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Recensione "Storie Pazzesche"

Creato il 14 febbraio 2016 da Giuseppe Armellini
Recensione
Un film argentino ad episodi acclamatissimo dalla critica.
Un tema comune, la vendetta.
Divertente, grottesco, e anche abbastanza caustico in alcuni momenti.
A mio parere, però, rovinato da dei finali di episodio quasi mai convincenti.
Avevo nel mirino Storie Pazzesche da due annetti.
Erano tante le cose che mi affascinavano.
Intanto la provenienza argentina, un cinema che bazzico poco ma sempre molto interessante.
Poi un grandissimo successo di critica, con premi ovunque e anche la nomination all'Academy come miglior film straniero.
Ma quello che mi attirava di più era la sua struttura antologica.
Amo moltissimo i film ad episodi, forse perchè se ne vedono talmente pochi che ogni volta ne becchi uno ti sembra una strana creatura alla quale non puoi fare a meno di resistere.
Io son cresciuto con i Creepshow, tanto per citarne uno.
Ecco, devo dire che Storie Pazzesche mi ha un filino deluso.
Certo, rimane un film godibilissimo, molto originale, divertente e anche molto caustico nelle sue tematiche.
Il problema principale sta nell'essermi ritrovato sei episodi tutti buoni ma nessuno formidabile.
Quasi tutti hanno evidenti problemi strutturali o, nel caso la struttura regga, dei finali molto deludenti.
C'è un tema comune, la vendetta.
Quasi sempre una vendetta molto privata, ad personam.
Solo in due casi la vendetta ha maglie ed obbiettivi più larghi.
Quello che eccelle in Storie Pazzesche è la regia, la scelta delle location e gli attori,
Insomma, quasi tutto no?
In alcuni casi la visione è davvero piacevole, il giovane regista Szifron sa girare e ha un comparto tecnico di altissimo livello.
E funziona anche questo suo essere, il film dico, al tempo stesso grottesco, divertente, tragico e surreale. E' evidentissima una stessa mano nella scrittura, tanti temi sono ricorrenti, le strutture si somigliano, ci sono anche curiose cose che tornano più volte (le automobili, le esplosioni, la morte finale).
Ma scriviamo due cose per ogni episodio.
PASTERNAK
Ecco, nella sua brevità forse questo è l'episodio più coeso e con meno difetti. Probabilmente, anche se negli effetti il più tragico, è anche il più divertente. Una semplice idea, al confine con la barzelletta, e 10 minuti per dipanarla.
Mette semmai i brividi pensare al pilota tedesco che ha fatto schiantare l'aereo l'anno scorso, La vicenda somiglia abbastanza a quella del film
I RATTI
Ambientazione semplice ma molto efficace, una squallida tavola calda persa nel nulla. La regia è perfetta nel muoversi tra la sala e la cucina (da dove, attraverso dei vetri, possiamo vedere la stessa sala). I personaggi funzionano tutti e forse, a livello umano, è questa di tutta la raccolta la vicenda più empatica per lo spettatore. Il problema è un finale assassino (in tutti i sensi) talmente frettoloso e buttato là che non ci si crede
IL PIU' FORTE
A livello tecnico un grande episodio. I due piccoli incidenti con le auto son girati benissimo e la location è perfetta. Quello che convince poco sono le motivazioni dei due protagonisti che cominciano un gioco al massacro francamente improbabile. Anche qui il finale finale è deludentissimo.
BOMBETTA
Kafkiano, molto interessante. Non tanto per quello che vediamo ma per le considerazioni che possiamo tirarne fuori. Senza che ci sembri affatto impossibile il protagonista, il Darin de Il Segreto dei suoi occhi, perde tutto, moglie, famiglia, lavoro, casa, automobile. E solo perchè ha parcheggiato l'auto in sosta vietata. Tutto funziona alla grande fino al terzo finale deludente consecutivo, un'esagerata e francamente irreale glorificazione del protagonista. Finchè hanno raccontato il suo dramma privato, certo derivante da una società oppressiva e cinica, tutto funzionava benissimo. La sua svolta sociale finale, grottesca, può essere un'idea carina ma che richiede una totale sospensione d'incredulità, anche per quel rappacificamento famigliare.
LA PROPOSTA
Altro soggetto, come quasi tutti del resto, molto interessante. Specie per quel mostrare "l'altra parte", ossia le reazioni della famiglia dell'assassino, seppur involontario, anzichè quelle della famiglia della vittima.
Tutto scorre molto bene, forse un pò ripetitivo ma convincente.
Ma per l'ennesima volta arriva un finale troppo improvviso.
FINO A CHE MORTE NON CI SEPARI
Forse la storia meno "pazzesca" (anche se, prologo a parte, non lo è realmente nessuna) ma quella più convincente. Intanto c'è da esaltare una regia che si sa muovere dentro il matrimonio in maniera divina. L'uso degli spazi e dei movimenti di macchina è perfetto. C'è una cura del dettaglio notevole, ma la cura del dettaglio del resto c'è in tutti gli episodi. Ad esempio qua, specie nel finale, c'è una sensazione di "realtà" possibile solo grazie ad una grande cura del montaggio. Penso solo ai capelli che si toglie la sposa, poi rimasti sempre là in terra. Ma anche tutte le azioni che si svolgono in contemporanea sono benissimo gestite. Il finale, stavolta, l'ho trovato perfetto
In definitiva sei storie tutte molto simpatiche, originali e ben girate
Ma, secondo me, siamo ben lungi dal mezzo gioiello di cui si parla
(voto 7 )

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