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[Recensione] Sexy – Joyce Carol Oates

Creato il 11 gennaio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Sexy – Joyce Carol OatesTitolo: Sexy
Autore: Joyce Carol Oates
Editore: Mondadori
ISBN: 9788804559672
Num. Pagine: 186
Prezzo: 13.00€
Voto: [Recensione] Sexy – Joyce Carol Oates

Trama:
Fu un giovedì di novembre, dopo l’allenamento di nuoto. La storia con il professor Tracy. La storia a cui Darren sarà costretto a ripensare mille volte e che gli cambierà la vita, facendogli scoprire la cattiveria, l’indifferenza e la vigliaccheria di chi lo circonda. Darren è bello, sportivo, timido. Terribilmente sexy per le ragazze, ma anche per chi assiste ogni giorno ai suoi allenamenti e fotografa il suo corpo mentre emerge dalla piscina, teso, perfetto, indifeso. Ma Darren non sa, non vuole sapere. Non sa nemmeno se è giusto accettare un passaggio dal suo professore, sempre così gentile con lui. Ma quando Darren verrà trascinato nel fango, dovrà affrontare molti lati oscuri, e scegliere da che parte stare.

Recensione:
Joyce Carol Oates viene considerata una delle più grandi autrici del nostro tempo. Io dico che se tutte le sue opere sono come Sexy, c’è da chiedersi cosa si siano fumati quelli che hanno fomentato queste voci.
L’unico aggettivo con cui sento esprimere appieno quello che provo verso questo romanzo è: vergognoso.
La narrazione dipinge Darren come un ragazzino chiuso in se stesso, con bel fisico e un gran nuotatore, quello che però non afferma mai in modo chiaro e conciso è che è un omofobo in tutto e per tutto.
La sua mente è un unico pregiudizio contro il professore con la sciarpa e gli atteggiamenti un poco femminili, lo rifugge, non vuole nemmeno guardarlo in faccia né rimanere solo in aula con lui, perché? Perché così dicono che bisogna fare, perché gira voce che sia gay, che sia un pervertito.
E dopo che il suddetto pervertito gli ha offerto un passaggio in auto, Darren non fa altro che essere preda del continuo terrore che gli altri lo cataloghino come omosessuale, è la sua onta, diventa il suo chiodo fisso, non se lo leva dalla testa, tutti sparlano di lui perché l’hanno visto sulla sua auto, e ovviamente Darren – povera stella eterosessuale! – si sente ferito nel profondo per essere additato come uno di quegli schifosi.
Arriva il giorno in alcuni ragazzi – teste di cazzo aggiungo io – iniziano a diffondere false voci che il professore li abbia molestati, così l’unica cosa che rimane da fare all’uomo è chiedere aiuto a Darren, pregarlo di dire la verità, che in realtà non si è mai permesso di mettere le mani addosso a nessuno studente. E Darren? Darren cancella tutte le mail senza muovere un dito, giustificandosi con Non sono affari miei.
Poi il professore muore, in un incidente stradale.
Improvvisamente Darren si sente liberato. In un primo momento si fanno strada in lui alcuni sensi di colpa, ma che svaniscono alla velocità della luce quando si ritrova ad andare a letto con una ragazzetta, stupida e oca come solo una cheerleader stereotipata riesce ad essere. E vissero tutti e felici e contenti, tranne quell’invertito.
La cosa che più mi disgusta non è tanto la trama – un protagonista palesemente patetico e privo di forza interiore – quanto il messaggio stesso che viene trasmesso. In realtà è Darren che deve subire maldicenze e cattiverie perché visto in compagnia di un omosessuale, è lui che si sente in soggezione, che si sente frustrato, è la sua la vita difficile, non certo quella dell’insegnante, è lui che deve lottare contro il mondo che è brutto e cattivo, in realtà è Darren la vittima di tutto.
Vergognoso. Assolutamente vergognoso.
Un idiota che non ha il coraggio di aprire la bocca e dire la verità, un moccioso infantile che trasuda voglia di essere accettato da quel branco di primati del suo liceo, che si ostina a sentirsi sudicio fin quando il professore non muore a bordo della sua auto, non gli dispiace, rispecchia soltanto una linea fatta di omofobia e omertà, della paura di essere diverso dalla massa, Darren è un personaggio detestabile che – a parer mio – meriterebbe di essere preso a sberle per giorni consecutivi senza pausa, un debole ignorante privo di individualismo.
All’inizio del romanzo appare una dedica dell’autrice che cita A tutti i Darren.
Vorrei dire A tutti i Darren che sarebbe bello se la smettessero di essere dei vigliacchi.


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