Silver - La porta di Liv
Kerstin Gier
Corbaccio
380 pagine - ebook
9 Novembre 2014
9,99€ (ebook)
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Trama: Liv è sconvolta: Secrecy, la misteriosa autrice del blog più frequentato della scuola, conosce i suoi segreti più intimi. Come è possibile? E cosa le nasconde Hanry, il suo «fratellastro» da quando la mamma di Liv è andata a vivere con il padre di lui, trascinando anche Liv e la sorellina Mia in questa nuova avventura? Ma soprattutto, quale presenza oscura si aggira nottetempo negli infiniti corridoi del mondo dei sogni di Liv, un mondo che incredibilmente condivide con altre persone? E cosa significano gli improvvisi episodi di sonnambulismo di Mia? Incubi, misteriose apparizioni, cacce notturne, non favoriscono certo i sonni di Liv che di giorno, inoltre, è alle prese con una nuova famiglia decisamente complicata anche se con personaggi molto intriganti a partire da Henry per arrivare alla vecchia nonna. E con il fatto che ci siano in giro parecchie persone che hanno ancora dei conti in sospeso con lei, di giorno e di notte…
E anche il secondo capitolo della serie Silver si è concluso. Purtroppo non poso dire di aver riscontrato miglioramenti in quei piccoli dettagli contro cui mi ero scontrata nel primo libro; il mio stesso atteggiamento nei confronti di questa nuova trilogia è piuttosto differente da quello che aver tenuto nei tre anni in cui aspettavo di poter ultimare la splendida Trilogia delle Gemme. Se in quella, ogni libro era una rivelazione, ogni azione sembrava ben studiata, piena di secondi fini, divertente e drammatica allo stesso tempo, non posso fare a meno di continuare a pensare a questo secondo lavoro dell'autrice coma ad una parodia/copia mal riuscita della prima. E mi dispiace tanto doverlo dire.
In generale, i libri presentano contenuti esilaranti, personaggi ben studiati, una trama che si delinea con chiarezza e qualche furbata che danno quel rinfrescante tocco di novità alla narrativa per ragazzi. Ritroviamo Liv, che ormai si destreggia fra porte, corridoi e sogni davvero bizzarri, alle prese con la stanchezza continua per le frequenti incursioni notturne, la sua famiglia fin troppo problematica, la gossip-blogger Secrecy, che non smette di dire ogni singola e sorprendentemente precisa cattiveria su di lei e i suoi compagni di scuola; e Arthur, che dopo il tradimento del primo libro viene tenuto a distanza da lei, Grayson e Henry, nonché Henry stesso, il ragazzo con cui Liv ha una relazione, ma che le sta chiaramente nascondendo qualcosa.
Gli ostacoli sono tanti, la frequenza con cui si abbattono su di lei sempre più alta, e beh... non posso dirvi molto altro senza calarmi nella versione andiam-andiam-andiamo-a-fare-SPOILER, perciò passiamo alla fase successiva della recensione.
Lascerò la parte divertente per dopo -dico solo HENRY-, perciò annoiamoci un po' con qualche considerazione intelligente (?)
Una parola che mi sembra calzante per descrivere, nella mia modesta opinione, questo libro, è mancante. La porta di Liv manca di tante cose: azione, romance, suspance ben integrata, e quella serietà che finisce spesso per essere sminuita dai toni ironici usati dall'autrice. Insomma, di tutto questo c'è un po' qui e un po' lì, ma mai in quantità o momenti definiti; alla fine, sembrava non ci fosse nulla di tutto questo, il che ha svuotato un po' la lettura. O forse mi sentivo svuotata io.
Ho sicuramente riso, imprecato, sbuffato, e in genere reagito alla lettura in modo più o meno attivo, ma non come avrei voluto, o come mi sarei aspettata, e alla fine avevo già, in un certo senso, perso quel che avevo appena letto.
E' chiaramente un libro di passaggio, motivo per cui le rivelazioni non sono esattamente di impatto, direi più preparatorie, come se stessero sondando il terreno e riscaldandolo per l'arrivo dell capitolo finale.
Nei pochi momenti di tensione, stavo sempre col fiato sospeso, alla ricerca di una svolta che si avvicinava, ma che non arrivava mai completamente. Proprio come per il primo, c'è stata questa delusione di fondo che credo traspaia dai toni di questa recensione. E questa sensazione è stata amplificata dal rapporto tra personaggi e stile. Entrambi, quando si parla della Gier, hanno sempre avuto caratteristiche particolari nello loro semplicità. La morbidezza e linearità dei personaggi viene compensata dalla loro ironia, dall'occasionale furbizia e dalle battute sempre pronte che ben riescono ad incastrare situazioni e rivelazioni, regalando alla lettura un ritmo coinvolgente e sempre divertente, che non annoia il lettore.
Dall'altro lato, però, i personaggi e le situazioni ti danno sempre questa sensazione di goffaggine e imperfezione che nella prima trilogia della Gier risultava spesso ilare e in perfetta sintonia con l'ironia della protagonista; a quel punto, il resto dei personaggi diventava un po' la caricatura del prototipo ideale del bellissimo e perfetto personaggio dei romanzi con cui abbiamo tipicamente a che fare, rendendo così la protagonista più reale e "approcciabile" agli occhi del lettore. Ma proprio perché ho tanto amato quest'aspetto nella trilogia dei viaggi nel tempo, forse è per questo che qui mi è sembrata un po'... forzata? Più che altro, come se l'autrice cercasse di usare lo stesso stile senza, tuttavia, adattarlo al meglio.
Credo che a volte tenda a ridicolizzare troppo Liv, mettendola al centro di personaggi perfetti e posati solo per accentuare la sua goffaggine e renderla più facilmente mira delle battutine velenose degli altri; il tutto solo come stratagemma per ricorrere alla pungente ironia che più contraddistingue lo stile dell'autrice e che è, chiaramente, il suo punto forte. Ma a lungo andare, anche questo diventa
A volte ho anche avuto l'impressione che i personaggi si comportassero in maniera troppo adulta, forse per il numero ridotto di dialoghi rispetto alle altre sequenze narrative, come se non stessi davvero leggendo uno young adult. O forse per l'eccessiva concentrazione di descrizioni e la fin troppo leggera pressione sui rapporti interpersonali tra loro, che esalta l'aspetto narrativo e riflessivo sacrificando un po' quello emotivo.
E qui viene la parte divertente di cui vi accennavo sopra.
Penso che la situazione "amorosa" della storia sia un po' scadente: in altre parole, non approvo Henry. Da un punto di vista oggettivo, la latenza delle scene romantiche è un po' troppo marcata per i miei gusti. Credo fermamente che un minimo di storia d'amore o, quanto meno, qualche sentimentalismo ben piazzato, debba sempre presenziare in un romanzo, specie se questo ha un pubblico e un soggetto giovane (e insomma, alla nostra età tutti ci siamo presi almeno una cotta!).
Non pretendo di certo che il rapporto fra Liv ed Henry stia al centro del libro. Ma che almeno ci sia, da qualche parte! -nell'angolo, ai lati, nei bordi, anche nel titolo del capitolo!
E poi, Kerstin Gier, perché Henry? Perchè. Henry. Chi ha letto la recensione che scrissi dopo aver finito il primo Silver, saprà che ho un debole per Grayson. Il dolce, sinceramente goffo, leale, problematico Grayson, che ad inizio serie aveva avuto uno scontro da batticuore con Liv -motivo per cui me ne sono istantaneamente innamorata! Non posso fare a meno di parteggiare per lui, anche se, dopo una ripidissima discesa, Henry è migliorato un po' verso la fine. Lo tengo d'occhio, comunque...!
Per farla breve
Voto: ★ ★★ ½
Stesso voto del primo libro, e ora non mi resta che aspettare l'ultimo. Lo leggerò, oh si. E voi? Mi date torto o ragione?