Dopo Manhattan Love Story anche Selfie ci saluta, cattiva ABC, cattiva! Proprio ora che lo show stava cominciando a ingranare (e per chi ancora dubitava che gli autori seguissero le nostre recensioni: coff coff, il ritorno di CollegaFigo, coffcoff).
Così, mentre a Catania ci si angosciava per, nell’ordine, tromba d’aria, alluvione, ciclone, nella mia camera si levavano i lamenti contro la dura sorte delle comedy di quest’anno. Peggio di Highlander, ovvero: non ne resterà neanche una.
Ma veniamo agli episodi, il primo secondo me un po’ inutile (tranne che per l’opportunità di vedere Karen Gillan con una tutina peluche da unicorno) e il secondo rivelatorio… del desiderio degli autori di allungare il brodo. E fu così che vennero segati.
Nel primo episodio, vediamo Henry ancora una volta succube del suo lavoro, totalmente dedito al successo. Qualcuno ha criticato il presunto messaggio dell’episodio che il duro lavoro non paga quanto l’essere socialmente spigliato ma mi sembra evidente che ad aver fruttato a Henry la promozione sia stato proprio il suo impegno costante. Penso invece che l’averlo tenuto sulla corda finché non si è rivelato meglio per quello che è, permettendo al suo capo e alla sua famiglia di conoscerlo, sia un modo (completamente folle ma, andiamo, è Selfie!) per lavorare sul rapporto di fiducia a cui Saperstein (il boss) sembra tenere tanto, come dimostra il suo continuo parlare dell’azienda come una grande famiglia. Mi è piaciuto che sempre Saperstein (uno di noi! Li shippa, è evidente) abbia fatto notare a Henry come Eliza gli permetta di far emergere la sua parte più rilassata e a proprio agio, invece del solito impostatissimo ossessivo-compulsivo.
Ho trovato il balletto di Eliza un po’ troppo eccessivo, però è stato divertente notare le varie persone dell’ufficio che man mano si accorgevano di quello che stava succedendo e abbiamo anche avuto la conferma che lì qualcuno oltre Henry si prenda effettivamente il disturbo di lavorare. Ormai mi stava venendo il dubbio.
Comunque, un episodio senz’infamia e senza lode, che ovviamente non poteva risollevare le sorti dello show. E poi perché a Henry serviva un cavallo per spostarsi di meno di dieci metri? Mah! Carina comunque la dichiarazione finale.
I don’t want you to think that I value my job more than I value our friendship, because I swear, its a tie.
Questo sconvolgente romanticismo mi lascia sbalordita!
Ultimo ma non meno importante, Freddy CollegaFigo che riappare per commentare la foto di Eliza ed Henry e dormire (ma dormire-dormire) con lei. Quindi le cose si sono mosse dalla semplice scopamicizia e ora i due dimostrano una certa intimità, non solo fisica.
Anche nel secondo episodio è Eliza a mettersi in cattedra per insegnare a Henry a flirtare. Dopo il fallimento dell’incontro programmato con la barista, però, decide di rivolgersi a Charmonique e al suo fidato amico internet per sistemare il nostro coreano preferito. Ovviamente nessuna candidata la soddisfa, inoltre la preoccupazione (legittima, direi) che Henry non sia capace di concludere neanche con spasimanti servite su un piatto d’argento la porta a piombare a casa di lui e lanciare segnali equivoci mentre cerca di testare le capacità di interazione fisica con una donna di Henry.
Alla fine Eliza e Charmonique finiscono per scegliere come donne ideali le proprie sosia, riempendo un club di una ventina di sassy black woman più una ventina di socialite modaiole. Vanità portami via. Ovviamente Henry si rifiuta di partecipare all’evento ma andando via si imbatte nella sua versione femminile che decide di seguire sul taxi incoraggiato da Eliza-cheerleader nascosta dietro una siepe.
Evidentemente c’è l’intenzione di allungare il percorso di avvicinamento dei nostri protagonisti portandoli a frequentare le loro fotocopie (Eliza che continua a vedere Freddie, cioè la sua versione al maschile, Henry con questo nuovo possibile love interest) per rendersi conto dei propri difetti e di come invece frequentare il proprio opposto sia quello che può farli davvero crescere e rendere persone migliori. Uno sviluppo non originalissimo ma comunque credibile, però l’essersela presa comoda e l’aver insistito un po’ su gag da fratelli Vanzina (il vomito, il cellulare leccato) penso abbia allontanato molti spettatori e la spietatezza del network ha fatto il resto. Riusciremo a vedere un finale? Speriamo bene.
Note sparse:
- i colleghi dell’ufficio hanno cominciato ad avere un po’ di spazio ricorrente, chi più chi meno, qua e là si cominciano a vedere anche accenni di caratterizzazioni;
- Henry legge Philip Roth. Non mi aspettavo niente di diverso da lui.
- Charmonique ha l’incontrollabile impulso di bloccare il flirtare altrui. Date un po’ di meritata felicità a questa donna, lo sappiamo che è forte e regge qualunque difficoltà ma insomma! Esigo che se la passi meglio (ci sarà qualcosa in questo senso, negli episodi girati? Li vedremo, gli episodi girati?)
- voglio anch’io un pigiama peluche a forma di unicorno. Ieri.
Henry approva
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