è chiamato a esprimere una forma dell’assoluto che alberga nella realtà concreta e palpabile, riassumendola in blocco. Avversare ciò che concerne l’eros per bigottismo o puritanesimo è una zappa data sui piedi. Come si affronterà mai quello che verrà dopo l’esistenza terrena, sempre che un dopo ci sia, e sempre che la vita attuale sia anticipazione di una prossima?

L’erotismo, il rapporto amoroso, esprimono di per sé un viaggio grazie al quale si intravede l’indicibile. A condizione che si aprano gli occhi e si presti la dovuta attenzione a ciò che accade. È una sorta di lettura, ecco, di sé e dell’altro prossimi a uno scambio. La lettura può essere superficiale, solo un contatto pelle a pelle ovvero profonda, tra le pieghe.

Le poesie qui raccolte parlano  della bellezza di cui l’eros (il desiderio) fa uso: non per consumarla ma per lasciarsi trascinare. Parlano inoltre di una dimensione interpersonale nella quale è d’obbligo rivolgersi a un TU. Se si è fortunati si instaura un dialogo, perché qualcuno risponde, se non lo si è, il componimento si fa invettiva disperata, o diviene monologo triste. Finché non avviene l’incontro, l’occasione di un dialogo perfetto, si vola su cieli diversi, ciascuno chiuso nel limite del suo corpo, paradossalmente distanti quando non lo si direbbe nei fatti.

L’amore è lì: diventa poesia e racconto laddove ci si fa portatori di una verità da accogliere,  una sorta di iniziazione per chi l’ha vissuta o anche solo ascoltata. Questo accade un po’ a chi legge gli stessi componimenti, partecipando a suo modo a qualcosa di sacro, come nel caso di Lucio, il protagonista delle Metamorfosi (o l’Asino d’oro) di Apuleio, che ascolta rapito il lungo intermezzo che è la storia di Amore e Psiche.

Va da sé che vi è sempre un binomio da cui discende un equilibrio fatto dei segnali del corpo che giungono alla mente, e dalla mente che dialoga con il corpo, traducendosi in scoperta, in conoscenza. Lo stesso linguaggio biblico e l’uso del verbo conoscere in taluni contesti non lascia dubbi: poesia ed erotismo diventano testimonianza dei sensi, di un conoscere fisico tradotto in pensiero. Si tratta di una conoscenza che parte dai sensi e procede oltre, verso una dimensione estetica ed estatica insieme. L’erotismo è il massimo della conoscenza, più della scienza, più della filosofia; ci si immerge in un segreto altrimenti inviolabile.

Non tutto è rosa e fiori, anzi.

Nel percorso  l’eros si fa in primo luogo sofferenza, diventa inquietudine, turbamento, consapevolezza di una mancanza. E soprattutto soffre dinanzi alle barriere più inverosimili che il viaggio presenta a ogni passo: derivanti dalla società, dall’etica, dal matrimonio, o dall’appartenenza a un sesso piuttosto che a un altro. L’eros è un viaggio che imita l’eternità, anche se attraverso un tempo breve, e tale da assumere qua e là tinte drammatiche se non tragiche. Perché ci si tiene stretti per condividere un destino, esorcizzando quello avverso che porta alla separazione, assai simile alla morte (Θάνατος, thanatos).

È questo, in conclusione, il respiro che si inala nei testi raccolti, che dà un metro al genere, scansando quello che con esso non c’entra, o c’entra poco.


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