A differenza del gruppo di geni protagonisti di questo film io in questo momento mi sento davvero poco all’altezza del mio compito. Ma di sicuro come loro ho un qualcosa dentro di mio che mi spinge a provare per cambiare, per osare.
Se vi è piaciuta l’idea del professor White in Breaking Bad che crea una droga pazzesca e vi piace seguire le vite dei nerd di The Big Bang Theory, allora questo film potrebbe interessarvi, se poi vi piacciono i film in stile hollywoodiano con riprese di Roma di notte in stile città americana, allora state guardando il film giusto.
Il regista Sydney Sibilia ha collegato questi aspetti con lo stile comico tutto italiano per mettere in evidenza sempre di più la condizione attuale dei giovani e delle scuole in Italia.
La storia ruota intorno ad un gruppo di laureati estremamente capaci, anzi, troppo, ma umiliati dalla società fino al limite dell’immaginazione, come i due latinisti che lavorano per un benzinaio, che tra l’altro è anche senegalese. sono sottopagati e sembrano dei poveracci ma in realtà sono cosi bravi da apostrofarsi e spesso litigare in latino.
questi amici, geni incompresi sono tutti sottovalutati, oltre che sottopagati, si lamentano, ma non hanno modo di ribaltare le loro vite. Pietro, protagonista, è un chimico, decide di creare una droga sintetica fantastica che sia ancora sotto i livelli di legalità, ma sopra gli standard delle altre droghe commerciali. entrano cosi nel giro della droga.
Ma proprio il fatto che siano 7 nerd, passatemi il termine, a far parte della banda rende il tutto piu geniale. non sono della malavita, o povera gente che dalla vita non ha nulla, loro l’unica sfortuna che hanno avuto è stata quella di esser nati in Italia, con la oro voglia di studiare.
Sibilia con questo suo primo lungometraggio ci ha fatto capire che in Italia forse ti conviene spacciare piuttosto che studiare. infatti le scene girate in università sono le più degradanti, le più “shockanti”, non come ci si aspetterebbe, quelle sull’ ambiente della malavita, che invece risultano (per lo meno, a me risultano cosi) più leggere e comiche. sarà anche la presenza di neri Marcorè aka Er murena a rendere il tutto più simpatico, ma devo dire che il film risulta gradevole e che coinvolge il lettore in tematiche che sempre più ci sono vicine, il precariato e le decisioni ad esso collegate.
Perchè anche le persone più oneste e con una cultura come la loro alla fine sono come tutti gli altri disperati che si gettano sui soldi sporchi facili.
Vorrei fare una riflessione filosofica sul titolo, “smetto quando voglio” ma in realtà credo che il film , nonostante parli anche di una “dipendenza” quella del mondo dei soldi, non sia intorno a questo argomento, quanto al degrado della società e dello stato italiano, e ritengo pertanto che questa frase richieda pensieri filosofici in altri ambiti, libri o film che siano.
Unica cosa, una sciocchezza davvero, che non mi è piaciuta è stata la caratterizzazione di giulia, la ragazza di Pietro, interpretata da Valeria Solarino, che mi è risultata davvero troppo rigida e fuori posto. stupida per metà film e severissima per l’altra metà.
Ultima considerazione: il finale. su le mani chi non ha riso e si è poi ritrovato a pensare allo squallore della situazione: dover fingere una rissa nella mensa per poter rimanere in carcere e insegnare li, in modo da avere uno stipendio. L’idea di dover uscire di prigione e perdere quell’unico posto di lavoro, era una cosa terrificante, con cui Giulia e Pietro non vogliono nemmeno scontrarsi.
Trovo che questo finale sia spettacolare, che lascia l’amaro in bocca allo spettatore, che lo fa riflettere.
Non è sicuramente il film più serio dell’anno ma sicuramente a parer mio anni luce avanti al cinema italiano che solitamente esce fuori: cinepanettoni a non finire e squallidissime battute.
Per favore scrivetemi cosa pensate di questa mia prima recensione, cosi che io possa migliorare e altre cose belle e ricordate che siamo tutti quanti esseri umani, e sarei strafelice di leggere commenti negativi sia al film sia alla ma recensione, pur che siano educati spiegati, e non offensivi nei confronti della mia povera persona o di altri.
andate in pace
tanto love
flaffapluffa