Le lezioni stanno per ricominciare e a Scarlett la cosa non dispiace. Potrà riabbracciare le amiche e mettere fine alle vacanze, che per lei sono state caratterizzate dalla mancanza: Mikael, il suo ragazzo, se n’è dovuto andare per adempiere al proprio compito di Guardiano e ristabilire l’equilibrio tra il mondo degli umani e quello dei Demoni. Durante la festa di fine estate, una ragazza viene trovata morta nella propria tenda, inspiegabilmente vittima di un annegamento. Un Demone antico e potente sembra essersi risvegliato dalle acque e, senza Mikael ad aiutarla, Scarlett può contare solo su Vincent, l’affascinante Mezzo Demone della Vendetta. Ma può davvero fidarsi di lui? E a quale prezzo? Quando Mikael torna, Scarlett gli deve più di una spiegazione, e mentre lui combatte contro il Demone per proteggere gli umani, lei deve lottare per salvare il suo amore.
Titolo: Scarlett.Il bacio del demone
Autore: Barbara Baraldi
Edito da: Mondadori
Collana: Shout
Pagine: 307
Prezzo: 16.00 euro
Edizione: Brossura
Voto:
Scarlett.Il bacio del demone. Un titolo di per sé già un po’ ridondante quello del libro di cui sto per parlarvi che, mi duole premetterlo, non mi è piaciuto per niente. Sono dispiaciuta per l’autrice –che è comunque una scrittrice affermata e che di certo non baderà ad una goccia d’olio nel mare di lodi che riscuote- ma il mio lavoro, talvolta ingrato, mi obbliga ad una completa trasparenza.
Premetto anche di non aver letto il primo episodio (Scarlett.Il bacio del demone è infatti il seguito di Scarlett) e che questo è il primo libro dell’autrice di cui affronto la lettura. Non ho una conoscenza diretta della vena noir della Baraldi (per cui ha vinto anche alcuni premi) ma la prova nell’Urban Fantasy mi ha lasciato molto delusa.
Riassumiamo sommariamente la trama: Scarlett, sedicenne trasferitasi a Siena che nel primo volume si è innamorata del demone Mikael e che da questo è stata improvvisamente separata (non dico il motivo per non fare spoiler), si trova adesso, lontano dal suo amore, a fare i conti con la “mancanza” –questo l’aggettivo usato dalla Baraldi nei primissimi capitoli- e con la vita comune di tutte le adolescenti. A sconvolgerne il ritmo monotono e nostalgico è l’improvviso interesse del Mezzo Demone Vincent nei suoi confronti, interesse che la turba per un duplice motivo: il legame con Mikaelche ne risulta compromesso (anche se poi, ovviamente, alla fine si risolve tutto in un happy ending) e il fatto che il nuovo corteggiatore sia il partner di una delle sue più care amiche, Ofelia, anche lei creatura paranormale col vizietto di trasformarsi in pantera. Nel frattempo, un terribile mostro ha seminato una vittima e sembra (ma sì, tanto resta solo una sensazione!) che ce ne saranno altre…
Se non è possibile evincere le somiglianze con Twilight da questo poche righe, il lettore di Scarlett.Il bacio del demone sarà in grado di rintracciarle durante il corso del romanzo almeno due volte su tre. Non tanto nella trama di questo secondo episodio (il triangolo amoroso per esempio) quanto in alcuni particolari della relazione tra Scarlett e Mikael:
- Lui è un bellissimo, fortissimo e fighissimo demone (canta persino in un gruppo musicale rock… il motivo per cui un demone dovrebbe fare una cosa del genere mi è ignoto, ma ripeto che non ho letto il primo Scarlett… magari è una copertura assolutamente top secret) e lei è una normalissima e banalissima (?) ragazzina che si sente indegna delle sue attenzioni. Lui è troppo per lei e lei è troppo per lui. Insomma, la solita tiritera;
- La tensione sessuale, come insegna mamma Meyer, deve essere assolutamente controllata. Come dice Mikael, “Non sei ancora pronta per questo Scarlett, lo sento. […] E forse nemmeno io sono pronto. La parte più oscura di me potrebbe travolgere entrambi”. Non vi nascondo che in questo punto sono scoppiata a ridere;
- Se Edward suona il piano da bravo e anziano vampiro di cento e più anni e compone una ninna nanna per Bella, il nostro Mikael, demone di ultima generazione con il rock neomelodico nelle vene, scrive una romanticissima canzone per la sua Scarlett (con tanto di I will always love you finale, perché sì, è così, il loro amore durerà per tutta la vita… e probabilmente la saga si concluderà effettivamente in questo modo);
- Una piccola ispirazione da Moccia, invece, viene nel momento in cui i due innamorati decidono, alla fine, di farsi un tatuaggio, simbolo del loro amore eterno e della loro unione.
Ne potrei trovare a decine di queste analogie, ma sarebbe un lavoro lungo e noioso da leggere.
Le somiglianze con un modello ormai ampiamente surclassato come quello di Twilight, però, non sono gli unici difetti del libro. Scarlett.Il bacio del demone presenta un quantitativo impressionante di frasi fatte, scene già viste e stereotipi imbarazzanti.
L’approfondimento psicologico, che dovrebbe consistere nel dolore di Scarlett dopo la separazione da Mikael, risulta in realtà superficiale, salvo un paio di scene -in particolare quella in cui Scarlett conta i secondi sotto la pioggia- che lasciano intuire qualcosina in più. I personaggi sono figurine di carta che non escono dal loro involucro e dal contenitore dentro cui l’autrice li ha rinchiusi. Marco, il fratello minore di Scarlett, è il “piccolino”, il “ragnetto”, l’adorabile bimbo di casa. La madre è, ovviamente, la solita donna autoritaria e un po’ isterica, le amiche sono sapientemente suddivise ne l’ “eterna fidanzata”, “la verginella che aspetta il principe azzurro” e “quella facile che lo fa un po’ con chi capita… ma per amore, sia ben inteso”. Vincent è il bello e dannato, questo lo avrete capito. Scarlett è l’eroina perfetta (e anche se commette degli errori inspiegabilmente risulta sempre perfetta), bella (ma andrebbe contro il topos del genere ammetterlo), amata da tutti e suprema consigliera delle amiche, cui elargisce un milione di suggerimenti che sembrano pescati dal Manuale di sopravvivenza per adolescenti in crisi. Sì perché Scarlett parla così, come un manuale, o forse è meglio dire come una marionetta guidata dall’autrice, risultando artificiosa e per niente naturale.
La narrazione si snoda in modo del tutto cinematografico, con scene che possono essere sì carine, ma che peccano di scarsa originalità. Le parti più riuscite del romanzo sono quelle in cui è presente l’elemento thriller, il vero campo della Baraldi. Le pagine dello scontro con il demone Rwyn –che uccide attraverso i sogni, come ho detto nulla di originale- restituiscono un po’ di azione alla trama quasi sempre piatta, ma il loro numero esiguo non riscatta il romanzo. Alla parte viva del libro viene infatti lasciato poco spazio e anche in questo caso, sebbene si scorga il talento della Baraldi nel campo noir, l’originalità viene meno sfociando in soluzioni semplicistiche e scontate. Mi riferisco, per esempio, alla scene stile Psycho di cui è protagonista il piccolo Marco: lo stesso riferimento al film di Hitchcock fa capire che non si tratta di nulla di nuovo, nonostante possano, forse, risultare d’impatto.
Il Bacio del demone sembra, per questi motivi, un libro già letto, classificabile nell’odiosa etichetta di “commerciale”. L’impressione che si ha è infatti quella di un romanzetto che cavalca l’onda del paranormal-urban fantasy ricalcandone tenacemente i cliché. Giustificazione che ho letto un po’ in giro per il web è che la saga di Scarlett sia indirizzata ad un pubblico molto giovane. Mi verrebbe da aggiungere, però, “giovane, ma non stupido”. Il fatto che possa essere apprezzato dalle ragazzine non esclude, secondo la mia modesta opinione, che le stesse ragazzine non si accorgano della somiglianza con altri libri o con situazioni già conosciute.
E’ apprezzabile che Scarlett sia una protagonista che prende l’iniziativa e che sia lei, al contrario della nostra Bella, a salvare il suo ragazzo –parte finale del romanzo che comunque si risolve piuttosto velocemente-. Lo stile della Baraldi è lineare, poetico in certi tratti, con una propensione per le frasi a effetto alla fine del capitolo. E’ appunto la proprietà del linguaggio che mi spinge a far lievitare il voto di mezza stellina, ma, seppur a malincuore, Scarlett.Il bacio del demone è, per me, nettamente bocciato.
Barbara Baraldi ha lavorato come fotografa e modella nell’ambiente
alternativo, ma la sua passione è raccontare Storie. Tra il 2006 e il 2009 vince alcuni premi letterari, tra cui il prestigioso “Gran giallo città di Cattolica”, guadagnandosi l’appellativo di Dark Lady della letteratura italiana. Tra le sue pubblicazioni: Il dittico di Amelia (Perdisa, 2007, 2009), pubblicato con Luigi Bernardi, fondatore con Carlo Lucarelli di Einaudi Stile Libero Noir, La bambola di cristallo (Mondadori, 2008) Lullaby (Castelvecchi, 2010). Scarlett è la sua prima serie destinata a un pubblico young adult (Mondadori 2010).