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Recensione "Thale"

Creato il 26 giugno 2014 da Giuseppe Armellini
Recensione Non so se sia una coincidenza, credo di no, ma l'unico film assimilabile a questo che ho visto negli ultimi anni è il bellissimo The Troll Hunter.
Parlavo di possibile coincidenza perchè sono tutte e due norvegesi (tra l'altro gli unici due film norvegesi che credo di aver visto in vita mai anche se forse c'è anche quello degli zombie nazi, ma ora non ho voglia di controllare).
Ma si sa, le leggende sulle creature mitologiche nei paesi nordici abbondano, fa proprio parte della loro cultura, del loro background, e anche "paesaggicamente" sono posti perfetti per alimentarle.
Se l'altra volta si parlava di troll stavolta abbiamo a che fare con le (gli) Huldra.
In realtà il comportamento e l'aspetto che hanno nel film differiscono un pò dalla leggenda ma le leggende son belle per questo, sono leggende, quindi modificabili.
Siamo anche stavolta dalle parti del soft horror (molto soft) di carattere fantasy e anche in questo caso il risultato è più che buono.
E' vero, il livello di Troll Hunter era enormemente superiore ma anche quest'altro piccolo film si lascia guardare volentieri se si è appassionati all'argomento.
Quello che sorprende è la splendida fotografia e l'uso delle location, davvero sbalorditivo. Fa rabbia perchè dimostra che basta una buona camera digitale e saperla usare bene per raggiungere risultati esteticamente meritevoli. Non capisco perchè da noi sia così difficile...
Il regista è bravissimo a muoversi sia nei limitati spazi interni che nei magnifici boschi fuori.
E usa almeno tre fotografie diverse, quella per il presente, quella sovraesposta e dai colori bellissimi per i flash back e quella un pò videoclippata per le soggettive delle creature.
Ho apprezzato molto il metodo narrativo usato grazie al quale scopriamo la storia di Thale piano piano, o attraverso i flash back che lei "trasmette" attraverso il contatto con i protagonisti oppure tramite le cassette registrate (ottime). In realtà non c'è alcun colpo di scena, tutto è prevedibile, però questa storia della creatura rapita da piccola e cresciuta come un essere umano cercando di modificarle abitudini e metabolismo (infatti la ragazza diventerà molto diversa dagli altri esemplari della sua specie) l'ho trovata affascinante.
Così come l'idea (sempre che io abbia capito...) che più che creature diverse da noi le Huldra siano soltanto una nostra diversa evoluzione avvenuta in cattività. Questo spiega anche di più il tentativo di esperimento su Thale in effetti.
E vincente è l'idea (come in Troll Hunter!!) che dietro a tutto ci sia lo Stato (o chi per lui) che sa dell'esistenza di queste creature e cerca di eliminarle o tenerle lontane da noi.
Di tematiche o possibili letture metaforiche e sociali ce ne sono tante (l'educazione, il venire strappati alla propria natura, gli abusi sessuali, il seguire proprio istinto, la società "civile" e quella naturale) ma il film non te lo fa mai pesare.
Bravi gli attori, funziona praticamente tutto a parte il personaggio di Leo che mastica sempre, alcune scene costruite malamente (come le guardie non si accorgano di lei e si facciano infinocchiare è un mistero...), e un andamento abbastanza statico.
Ma è un piccolo film di genere onesto ed originale.
E nel finale il dialogo tra i due amici è tutt'altro che mal costruito e banale.
Anzi, parla di miracoli e di cose che non ti spieghi, cose così grandi che non riesci nemmeno a gioirne.
E ti torna in mente quel fiore chiuso morto nel pugno e tornato splendido nella mano aperta.
( voto 6,5)

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