Magazine Cultura

[Recensione] Solo una bozza di Eric Arvin

Creato il 17 maggio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Solo una bozza di Eric ArvinTitolo: Solo una bozza
Autore: Eric Arvin
Editore: Dreamspinnerpress
ISBN: 978-1-61372-910-6
Pagine: 190
Prezzo: 6,99 $
Voto: [Recensione] Solo una bozza di Eric Arvin

Trama:
Lo scrittore Logan Brandish è più che soddisfatto della vita che conduce nel paesino dove vive insieme alla sua migliore amica, al suo gatto e al suo ragazzo. Almeno fino a quando non incontra il suo nuovo editor, il bellissimo Brock Kimble, che fa letteralmente volare la sua quieta esistenza fuori dalla finestra. Trovandosi per la prima volta di fronte alla vera passione, Logan perde lucidità e compostezza e in breve tempo sia la sua vita che il manoscritto al quale sta lavorando vanno in frantumi.
Ma, come Logan imparerà molto presto, non si può avere tutto quello che si desidera… o almeno non subito. Nel tentativo di fare chiarezza dentro di sé, Logan intraprende allora un viaggio, ma neppure i meravigliosi paesaggi italiani tengono lontano a lungo il ricordo dell’editor, e l’uomo è, suo malgrado, costretto ad ammettere che ci sono cose dalle quali è impossibile fuggire.

[Recensione] Solo una bozza di Eric Arvin

Recensione:

Devo dire che, dal trafiletto della trama, mi aspettavo un romanzo intenso, pieno di introspezione e pensieri, magari divaganti in moltissime direzioni ma, di certo, non mi aspettavo quello che veramente è questo romanzo.
Partiamo alla lontana, dalla traduzione: è scadente, piena di errori di sintassi e ortografici e più di una volta ho avuto l’impulso di chiudere l’ebook e cancellarlo dal mio tablet per quanto facevo fatica a digerire un testo così mal ridotto dalla traduttrice perché, sono sicura, che l’autore non ha sicuramente fatto tutti questi dannatissimi errori.
Ora passiamo al contenuto stesso del racconto.
Abbiamo uno scrittore abbastanza eccentrico e divertente, con un senso dell’umorismo tutto suo, quasi esclusivamente basato sui doppi sensi e sul fattore cinismo, cosa che io comprendo in quanto sono molto cinica, e qui la cosa mi va più che bene.
Deve scrivere un romanzo, cercare nuove idee e cercare di attirare ancora più lettori, perché i suoi punti su Amazon stanno scendendo e lui deve per forza tornare sulla cresta dell’onda se vuole continuare a vivere di sola scrittura.
Ha un fidanzato molto banale, chiuso in uno schema quasi prestampato, per nulla stimolante, piatto, esattamente com’è la vita del protagonista. Piatta, scialba, completamente priva di sapore e di quella scintilla di vita che fa andare avanti tutti i giorni nonostante gli svariati problemi che si hanno.
Vive con una ragazza completamente fuori di testa che tenta in ogni modo di attirare l’attenzione dei Testimoni di Geova e dei Mormoni che, puntualmente, saltano il loro campanello di casa.
E qui io ho visto il primo punto dolente della storia.
Questa ragazza lavora in una materna eppure si comporta molto spesso senza nessun contegno, decisa ad attirare quei due gruppi religiosi per il puro scopo di avere la loro attenzione. Ma a cosa serve un personaggio del genere?
Sinceramente, mi è sembrato solamente un elemento di disturbo, buttato in mezzo solamente per creare numero di battute, così da allungare questa storia decisamente penosa.
Passiamo al secondo protagonista, l’editor.
Figo da far paura, divertente, pieno di voglia di fare, vivere ed esplorare, è l’esatto opposto dello scrittore, che subito si ritrova a fare sogni sconci.
Un classico.
Vede quello figo e ha la bava alla bocca e l’erezione nei pantaloni. Un po’ meno banale non lo poteva fare?
Per non parlare del fatto che, dopo mesi di chat, più o meno inerenti con il suo lavoro, decide all’improvviso di mollare il suo ragazzo, che si era disperso, non si sa come, durante il racconto, tanto che avevo dimenticato la sua esistenza.
Va al negozio per mollare e… viene mollato, cosa che lui comunque aveva fatto e si sente pure derubato di qualcosa, come se il dover lasciare una persona, fosse solamente di suo appannaggio. E qui mi compare la seconda cosa che mi ha fatto storcere il naso.
Va bene, vuoi mollare il tuo fidanzato/tappezzeria. Ti ha mollato lui e neanche tanto malamente, anzi, perché cavolo ti metti a pensare che non era giusto, che doveva essere lui a lasciarlo?
E’ la cosa più stupida che abbia mai letto. Anche perché, poi, accetta subito un fine settimana con l’editor, senza pensare minimamente al fatto che si era appena lasciato con il suo fiancè. Quindi, dico io, perché creargli tanti pensieri inutili?
Intanto, la storia con l’editor progredisce, e nel loro primo appuntamento non lavorativo, una bella passeggiata nel bosco, non è che si scambiano il primo bacio, no, sarebbe troppo banale, fanno direttamente sesso senza lubrificante e preparazione, nemmeno fossero animali in calore completamente privi di cervello.
Qui non si tratta di romanzo M/M, si tratta di pure e semplice yaoi di quello dove il lubrificante è della semplice saliva, se si ricordano di inserirla, e dove l’atto sessuale in sé è la cosa più importante.
Arrivata a quel punto ero veramente tentatissima di chiudere l’ebook e cestinarlo ma, visto che quando inizio qualcosa arrivo sempre a leggerlo fino alla fine, ho perseverato, magari nelle pagine successive avrebbe migliorato, soprattutto il linguaggio, decisamente scurrile e di cattivo gusto.
Invece, mi sono proprio sbagliata.
Arriva il fatidico fine settimana insieme all’editor, famiglia e amici annessi e…. fanno l’amore.
Sì sì, proprio l’amore. Non scopano come conigli sotto ecstasy, fanno l’amore, semplicemente e ancora una volta senza nessun genere di lubrificante, a secco.
E all’improvviso, lo scrittore viene colto dal fulmine a ciel sereno.
E’ innamorato dell’editor! Ma come ha fatto? Come?
Hanno appena finito di fare l’amore e subito l’atmosfera cambia, diventano muti o monosillabici.
Tornano a casa e l’atmosfera è sempre più fredda. Niente più chat fuori dal discorso lavorativo, niente appuntamenti in bar o ristoranti, nulla che esuli dal lavoro e il nostro scrittore non sa che pesci pigliare mentre la sua amica coinquilina ha conquistato sia i Mormoni che i Testimoni di Geova.
Visto che lo scrittore non scrive, la storia comincia a languire tra pensieri sconclusionati e decisamente stupidi dell’uomo.
Perché non rompo gli schemi? Perché sono così classico? Perché, perché e ancora perché.
Altro punto dove avrei chiuso tutto e cestinato sto maledetto libro.
Ora però passo direttamente al finale, altrimenti rischio di avere di nuovo un attacco di bile mentre ripenso agli errori ortografici, ai cliché e a tutte quelle cose orrende che ho trovato.
Lo scrittore è partito per un lungo viaggio e dopo alcune settimane di riflessioni, bella vita, nuovissimi amici, decide di mollare la sua vita negli State per trasferirsi a Roma, si proprio la nostra capitale, perché secondo lui quel cambiamento va fatto e sicuramente gli gioverà, facendogli di nuovo trovare la sua musa ispiratrice, il tutto, rimanendo lontano da famiglia, vecchi amici e dell’editor che lo ossessiona tanto, anche a chilometri e chilometri di distanza.
Ovviamente, una volta arrivato in Italia, cosa succede? Ma diventa una specie di prostituta! Dico specie perché se la fa solamente con due uomini, entrambi italiani a cui va a super genio essere usati solamente per il sesso.
E qui mi son cadute le braccia e anche altre parti del corpo.
Tutti, e dico tutti, all’estero sanno che siamo il popolo più geloso e caliente in tema di sentimenti e sesso e qui ci prendono come delle piccole prostitute che vogliono solamente il sesso, senza implicare i sentimenti.
Questa cosa mi ha fatto veramente cadere di tutto e rimanere allibita.
Com’è possibile che due giovani gay accettino una cosa del genere? Proprio in Italia dove stanno lottando per affermare i loro diritti per avere il matrimonio civile e la possibilità di adottare bambini?
Credo proprio che l’autore non sia mai stato nel nostro paese e non si sia nemmeno informato, perché altrimenti avrebbe visto che madornale errore stava compiendo.
Comunque, torniamo al finale.
Un sbrigativo “E vissero felici e contenti” che mi ha lasciato perplessa e con un mucchio di domande senza risposta nella testa.
Ora vi starete chiedendo perché gli ho dato due stelline dopo una recensione del genere, completamente negativa.
Ho dato le due stelline perché a me l’idea di base piace.
Uno scrittore e un editor.
Sarebbe una bella storia da raccontare, ma quella che è stata narrata è il più grande abominio che io abbia mai letto.
Decisamente, non prendetelo se vi piacciono le storie ben scritte, editate e tradotte e, soprattutto se vi piace il linguaggio rispettoso, perché qui non lo troverete, proprio no.

Voto:

[Recensione] Solo una bozza di Eric Arvin


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :