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Recensione "Sei il mio buio sei la mia luce" di J.A. Redmerski

Da Glinda
Carissimi sognalettori, vi avevo già parlato di "Sei il mio buio sei la mia luce", libro spin-off della serie "The edge of never" di J.A. Redmerski ("Il confine di un attimo", qui la mia recensione."Il confine dell'eternità", qui la recensione). Pur avendolo letto ad Agosto, riesco solo ora a recensirlo per voi. Buona lettura e non odiatemi se avete apprezzato questo libro, perché per me non è stato così!
Data di pubblicazione: 27 agosto 2014 Titolo: Sei il mio buio e la mia luceAutrice: J.A. RedmerskiPrezzo cartaceo: 12,90 €Prezzo ebook: 6,99 €Editore: Fabbri 
Pagine: 465 Il mio voto:
Si può amare tanto da sentirsi mancare il fiato? Tanto da perdersi, da piangere, da urlare? Si può amare troppo? Elias e Bray sono fatti l’uno per l’altra, da sempre. Sono le metà perfette di una meravigliosa unità.
Il loro amore è sbocciato una calda sera d’estate, quando erano solo due bambini, in un prato illuminato da centinaia di lucciole.
Crescendo, però, la paura di soccombere a un rapporto così intenso, così esclusivo da essere quasi insopportabile, li ha allontanati l’uno dall’altra. Finché Bray non si rende conto che Elias è l’unico legame vero della sua vita, l’unica persona che può salvarla dagli abissi in cui sta per sprofondare, e decide di tornare.
Di tornare da lui che, nonostante tutto, non l’ha mai dimenticata. Le cose sono finalmente perfette e la passione che hanno cercato di soffocare in tutti i modi può finalmente vivere di nuovo... Almeno fino a quando una notte fatale non cambia tutto. Bray commette un terribile errore dalle conseguenze drammatiche: potrebbe essere accusata della morte di una ragazza. Il sogno d’amore di Bray ed Elias rischia di andare in frantumi, e i due ragazzi decidono di fuggire. Insieme. Inizia così un’avventura on the road in cui il rischio di perdersi tra alcool, droghe e incontri sbagliati è forse più grande del pericolo da cui stanno scappando. Sono due anime in fuga. Dal passato, da se stessi, dal destino. L’unico rifugio è il loro amore, quell’amore oscuro che li può salvare o perdere.


La mia recensione

Vedevo Bray in chiunque e in ogni cosa. Persino in Aline: solo dopo un po’ di tempo mi accorsi di quanto si assomigliavano. È patetico, ma l’amore non è tutto rose e fiori e farfalle che svolazzano nello stomaco. Può anche essere crudele e doloroso. Da "Sei il mio buio sei la mia luce"

Sapete, a volte mi capita di voler indulgere in letture autoconclusive e romantiche che sappiamo commuovere. Era questo che cercavo quando ho iniziato a leggere "Sei il mio buio sei la mia luce", romanzo autoconclusivo di genere contemporary romance per New Adult di J.A. Redmerski. Ricordando le belle emozioni che mi aveva trasmesso il primo romanzo di questa autrice in cui mi sono imbattuta "Il confine di un attimo", ho sperato di poter ritrovare le particolarità che mi aveva fatto innamorare del suo stile in passato. Ma, purtroppo, non è stato proprio così. 
I due protagonisti del romanzo, Elias e Bray, non hanno saputo toccare le corde del mio cuore come auspicavo. La storia, molto drammatica e dark, mi è apparsa forzata e poco convincente, troppo debole per potermi far dimenticare tutto il resto. Nonostante il romanticismo non sia mancato, la passione sia stata sempre alle stelle e la penna della Redmerski sia stata in grado di farmi brillare gli occhi in diversi passaggi, il risultato finale non mi ha soddisfatta.  Mi chiedo che fine abbia fatto quella verve che mi aveva legata alle pagine di "Il confine di un attimo". 
In ogni caso, come sempre, non sconsiglio la lettura di questo romanzo. So che in molti ne sono stati positivamente impressionati e sono certa che possa piacere. In linea di massima se siete alla ricerca di una storia sexy e drammatica, questa potrebbe fare al caso vostro. Ma mi sento di  sottolineare che non si tratta di una lettura semplice, e che, per questo motivo, non è adatta alle menti più fragili e ai più giovani. In particolare per la reiterata presenza di riferimenti a uno stile di vita dissoluto e discutibile. 
Ognuno ha le sue fisse, i suoi difetti e i suoi segreti inconfessabili. Siamo tutti più o meno incasinati, che lo ammettiamo con noi stessi oppure no. E mi piace credere che non sia necessario dare un’etichetta a ogni problema e difficoltà con cui dobbiamo fare i conti nel corso della nostra vita. Da "Sei il mio buio sei la mia luce"

Amici sin da quando hanno memoria, Bray e Elias sono cresciuti praticamente assieme. Hanno pianto e riso tenendosi per mano, vissuto esperienze condivise, collezionato ricordi e prime volte. Sono stati complici dall'infanzia all'età adulta, diventando amici fraterni per poi scoprirsi anime gemelle. Ma, proprio quando i due si sono concessi la tanto agognata e temuta opportunità di diventare più che amici e tutto sembrava andare per il verso giusto, Bray è fuggita lasciadosi alle spalle il cuore spezzato di Elias. Ora, dopo cinque anni di silenzio e assenza, Bray decide di tornare nell'unico posto in cui si sente a casa: tra le braccia di Elias. Così ha inizio la loro relazione, che si rivelerà essere più oscura e pericolosa di quello che entrambi avevano immaginato.
Sono molte le ombre che costellano la loro storia. Troppe, forse. Dopo i primi capitoli, in cui la Redmerski slitta in avanti nelle vite dei due, facendo trascorrere più di dieci anni in una manciata di pagine, la magia iniziale del romanzo svanisce. Al suo posto un'atmosfera claustrofobica e soffocante quanto il loro rapporto: entrambi hanno così tanti demoni con cui combattere, da rendere impossibile immaginarsi una coppia più distruttiva di questa.  
Perdutamente innamorati l'uno dell'altra e incuranti del male che si infliggono a vicenda, Bray ed Elias si lanciano a capofitto nella loro relazione fatta di serate piene di droga, alcol e sesso. Sono l'uno la malattia e la cura dell'altro, pronti ad affrontare tutto assieme. Ecco perché non stupisce che, quando Bray commette l'errore più grave della sua vita, Elias decide di fuggure con lei. Ancora loro due, assieme. Sulla strada, contro la legge, contro il destino, contro tutto quello che li vorrà separare.
Bray alla fine cedette e con uno scatto mi abbracciò. Mi abbandonai a lei, nutrendomi della sua vita. Quella vita che avevamo condiviso. Era sempre stato così e sapevamo entrambi che da quel giorno lo sarebbe stato per sempre. Anche se farlo ci avesse ucciso. Da "Sei il mio buio sei la mia luce"

Sono stata confusa da questo libro e messa alla prova dai comportamenti distruttivi dei due protagonisti. Pur essendo consapevole che si tratti di una storia e nient'altro, è difficile non farsi trascinare dalle dinamiche di ciò che si legge, così come è impossibile non provare emozioni per i personaggi che si incontrano. E io proprio non sono riuscita a non nutrire astio nei confronti di Bray ed Elias. Lei è quasi come una nube velenosa che affligge chiunque le si avvicini con pessimismo e tristezza. Pur essendo consapevole di avere problemi reali che potrebbero essere curati e risolti, indugia nel suo stato mentale devastato dandosi ogni tipo di giustificazione per le proprie scelte malate. Non riesco ancora a comprendere se la Redmerski abbia fallito nel caratterizzarla oppure no. La verità è che se il suo fine ultimo era quello di fare di Bray un personaggio tragico le cui scelte fossero comprensibili e giustificabili, ha sbagliato tutto. Ma se l'intento dell'autrice era quello di dar vita a una ragazza detestabile e capace di far nascere nel lettore moti di sconforto e depressione, allora ci è perfettamente riuscita. Raramente mi sono trovata a provare sensazioni così forti per una protagonista, ma in questo caso avrei davvero voluto strappare le pagine in cui la sua indole aveva la meglio su ogni sorta di razionalità, buonsenso, rispetto personale. E, ovviamente, su Elias. Sempre su Elias. Perché, e lasciate che io sia cattiva, in questo caso sono certa che la Redmerski abbia toppato nella sua caratterizzazione. Passivo, arrendevole e debole, Elias mi ha dato sui nervi ancora più di Bray. Pur trovando dolcissimi i suoi sentimenti per lei, non è possibile comprendere l'abnegazione che nutre nei confronti di Bray, così cieca e sconsiderata da abbandonare la via della ragione per seguire quella della sua follia.

Ci avevamo messo diciassette anni a trovarci davvero, e ora che eravamo finalmente insieme nessuno avrebbe potuto separarci. Da "Sei il mio buio sei la mia luce"

Mi è oscuro il motivo che possa aver spinto la Redmerski a scrivere di questi due protagonisti così feriti e difficili, le cui voci hanno riempito di amarezza pagina dopo pagina. Curioso che il titolo italiano  di questo romanzo sia "Sei il mio buio sei la mia luce", quando in verità di luce tra le sue righe ce ne sia ben poca. Le vicende che coinvolgono Bray e Elias sono al limite del disturbante e hanno messo la prova spesso la mia sopportazione. Non solo per la leggerezza con cui si parla di abuso di droghe e alcool, quasi fosse una cosa normale tra i ventenni ridursi a dei vegetali ogni sera, ma per il senso di opprimente ineluttabilità che si respira per tutto il libro. Come se non ci fosse e non ci sarà mai una via d'uscita per i protagonisti, come se tutto sia destinato comunque ad andare per il peggio. Ora, dico io, va bene il dramma, ma perché dovrei voler leggere un romanzo che mi toglie la voglia di vivere? Vi sembrerà esagerato, ma in alcuni momenti è successo. Mi sono vista costretta a prendermi una pausa dal dolore e dalla depressione di Bray ed Elias, per non rischiare un crollo emotivo. In alcuni momenti ero così frustrata che avrei schiaffeggiato il romanzo, credetemi.Nonostante le scene romantiche e alcuni tratti narrativi davvero belli, come dovreste aver capito, non sono entrata in sintonia con quest'opera della Redmerski. Oltre a disapprovare i protagonisti principali, ho detestato le comparse e i personaggi secondari: sciocchi, dissoluti e promiscui. Nemmeno il cameo di Camryn e Andrew ha potuto risollevare le sorti di questo libro, che sul finale ha dato il peggio di sé. Ci sono state così tante forzature da spingermi a scoppiare in una risata isterica e a chiedermi più volte perché mi stessi ostinando a portare avanti quella lettura. L'epilogo, del tutto decontestualizzato, mi ha fatto chiedere se l'autrice non avesse scritto il libro sotto l'effetto di narcotici.

Verdetto: non il mio genere



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