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[Recensione] Stryx – Il marchio della strega

Creato il 09 febbraio 2013 da Topolinamarta

Credete che i romanzi fantasy per Young Adults devono essere l’uno il clone dell’altro e fare acqua da tutte le parti a priori? Be’, lo credevo anch’io… Per fortuna ho scoperto, tramite il progetto, un libro che mi ha fatto cambiare idea, almeno in parte. Permettete che ve ne parli? :)

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stryx
Titolo: Stryx
Sottotitolo: Il marchio della strega
Autore: Connie Furnari
Generi: urban fantasy, young adults, streghe, magia
Editore: Edizioni della sera
Collana: Spade d’inchiostro
Pagine: 292
Anno di pubblicazione: 20111
Prezzo: €12,00
ISBN: 9788897139041
Formato: brossura
Valutazione:
[Recensione] Stryx – Il marchio della strega
Grazie all’autrice per avermi inviato il libro in formato eBook.

RIASSUNTODopo aver vissuto in Inghilterra, Sarah, una potente strega, torna a Salem decisa a ricominciare una nuova vita senza la magia. Inaspettatamente, giunge la sorella minore: Susan, strega intrigante e perversa che ha scelto di passare al lato oscuro per la sete di potere, determinata a sconvolgere l’esistenza di Sarah e degli ignari studenti del liceo di Salem.
La vita scolastica si rivela fin da subito molto più dura del previsto. L’unico apparentemente interessato a conoscerla è un giovane dai grandi occhi grigio azzurro: Scott. Il solo ad essere in grado di risvegliare in lei antichi sentimenti che credeva ormai essere assopiti.
Ma Salem ben presto comincerà ad essere sconvolta da numerosi delitti inspiegabili, il cui unico filo conduttore sarà un marchio a forma di ‘S’ posto sulle vittime. Le strade della cittadina diventano pericolose trappole mortali, e a Sarah non resterà altro che affrontare il suo oscuro passato per poter salvare le altre giovani streghe e se stessa.

[Recensione] Stryx – Il marchio della strega
L’AUTRICE - Connie Furnari è nata a Catania, il 6 Dicembre del 1976. Si è laureata in Lettere con una tesi di psicanalisi freudiana sul “racconto perturbante”: un’analisi su come il fantastico interagisca nella vita reale, in modo diverso da persona a persona, fin dalle fiabe dell’infanzia. Ha vinto numerosi premi con le sue poesie e ha pubblicato racconti in diverse antologie. Scrive per la rivista on line Fantasy Planet e aderisce a numerosi siti letterari. Da sempre appassionata di scrittura e di cinema, vive tra centinaia di libri e dvd; adora leggere, disegnare fumetti manga e dipingere quadri a olio mentre ascolta musica classica.
Scrive fiabe per bambini, fantasy, urban fantasy e paranormal romance.

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RECENSIONE

Quando ho letto il riassunto di questo libro, ricordo di aver pensato: “Oddio, ecco l’ennesimo fantasy-fotocopia, ovviamente sulla scia di Tualet.”
Questo è vero, almeno in parte, ma per fortuna non è tutto qua. Tanto per cominciare, per una volta il “bello e dannato” della storia non è un lui ma una lei, sebbene quest’ultima – che risponde al nome di Sarah – interpreti sempre la parte della ragazza carina-ma-sfigata che si trasferisce e che si ritrovi a fare i conti con le onnipresenti Barbie del liceo e con tutta una serie di personaggi poco raccomandabili. Non mancherà, naturalmente, l’amore proibito per un ragazzo, che le farà passare non pochi guai.

[Recensione] Stryx – Il marchio della strega
Nonostante questi (apparenti) cliché belli grossi, però, a lettura ultimata posso dire che si tratta davvero di un buon libro.
Tanto per cominciare, infatti, già dopo poche pagine si capisce che Sarah non è affatto la solita adolescente insicura, che si sente bruttina e che non fa altro che piangersi addosso. A dire il vero, anche se di anni ne dimostra diciassette, ne ha in realtà molti di più in quanto strega, e a dispetto delle apparenze miti e semplici è capace di tirare fuori, se necessario, una grinta con cui non occorre scherzare.
All’inizio di lei si sa ben poco, tanto che non è difficile rimanere spaesati dalla sua situazione: soltanto che si è appena trasferita per cercare di ricominciare da capo, dopo una storia d’amore che ha lasciato dentro di lei un vuoto apparentemente incolmabile. Poi, però, riusciamo ad addentrarci di più nel suo passato, attraverso una serie di flashback molto ben strutturati che ci forniscono via via sempre più particolari: incontriamo sua sorella, l’esuberante Susan; osserviamo i loro incredibili poteri; conosciamo la maledizione che perseguita entrambe da più di trecento anni. In poche parole, pur senza fare spoiler, ben presto scopriamo che non dobbiamo dare nulla per scontato, e a questo punto gran parte dei cliché iniziali si sarà abbondantemente sgretolata: io personalmente non ho avuto difficoltà a lasciarmeli alle spalle e a dedicarmi solo alla storia, che mi ha regalato ore di lettura davvero piacevoli e avventurose.

Uno dei pregi principali riguarda di sicuro i personaggi e la loro caratterizzazione. Vi ho già parlato di Sarah e di sua sorella, ma naturalmente i protagonisti di Stryx non si limitano a loro due: l’altra figura assai importante è Scott, studente del liceo di Sarah dal quale quest’ultima si sentirà subito attratta a causa della somiglianza con il ragazzo che, secoli prima, è riuscito a possedere il suo cuore. Semplice affinità o qualcosa di più profondo? Non vi resta che leggere per scoprirlo, anche perché persino Scott sarà in grado di riservare parecchie sorprese, non solo a noi ma anche a Sarah.

Per il resto, ho apprezzato molto il fatto che nessuno dei personaggi sia schierato tra i “buoni” o tra i “cattivi”, anche nel senso lato dei due termini. Un esempio di questo può essere Ivy, altra nuova compagna di scuola di Sarah, che per i primi capitoli apparirà come l’adolescente bella, ricca, smorfiosa e assai pettegola più classica che esista… e invece, proprio quando vi sembrerà di conoscerla per quello che è, anche di lei potrete scoprire dei tratti non così scontati.
Lo stesso discorso può essere fatto con quasi tutti i personaggi, e il risultato, a mio parere, è eccellente: come già detto, secondo me Connie Furnari è riuscita a renderli vivi e con delle personalità palpabili, pur rimanendo l’uno diverso dall’altro.

[Recensione] Stryx – Il marchio della strega
Anche la narrazione mi è piaciuta molto: come già detto, vi è un frequente uso di flashback che raccontano, attraverso gli occhi di Sarah, il passato delle due sorelle; questi salti temporali, però, non disturbano come verrebbe da pensare, bensì rendono la storia movimentata e appassionante. Il tutto è condito, inoltre, da un buon uso del mostrato, il che rende le varie scene estremamente vivide e coinvolgenti.
A parte un buon numero di virgole che sembrano messe a caso (se ne trova una tra soggetto e verbo quasi a ogni pagina) e alcune descrizioni un po’ ripetitive, specialmente quelle riguardo all’aspetto fisico dei personaggi (non casca il mondo se il colore degli occhi e dei capelli di Sarah non viene ripetuto ogni volta che se ne presenta l’occasione, per dire), dunque, lo stile mi è parso di un ottimo livello.

A questo punto, credete ancora che sia impossibile che, da una trama poco meno che banale come può apparire questa, possa nascere una storia comunque avvincente e scritta bene, e che in generale il libro risulti ben strutturato e assai piacevole da leggere? Be’, in tal caso vi consiglio di leggere Stryx: potreste rimanere sorpresi.

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In sintesi…

[Recensione] Stryx – Il marchio della strega
[Recensione] Stryx – Il marchio della strega

Storia che sfrutta elementi già visti in
modo originale. Diverse virgole fuori posto, alcune
descrizioni ripetitive.

Personaggi caratterizzati bene, non
stereotipati né del tutto buoni o cattivi

Storia avvincente.

Flashback ben strutturati, incuriosisco-
no senza creare confusione.

Quelli che possono sembrare cliché
risultano presto ribaltati.

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Una frase significativa…

«Non pensare di cavartela così» la fermò Sarah, mentre cercava di avviarsi. Indicò la stanza piena di abiti sparpagliati alla rinfusa, sul letto e sul pavimento. «Rimetti tutto a posto» ordinò.
La ragazza bionda brontolò con aria annoiata, alzò la mano e tutti i vestiti sparsi per la camera volarono dentro l’armadio, ordinandosi uno dopo l’altro sulle grucce.
«Che faticaccia!» disse Susan con sarcasmo e fece finta di asciugarsi il sudore dalla fronte. Uscì canticchiando e scese al piano di sotto, tenendo il corvo sulla spalla. «Au revoir, mademoiselle.»
Sarah rimase sola, prese in braccio Circe e la strinse al petto, cercando una morbida seppure momentanea consolazione. Ripensò ancora ad Arthur e a quella mattina di Aprile, quando si erano incontrati nel bosco.
Era stato davvero il destino a farli incontrare, perché quell’incontro all’apparenza casuale, aveva innescato la catena di eventi che avrebbe segnato le loro vite per sempre.


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