Magazine Cinema

Recensione: "Small Town Murder Songs"

Creato il 04 gennaio 2016 da Giuseppe Armellini
Noir molto atipico.
Colonna sonora folgorante, brevità al limite del lungometraggio, assenza di colpi di scena.
Un film di genere che disconosce il genere.
E un interessante discorso sull'esser, veramente, uomini nuovi.
presenti spoiler
A me piacciono moltissimo i film che si inseriscono palesemente nel genere e poi disattendono tutte le regole base dello stesso.
Prendiamo Babadook. Chi l'ha veramente amato e capito è solito dirmi "Secondo me non è un horror".
Affermazione molto condivisibile.
Eppure Babadook nell'horror ci vuole entrare, eccome se ci vuole entrare.
Il libro demoniaco, la casa scricchiolante, gli incubi, il mostro, il paranormale.
Horror.
Ma disattende il genere perchè in realtà la sua anima è puramente drammatica, non anche drammatica, puramente drammatica.
Ecco, Small Town Murdes Songs è un noir a tutti gli effetti. O un thriller se volete.
Dipende dove inserite il classico film con una ragazza trovata morta in un lago, le indagini, la piccola cittadina dai volti rassicuranti come quello di Danny Trejo e bla bla bla.
O.k, è un film di genere per tutti questi motivi qua. Uno di quelli che te diresti "è come..." e poi ti vengono in mente una decina di titoli.
Ecco, però questo è un noir atipico per almeno tre motivi.
Il primo è la durata, 1 ora e 6 minuti. Small Town finisce quando i suoi compari di genere di solito iniziano mostrando il primo indizio veramente notevole, quello che insieme ad altri porterà ad un probabile colpo di scena finale.
Il secondo è, appunto, l'assoluta assenza di un qualsiasi colpo di scena. C'è un solo sospettato e ora non vi dirò se è stato lui o non è stato lui, (anche se mezzo spoiler l'ho fatto, sticazzi) ma non ce ne saranno altri, non ci sarà alcuna sorpresa.
Ecco, questi due elementi, sono sicuro, vi sembreranno strani per un film con un'impalcatura da "ricerca del mostro-20 sospettati".
Ma non è solo il quanto (la durata) e il cosa (il plot) ad esser anomali, manca il come.
E il come parla di un film classico che però a miniblocchi appunto classici alterna delle meravigliose, ripeto meravigliose, sequenze di raccordo dalla colonna sonora pazzesca.
Per accorgermene io che di colonna sonora parlo ogni morte di Papa per avvelenamento ci dovete credere.
Semplicemente inutili e, molto spesso in ralenti, sequenze che uniscono due parti del film,
Molto spesso precedute poi in sovrimpressione da moniti religiosi.
Perchè Smll Town è un film che parla di violenza, redenzione, anime perdute e poi ritrovate.
E ora fanculo se non credere in Dio, anzi, crederci come ci crede quella comunità fa letteralmente paura, quello che conta è che voi vi focalizzate sulle anime dei protagonisti.
Quello principale è un grandissimo Peter Stormare, attore formidabile che io scoprii in una sequenza di un film enorme, una sequenza in cui c'era un treno, c'era Bjork, c'era una musica.
Walter è un poliziotto dal passato violentissimo che ora, grazie alla religione, è completamente cambiato. Calmo, riflessivo, con un viso che emana bontà e tenerezza.
E' un uomo timorato sia di Dio che di quello che lui stesso era un tempo.
Uno che non vuole tornare com'era.
Indaga sull'omicidio ma in modo confuso, troppo personale e intenso, visto che nella storia è immischiata anche la sua vecchia compagna (che l'ha lasciato proprio per il suo carattere violento).
Ah, tra l'altro grande attrice, c'è una scena in cui se ne sta sulla veranda e guarda Walter da pelle d'oca.
Il film va avanti, è allo stesso breve ma lento, le indagini proseguono senza trovate eccezionali, i volti funzionano, la comunità ha sempre il suo fascino.
Sì sì, funziona la storia, semplice ma funziona.
Eppure l'unica cosa che conta è Walter e quello che succede in due scene straordinarie (se avete visto il film prima di leggere la recensione spero ve ne siate accorti).
Nella prima, quella a cena con la moglie, asfissiante, piena di Dio, da apnea religiosa, Walter se ne sta lì, ascolta, ma si vede che quell'ipocritissima menata religiosa sui valori e sulle persone lo sta uccidendo. Walter ha uno scatto di rabbia, incontrollabile. Proprio quando doveva più esser calmo, ammantato dalla "sua" religione, invece ne sente tutta la pesantezza e l'ipocrisia.
Poi avviene la scena del pestaggio, bellissima anche quella.
E in una situazione opposta a quella di prima, di violenza molto forte, Walter se ne sta lì, inerme, e porge cristianamente l'altra guancia.
Questa è la sua religione, non i paroloni che la bibbia ti imbeve, ma quello che è diventato adesso.
La religione si compie, non si parla.
Le chiacchiere della moglie in questo senso erano peggio delle bastonate che prenderà poi.
Questo vuol dire essere veramente uomini nuovi, veri.
E non facendo nulla, nell'inerzia, non muovendo un dito Walter fa tantissimo.
Per sè stesso e, forse, anche per qualcuno che potrà un giorno tornargli vicino
voto 7.5

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines