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[Recensione] Scritture aliene (Albo 6) di AA. VV.

Creato il 12 marzo 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Scritture aliene (Albo 6) di AA. VV.Titolo: Scritture aliene (Albo 6)
Autori: Luigi Milani, Simone Messeri, Livin Derevel, Samanta Giambarresi, Paola B. Rossini
Editore: Diversa sintonia
ISBN: 9788896086513
Numero pagine: 136
Prezzo: € 3,00
Voto: [Recensione] Scritture aliene (Albo 6) di AA. VV.

Trame:
Il volo del funambolo: Il mago Houdini è stato un collaudatore di nuove armi?
Enne potere: Una giovane sensitiva riuscirà a fermare la terza guerra mondiale?
Mutagenesi: Su un pianeta sommerso e allagato, nuovi uomini pesce soppianteranno l’umanità?
Le sei colonne: Chi divorava bambini innocenti in un convento siciliano di fine ‘600? Alieni o vampiri?
Olio scarlatto: Cinque ragazzotti riusciranno a sfuggire alle grinfie di una terribile lamia giostraia?

Recensioni:
Il volo del funambolo: Guardare all’indietro e raccontare aneddoti e storie di anni o secoli passati è sempre affascinante, e le storie dei nonni hanno sempre una grande presa sui nipoti abituati ad uno stacco generazionale tanto ampio che sembra loro di assistere ad un film, a cose che apparirebbero impossibili se non fossero documentate dai libri di storia. E sempre c’è lo spettro della guerra, di uno scontro sempre più pericoloso con il progredire delle tecnologie, un monito silenzioso: se le bombe atomiche degli anni Quaranta hanno creato una tale devastazione, che cosa realmente si potrebbe scatenare con un conflitto all’avanguardia del progresso, in cui le armi sarebbero potenzialmente in grado di spazzare via in un colpo solo l’intera umanità?

Enne potere: Di nuovo uno scenario di guerra e distruzione, ma stavolta dal punto di vista delle vittime, dei civili che vedono le loro vite e il loro futuro spazzati via dalle azioni dei potenti che fanno solo i loro interessi, preoccupandosi esclusivamente della loro egemonia su quante più nazioni possibile. Chi dirige la guerra pensa a confini, armamenti e territori, non a chi li abita, a chi ha affetti e famiglia, né a cosa effettivamente provocano centinaia e migliaia di morti. Non sono numeri, ogni caduto ha una storia e qualcuno che lo piange fino a consumarsi nella disperazione; la figura della sensitiva Pax, che riesce a trasmettere tutte queste sofferenze ai due capi del mondo facendoli incontrare e mettendoli di fronte al dolore che hanno provocato, troneggia tra le macerie di un mondo distrutto e riesce, con la sua umanità mutilata, a porre fine alla Terza guerra mondiale.

Mutagenesi: Uno spaccato di vita quotidiana in un mondo allagato che cerca di darsi una parvenza di normalità su piattaforme che riecheggiano la terra ormai rimasta solo nel ricordo. Due ragazzi appartenenti a specie diverse, il cui rapporto è malvisto dalla società, costretti a mille piccoli sotterfugi per poter essere semplicemente se stessi. La malinconica dolcezza di questo racconto mi ha particolarmente colpito non solo perché purtroppo so come ci si sente a doversi sempre nascondere fingendo di non vedere gli sguardi di disapprovazione che pungono come spilli avvelenati, ma anche per come i personaggi si presentano al lettore: sono descritti così bene, sia fisicamente che in rapporto con il mondo circostante, che girovagando per la strada mi sono perso a fantasticare su di loro, su un finale lasciato armoniosamente in sospeso, e non mi sarei stupito di incontrarli girando qualche angolo.

Le sei colonne: Qui ero partito un po’ perplesso, chiedendomi come fosse possibile raccontare la fantascienza ambientando la storia in un monastero e per giunta nel Seicento. La sensazione di straniamento però si è dissolta subito, davanti alla differenza dei frati protagonisti, così diversi dai severi monaci che ho incontrato in tante letture classiciste; ad un certo punto sono proprio partito a ridere di gusto per la brevissima e scherzosa scena sotterranea in cui uno dei due si dichiara all’altro, e un po’ mi è dispiaciuto che quel paio di righe non fosse trattato meglio più avanti. Ma nel complesso anche questa storia è stata gradevole, inquietante e misteriosa, e lo sfondo pittoresco dell’Etna nella sua pericolosa maestosità dà rilievo all’intera storia rendendola, per un istante, tremendamente verosimile.

Olio scarlatto: Da bravo giostraio acquisito ho subito drizzato le orecchie trovandomi a leggere di un luna park, dal momento che è difficile imbattersi in racconti sull’argomento; ma la cosa più intrigante di questo racconto è stato il personaggio oscuro di Artemisia, proprietaria della Casa degli orrori, dal momento che ho conosciuto una ragazza incredibilmente simile a lei. Qui più che di fantascienza ho avuto l’impressione di leggere un horror, complice anche la giostra in cui si svolge la narrazione, e ricordandomi dei complicati ingranaggi che mi è capitato di dover mettere in funzione al momento di montare qualche giostra ammetto che mi sia venuto qualche brivido, immaginando come sarebbe stato se avessi letto all’epoca questa storia.

Riflessioni finali:
Quest’albo mi è piaciuto più del precedente a livello di organizzazione delle storie: si tratta di racconti di qualità, con un gioiello incastonato esattamente nel mezzo, sapientemente disposti in modo da mantenere sempre viva l’attenzione del lettore; inoltre, rispetto al primo, l’editing presenta una cura decisamente migliorata per quanto riguarda la divisione in sillabe. Tuttavia, proprio nell’editing ho incontrato qualche imperfezione che ha reso meno scorrevole la lettura: al di là di qualche innocuo errore di battitura, mi sono chiesto perché alcune frasi e quasi tutte le È accentate siano misteriosamente in grassetto. Residui di correzioni?
A parte questo, lo stile degli albi è più curato, non c’è stato l’abisso stilistico che ho incontrato nel terzo e che ha penalizzato alcuni autori e fatto perdere punti di media ad altri, e nel complesso è stata una bella lettura di qualità che spero di poter ripetere quanto prima.


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