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[Recensione] Siberia. Terra addormentata di Daniele Gatti

Creato il 09 dicembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Siberia. Terra addormentata di Daniele GattiTitolo: Siberia, terra addormentata
Autore: Daniele Gatti
Editore: Lulu.com
ISBN: 9781446166048
Numero pagine: 175
Prezzo: € 10,00

Voto:

[Recensione] Siberia. Terra addormentata di Daniele Gatti

Trama:
Più che un viaggio è un allenamento estremo. Siberia. Terra addormentata è l’incredibile racconto del viaggio compiuto dall’autore in compagnia di un amico, con destinazione il punto più estremo della Russia raggiungibile via terra: l’isola di Sakhalin. Ovviamente con il mezzo più economico, più ecologico e più lento: il treno.
Prendete due silenziosi viaggiatori, mischiateli in tempi dilatati di noia e impossibilità di dialogare con personaggi dai tratti a dir poco coloriti e dal tasso alcolico esorbitante e condite il tutto con controlli alle frontiere come se fossero terroristi e popolazioni che non si lasciano fotografare, ed ecco fatto: nasce così un equilibrato mix di questo viaggio ai limiti della fattibilità e del mondo conosciuto e abitato.
La parola d’ordine è “mantenere la calma”: il viaggio è infinitamente lungo e i compagni occasionali… discutibili. Nonostante i due protagonisti diventino alla svelta “le mascotte del Mosca-Tynda”, si passa dalla compagnia di rissosi che prima vogliono disintegrarli di botte e dopo poco offrono allegramente cibo e vodka, una coppia di strani russi che ama viaggiare in treno, l’uomo dei nove bagagli e un pazzo alcolizzato che si inventa di essere un chirurgo… fortunatamente senza dimostrazioni pratiche.

Recensione:
Credo che viaggiare sia una delle attività più affascinanti che l’uomo possa intraprendere. Raccontare poi le proprie esperienze on the road è un’impresa ardua: come tradurre a parole emozioni che scaturiscono lì per lì e mutano con lo scorrere della strada? E come descrivere paesaggi e scorci che durano un battito di ciglia? Ci sono casi in cui si riesce al massimo ad approssimare, e la forma narrativa migliore per questo genere di racconti è proprio il diario di viaggio.
Mi sono lasciato subito coinvolgere da questo libro. Un po’ perché un viaggio nella gelida Russia è una delle mie mete più ambite, e un po’ perché sono comunque un amante del “diario di bordo” in tutte le sue sfaccettature. Mi ero già imbattuto in una narrazione dello stesso stampo con Dal verde chiaro al verde scuro, e con piacere ho apprezzato anche Siberia. Terra addormentata seguendo i protagonisti passo per passo e immaginando attraverso le loro parole tutto quello che stavo leggendo.
Certo, ci vuole una buona dose di immedesimazione se si vuole sentire fino in fondo lo spirito autentico del viaggio, con tutti i pro e i contro. Si può ridere degli aneddoti divertenti che spuntano nei passaggi più inaspettati, ma si può anche languire nelle infinite ore di attesa tra un treno e l’altro; cosa, questa, ben resa da un tempo narrativo apatico e dilatato che però si arricchisce di dettagli microscopici senza mai farsi troppo pesante.
Anche il modo di raccontare è piacevole e leggero, se si chiude un occhio su qualche errore di troppo a livello di ortografia e sintassi. Un’ottima scelta in questo caso è stato dare un titolo a ogni capitolo: con questo sistema si anticipa, sempre nel consueto stile spigliato e rapido, quello che accadrà nei successivi paragrafi; e il lettore, incuriosito dalla bizzarra sorte dei due viaggiatori, è calamitato verso un’altra pagina quasi involontariamente.
Una lettura agile e coinvolgente, gradevole soprattutto per chi ha un’indole vagabonda e una costante voglia di prendere il primo treno e partire senza pensarci due volte.


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