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Recensione | “Sherlock” Christmas Special “The Abominable Bride”

Creato il 04 gennaio 2016 da Parolepelate

Recensione | “Sherlock” Christmas Special “The Abominable Bride”

Buonasera, pelatini! <3"><3"><3"><3

Vi siete ripresi da queste feste, o siete ancora impelagati in avanzi da finire e peso-forma da rimettere in linea?

Beh, c’è da dire che per chi, come me, aspettava le feste anche per il ritorno di Sherlock, abbiamo preso due piccioni con una fava, come si suol dire, no? 

Ottimo cibo e, in più, un nuovo episodio di Sherlock; cosa vogliamo di più dalla vita?

Questo 2016 è già iniziato col botto per noi sherlochians!

Bando alle ciance e veniamo alla vera recensione di questo Christmas Special.

Innanzitutto, mi sentirei di cominciare il mio ciarlare con quelle che sono state le domande che mi sono personalmente posta non appena ho visionato il trailer di questo Speciale: l’ambientazione Vittoriana sarà spiegata come si deve, cioè, avrà un suo perché, oppure dovremo accettarla semplicemente per quello che sarà? L’episodio sarà qualcosa a se stante rispetto alle tre stagioni passate, oppure sarà un ponte tra la terza stagione e la quarta? Ma soprattutto, ci sarà qualche riferimento in merito al possibile ritorno di Jim Moriarty, già stato annunciato sul finale della terza stagione?

Ora, a visione dello Speciale conclusa, posso dire che siamo in grado di rispondere a tutte queste domande, anche se, come al solito, c’è molto di più rispetto a ciò che si intravede ad una prima, semplice occhiata.

Con quella che sembra essere una trama in stile Inception, con una storia nella storia, lo Speciale si apre nel Diciannovesimo Secolo, con l’incontro-re-immaginato-tra Sherlock e Watson, prima di saltare a quella che è la loro relazione attuale anche nella terza stagione, ovvero, con Sherlock che risolve casi impossibili e Watson che li riporta su carta per la gioia dei lettori (questa volta, Watson le pubblica sullo Strand, ovvero il giornale sul quale Sir Arthur Conan Doyle ha originariamente pubblicato i suoi racconti aventi come protagonista proprio l’invincibile duo), trascurando sua moglie per fare da manforte all’amico.

Non sarebbe stato insolito immaginare una versione della storia in cui veniva abbandonata ogni logica e ogni avvenimento accaduto precedentemente, ma, per nostra fortuna, l’ossatura della serie è rimasta intatta con il salto indietro nella nuova era, con alcune cose accomodate per meglio rispecchiare il passaggio, come una Molly Hooper travestita da uomo pur di continuare a svolgere lo stesso lavoro che ha nel Ventunesimo Secolo (una cosa di cui, ovviamente, Watson si rende subito conto, sorpassando Sherlock, super attento ai dettagli, ma non altrettanto a chi lo circonda).

Recensione | “Sherlock” Christmas Special “The Abominable Bride”

Il centro dell’intero episodio, ovvero il misterioso caso di una donna suicida che sembra poi fare ritorno dall’oltretomba per uccidere il marito e una serie di altri uomini, si rivela essere nient’altro che la drammatizzazione di un vecchio caso del 1800 che Sherlock riporta nel suo mind palace come strumento per sezionare i possibili modi in cui Moriarty possa essere riuscito a sopravvivere dopo essersi sparato in bocca.

Quando è chiaro che tutto quello che vediamo è soltanto il risultato di un trip a base di droga e che sta succedendo soltanto nella testa di Sherlock, mentre è ancora seduto nell’aereo che dovrebbe condurlo in esilio e che vediamo durante la scena finale dell’ultimo episodio della terza stagione, The Abominable Bride accende una nuova luce sull’episodio, che diventa non più solo il desiderio degli autori di osservare uno Sherlock più tradizionale muoversi sulla scena fino al rilascio della quarta serie.

Una delle cose che ho trovato affascinanti in Sherlock, è stato il suo contesto moderno e, anche se è stato un piacere osservare Benedict Cumberbatch impersonare l’immaginario tradizionale di Sherlock per gran parte dell’episodio, sapere che dietro c’è anche una spiegazione ragionevole (ragionevole nell’ambito della Serie, almeno) per questo salto indietro nel tempo, ha fatto sì che i novanta minuti dell’episodio acquistassero maggiore credibilità, rispetto a quella che avrebbe avuto se fosse stato soltanto un episodio auto-conclusivo di uno Sherlock in età Vittoriana.

Il parallelo tra il caso di Emilia Ricoletti e la supposta resurrezione di Moriarty dopo la sua morte in The Reichenback Fall, ha donato a questo Speciale il ruolo di ponte tra la terza stagione e la quarta.

Ha inoltre confermato che Moriarty è realmente morto, il che ha contribuito ad allentare parte della pressione che si era andata a creare con la messa in onda dell’ultimo episodio della terza stagione.

Sherlock ha sempre mostrato il meglio di sé nei momenti in cui l’omonimo risolveva un caso e quando mostrava le sue abilità deduttive, ma riportare Moriarty in vita dopo aver dovuto già elaborare un piano altrettanto complicato per resuscitare Sherlock la scorsa stagione, sarebbe stato chiedere troppo ad una serie che si è già spinta oltre i limiti della credibilità accettabili.

Avere, poi, la conferma che l’acerrimo nemico di Sherlock è realmente morto durante quella scena sul tetto, permette alla serie di non sprofondare troppo nel regno dell’assurdo, ma con la resurrezione dello stesso nel mind palace di Sherlock, ha anche la possibilità di riportarlo in vita, senza farlo sul serio.

Da fan dell’interpretazione del personaggio di Moriarty da parte di Andrew Scott, sono stata davvero felice del suo ritorno e ho confermato le mie impressioni sull’abilità dell’attore di dare al personaggio quel mix di brivido e aplomb, che l’ha caratterizzato fin dal suo ingresso nella serie.

Insomma, è stato il modo elaborato dagli autori di indugiare nella fantasia, rimanendo però comunque ben ancorati alla realtà, sebbene quello che avviene nella testa di Sherlock sia stato anche il modo di rendere omaggio a The Final Problem e agli eventi che vedono Sherlock e Moriarty lottare accanto ad una cascata.

Tuttavia, piuttosto che avere entrambi gli uomini arresi di fronte alla morte, in questa versione della storia, Watson giunge a sconfiggere il fantasma di Moriarty.

Recensione | “Sherlock” Christmas Special “The Abominable Bride”

Quest’ultimo, vivo o morto che sia, rappresenta i fallimenti di Sherlock e anche nel suo mind palace, uno spazio che lo stesso Sherlock ha creato, il suo fantasma riesce quasi a sconfiggere il nostro eroe. Parte del fallimento di Sherlock nella seconda stagione è stato il fatto di essere diventato ossessionato dal voler provare a tutti i costi che Moriarty fosse più di un uomo, che fosse un genio del crimine con incredibili poteri, piuttosto che ammettere la semplice verità, ovvero, che fosse semplicemente un uomo.

L’impossibilità di Sherlock di accettare che possa esistere qualcuno del suo stesso livello, che possa altresì sconfiggerlo, lo rende il peggior nemico di se stesso e il problema non era stato risolto nemmeno quando Moriarty aveva deciso di piantarsi una pallottola in testa, visto che Sherlock ha rivisto quello stesso genio in Magnussen.

Convinto che quest’ultimo possedesse una cassaforte fisica contenente le prove tangibili attraverso le quali Sherlock potesse provare la colpevolezza dello stesso nei suoi atti di ricatto, lo ha costretto nuovamente al fallimento, quando Magnussen ha rivelato di avere un suo mind palace, più potente e più profondo del suo.

Questa è la seconda volta che Sherlock ha affrontato le sue paure e ha tecnicamente vinto, ma, allo stesso tempo, ha perso se stesso nell’intera vicenda. Costretto a scomparire dopo gli eventi della seconda stagione, è stato poi esiliato nell’Europa dell’Est in una missione suicida dopo aver ucciso Magnussen.

Il ritorno potenziale di Moriarty, che in questo episodio l’ha quasi ucciso, lo ha anche però salvato da questo viaggio suicida, riportandolo a Londra.

La conferma che Moriarty è morto, tuttavia, fa poco per chetare la paura, perché il personaggio potrebbe benissimo essere più forte, più pericoloso persino della morte.

Fin quando Moriarty era in vita, era mortale e poteva essere ucciso, ma non si può uccidere un’idea, o il fantasma di un’idea. Più a lungo le viene permesso di diffondersi, più potente diventerà, come una storia di fantasmi tramandata da persona a persona, fino ad assumere vita propria.

Sherlock potrebbe anche aver risolto il caso dell’abominevole sposa quando Mary lo conduce in una vecchia chiesa a confrontarsi con una società segreta formata da sole donne che hanno sfruttato l’immagine di Emilia Ricoletti per vendicarsi degli uomini che le hanno oppresse, ma viene tutto mandato in aria, ancora una volta, da Moriarty. E la sua eredità ha tutto quello che serve per fare ancora più danni, sebbene il suo fantasma sia stato messo a tacere, almeno nella testa di Sherlock.

Come afferma lui stesso, l’uomo può non essere vivo, ma è sicuramente tornato e non abbiamo idea contro cosa o contro chi ci troveremo a dover combattere.

Ma, come vediamo anche nel mind palace di Sherlock, fin quando egli avrà il suo Watson accanto e, senza alcun dubbio, lui ci sarà sempre, sarà abbastanza forte da sconfiggere qualsiasi cosa gli si presenti di fronte. Solo se Sherlock gli permetterà di aiutarlo, certo.

Recensione | “Sherlock” Christmas Special “The Abominable Bride”

Sebbene gran parte de The Abominable Bride ruoti intorno alla caccia di Moriarty e come Sherlock veda il fantasma dell’uomo che l’ha quasi sconfitto, è stato anche il modo di gettare uno sguardo al modo in cui Sherlock vede se stesso e chi lo circonda. All’interno del suo mind palace, Sherlock è diventata la versione di se stesso che esiste solo nelle storie di Watson, un uomo intelligente, ma distaccato, un uomo che non ha il tempo o il desiderio di legarsi ad un essere umano che non siano quelli con cui ha già stabilito un legame, ovvero Mycroft, Mary e lo stesso Watson.

Nella miglior scena dell’episodio, durante un momento di relativa quiete, Watson cerca di far uscire fuori il vero Sherlock, chiedendogli chi o cosa gli ha permesso di diventare così, un uomo senza emozioni, senza alcun tipo di impulso umano. Sherlock insiste sul fatto che nessuno l’ha trasformato così, lui stesso ha permesso questa trasformazione, facendo nuovamente riferimento a Redbeard.

Che sia forse un indizio circa un’immersione più profonda nella psiche e nella storia di Sherlock nella prossima stagione? Non c’è dubbio che Sherlock riveli, anche in questo caso, il meglio di sé quando smette i panni dell’eroe e veste quelli più complessi dell’uomo sotto la corazza.

É per questo motivo che, per quanto The Abominable Bride possa essere stato confusionario a volte, l’ho trovato assolutamente necessario alla storia finora raccontata, prima di poter andare avanti.

Recensione | “Sherlock” Christmas Special “The Abominable Bride”

C’è ancora vita in Sherlock e la chimica tra i due principali protagonisti è ancora al suo posto. Mi è sembrato quasi un epilogo alla stagione precedente, ma avrebbe potuto benissimo funzionare anche come primo episodio della quarta stagione. Ovviamente, con soli tre episodi a stagione, ogni minuto conta e aver realizzato uno Speciale per rispondere alle domande ancora in sospeso prima di porne di nuove, è stata sicuramente un’ottima mossa.

C’era sicuramente il bisogno di esplorare ciò che era rimasto di Moriarty in Sherlock, perché lasciare il suo spettro a vagare avrebbe reso Sherlock aperto a nuove possibili manipolazioni, cosa che l’avrebbe reso soggetto ad una terza ricaduta.

Tuttavia, sebbene la voce all’interno della mente di Sherlock, quella che urla tutte le sue insicurezze e i suoi dubbi, si sia ovattata, lo spettro di Moriarty ora galleggia su Londra e non importa se quello che aspetta i due protagonisti sia solo il culmine di quello che era stato il piano ideato da Moriarty prima della sua dipartita, o se sia il lavoro di qualcuno deciso a riprendere le redini di quanto rimasto incompiuto da Moriarty stesso, perché sarà altrettanto pericoloso e sicuramente sarà uno spettacolo elettrizzante al quale assistere.

Dobbiamo davvero aspettare il 2017 per la quarta stagione?

Ordunque, se seguite le mie recensioni di Gotham, sapete che, giunta alla fine della recensione vera e propria, inserisco una Rubrica piccina-piccina riguardo tutte quelle cose che non hanno trovato spazio nella recensione in sé per sé, ma che comunque considero meritevoli di una menzione e ho pensato che sarebbe stato carino introdurla anche qui, visto che per un episodio di 90 minuti le cose che non trovano molto spazio nella vera recensione sono diverse.

Ho pensato di intitolarla…

From John Watson’s Blog

-Il set “alternativo” per questo Speciale di Sherlock è una cosa a cui solo Moffat avrebbe potuto pensare, vero? Sono contenta che questa scelta abbia trovato una spiegazione razionale. Sebbene un viaggio nel mind palace di uno Sherlock sotto effetto di stupefacenti sia piuttosto bizzarro, perlomeno non è qualcosa classificabile come “oh, ecco cosa sarebbe potuto accadere se Sherlock fosse stato ambientato in età Vittoriana”, non so se mi spiego.

-Ho trovato piuttosto geniale l’inserimento di citazioni “classiche” che, bene o male, tutti conosciamo e attribuiamo al personaggio di Sherlock, come quell’”Elementary, my dear Watson”. É stato come se gli autori avessero voluto rendere omaggio ai lavori di Sir Arthur Conan Doyle in maniera semplice, ma d’effetto.

-Il modo in cui Sherlock dipinge il fratello nel suo mind palace, ovvero come un uomo obeso, disposto a morire a furia di ingozzarsi solo per vincere una scommessa contro di lui, è stato piuttosto interessante. A dire il vero, vedere come Sherlock dipinge tutte le persone intorno a lui lo è stato. Anche la presenza di personaggi “minori” nella vita di Sherlock che riappaiono in maniera diversa anche all’interno del caso di Emilia Ricoletti, è stato un altro colpo di genio per mostrarci le vite di quante persone Sherlock ha effettivamente sconvolto, nel bene o nel male.

-Sicuramente, una menzione la merita anche il movimento delle donne contro l’oppressione, ma l’argomento merita molta più attenzione di quella che potrei dedicarvi qui, in una semplice recensione. Mi è sembrata, tuttavia, una risposta diretta alle affermazioni che vedono Moffat un misogino, una sorta di negazione, quindi, a suddette pretese. É tutto quello che mi sento di dire a riguardo in questa sede.

E a voi, come è sembrato questo episodio speciale?

Vi è piaciuto? O vi aspettavate qualcosa di diverso?

A presto! <3"><3"><3"><3

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