Titolo: Starters
Serie: Starters & Enders
Autore: Lissa Price
Editore: Sperling & Kupfer
ISBN: 978882005255
Numero pagine: 336
Prezzo: 16,90 €
Voto:
Trama:E se domani il mondo come l’hai sempre conosciuto non esistesse più? Los Angeles, tra qualche anno. Callie ha visto morire i suoi genitori quando una terribile pandemia globale ha decimato la popolazione tra i venti e i sessant’anni, lasciando in vita solo i giovani e i vecchi. Si ritrova così a lottare per la sopravvivenza in un mondo devastato dalla guerra e dalla fame, in cui gli adolescenti combattono per un futuro che non esiste più e gli anziani sognano un passato che non tornerà mai. Con lei, in questa battaglia disperata, solo il fratellino malato Tyler e l’amico di sempre Michael. Determinata a non arrendersi, Callie si rivolge alla Prime Destinations, un’ambigua società di Beverly Hills, che promette facili guadagni ai ragazzi rimasti soli, come lei.
Callie sa che dietro la facciata di assoluta rispettabilità della Prime Destinations si nasconde un terribile segreto: la società affitta il corpo degli adolescenti ad anziani desiderosi di rivivere emozioni ormai dimenticate. Ma Callie ha bisogno di soldi – per sé, per Michael e soprattutto per il piccolo Tyler, che è sempre più malato – e accetta. Firma un accordo con la Prime Destinations e si lascia impiantare un neurochip nella testa.
Qualcosa però va storto. Callie si risveglia prima del previsto, nel bel mezzo di una vita che non le appartiene. Quella della donna che ha affittato il suo corpo. All’improvviso, è ricca, immensamente ricca. E felice. Possiede una casa in riva al mare, guida un’auto costosissima ed è fidanzata con l’affascinante nipote del senatore. Che cosa potrebbe volere di più? A Callie sembra di vivere in un sogno. Almeno fino al momento in cui scopre di essere intrappolata in un gioco molto più pericoloso di quanto avrebbe mai immaginato…
Recensione: premessa: le frasi sul retro di copertina non c’entrano un belino con la storia. Non aspettatevi dei giochi mortali come in Hunger Games (“un gioco senza regole”) e sappiate che la protagonista non è “disposta a tutto pur di vivere un’altra vita”.
Il romanzo si svolge in un’America devastata da un’epidemia che ha lasciato in vita solo le due fasce d’età che sono state vaccinate, ovvero coloro sotto i vent’anni (anche se in realtà si parla soltanto di adolescenti) e gli anziani.
Callie è un’adolescente con un fratellino a cui badare, orfana, che quindi si ritrova a vivere con lui in vecchi palazzi disabitati. Suo fratello sta male ed è malnutrito, quindi Callie decide di andare alle Prime Destinations, società che si occupa di affittare i corpi degli starters e degli enders. Dopo il terzo noleggio, avrà una cifra sufficiente per andare a vivere da qualche parte con fratellino e amico. Tuttavia, alla terza volta qualcosa va storto, perché Callie si risveglia durante il periodo del noleggio. La ricevente (ovvero colei che l’aveva noleggiata) vuole usare il suo corpo per scopi che si scopriranno nel corso della storia.
Il paragone con Hunger Games, comunque, almeno nel mio caso, è sorto spontaneo, visto che alcuni personaggi mi sono sembrati i cloni di quelli della Collins, ovvero: l’amico della protagonista, Michael, che si occupa del suo fratellino (qualcuno ha detto Gale e Prim?) e la piccola Sara (tale e quale a Rue, mi è venuto naturale immaginarmela come lei), tutti di un certo rilievo, almeno in teoria. Già, in teoria. Perché nella pratica moltissimi personaggi sono soltanto delle macchiette prive di spessore, che servono soltanto a far andare avanti la storia. Ci sono anche i personaggi che mi sono piaciuti, come Helena (la ricevente di Callie), Blake (dopo il finale, però, perché l’ho rivalutato completamente) e Madison.
In Starters, inoltre, la gente cambia idea alla velocità della luce, mi ricordo un dialogo tra Callie, la protagonista, e Madison, un’arzilla vecchietta in un corpo a noleggio, che era una cosa come:
Madison: «Che bello! Non vedo l’ora di fare questa cosa!»
Callie: «Ma come, Madison? È una cosa orribile!»
Madison: «Oddio, hai ragione! È orribile! Da oggi in poi ti aiuterò ad abolire questa cosa orribile che ho sempre fatto senza alcuno scrupolo!»
Dialoghi del genere si ripetono almeno un paio di volte. O Callie ha il superpotere di far cambiare idea alla gente con una semplice frase, oppure c’è qualcosa che non va.
Nonostante questi difetti, il libro è ben scritto, senza infodump e senza punti morti. Ci sono un paio di cose che mi hanno fatto storcere il naso, oltre a quelle citate in precedenza, ma non ne ho parlato perché poi si spiega tutto in una maniera che mi ha lasciata abbastanza a bocca aperta.
Il finale mi è sembrato il peggiore che fosse mai stato scritto, perché moltissime cose venivano lasciate in sospeso. Lì per lì, ho pensato di togliere un paio di stelline al libro soltanto per il finale.
Poi ho scoperto che è in lavorazione un seguito. E lo comprerò.