Titolo: Sono nel tuo sogno
Autore: Isabel Abedi
Editore: Corbaccio
ISBN: 978-88-6380-262-7
Numero di pagine: 439
Prezzo: 17,60 euro
Voto:
Trama
Il suo sguardo si fece triste e la sua espressione più vulnerabile che mai.
Era come se si trovasse su una lastra di ghiaccio fragilissima, come se fra di noi si estendesse una mare gelato e io mi trovassi sulla sponda opposta rispetto alla sua.
E improvvisamente lo sentii, sentii il suo desiderio di raggiungermi sulla sponda dove mi trovavo, e avvertii la paura che il ghiaccio sottilissimo si rompesse facendolo precipitare nell’abbraccio del freddo mortale. So che sembra folle, ma io sentivo esattamente quel che lui provava. Solo i suoi pensieri mi restavano nascosti. Fissava la mia mano appoggiata aperta sulla gamba. Era come se cercasse la risposta nel palmo della mia mano.
«Io non lo so» mi disse con voce piatta.
«Io non so chi sono.»
Non si allontana mai da Rebecca, Lucian, il ragazzo del mistero, senza passato e senza ricordi. Rebecca è il suo unico punto fermo. La sogna tutte le notti, in un sogno che fa paura e sente l’istinto fortissimo di aiutarla, di proteggerla. E anche Rebecca prova per lui un’attrazione che non riesce a spiegarsi. Ma prima che riescano a svelare il mistero che li avvolge, Lucian e Rebecca vengono bruscamente separati. Con conseguenze terribili er entrambi. Perché ciò che li unisce è molto più dell’amore…
Recensione
Mi aspettavo molto di più da una premessa così bella. La storia è originale, scritta dal punto di vista di Rebecca e intrisa completamente delle sue emozioni, di ciò che vede, di ciò che sente e prova, ma pecca di una trama ben approfondita.
La prima parte è tutta incentrata su Rebecca e Lucian. Come si sono incontrati la prima volta, cosa sentono, quello che si dicono. Insomma, le solite cose da amore proibito, incompreso, misterioso anche. Mentre la seconda parte è un susseguirsi continuo di azioni veloci che si perdono per la rapidità con cui vengono descritte. Non si riesce subito a cogliere il filo logico che le lega, nonostante ci sia addirittura un cordoncino a legare quei nessi, è impossibile coglierli subito se non ci si concentra come se stessimo studiando la trama.
Il finale è semplicemente banale, almeno per i miei gusti e soprattutto, ancora una volta, veloce e indolore, come lo strappo della ceretta. Poteva svolgere molto meglio la storia, magari in più pagine, oppure radunare le varie mail che ci sono esattamente al centro del libro in poche pagine invece che metterne una per facciata e sprecare così tanto spazio per qualcosa che capiremo solo dopo un capitolo intero di mail lette in ritardo assurdo.
Decisamente mi aveva entusiasmato all’inizio, ma poi ha avuto un grande crollo di stile.