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Recensione | The 100 3×06 “Bitter Harvest”

Creato il 27 febbraio 2016 da Parolepelate

Jaha, che questa settimana troviamo nelle vesti di un predicatore che distribuisce ostia a chi si confessa, è riuscito ad insinuarsi bene nelle menti degli abitanti di Arkadia. Ma non tutti sono stati ammaliati dalla prospettiva di far scomparire il dolore, soprattutto non Abby che monitora da vicino cosa succede.

 E così la bomba è stata sganciata. Metaforicamente.

Recensione | The 100 3×06 “Bitter Harvest”

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La chiave per la City of Lights non porta via solo il dolore, a quanto pare porta via i ricordi dolorosi e tutto quello che potrebbe ferire. Non sapevo se avrebbero mai accennato a Wells, ma la sua menzione è stata quasi perfetta. E’ stata il pretesto perfetto per farci vedere come Jaha ha dimenticato il figlio, causa maggiore delle sue sofferenze, e solo grazie al suggerimento di Alie lo ricorda. Cosa significa esattamente questo? Jaha ha spiegato esattamente cos’è, quella chiave. Ma oltre ad impedire il dolore, cosa blocca? Ricordi? Memoria? Solo i ricordi dolorosi? Mi chiedo se in qualche modo Raven dimenticherà Finn, allora. Quando volevo Raven felice non intendevo esattamente questo: bisogna stare sempre attenti a ciò che si desidera. Soprattutto perché nonostante fosse felice, non era la NOSTRA RAVEN. Non ha fatto domande quando le hanno chiesto di fare un “favore”, né ha dubitato nulla. Sono lieta che Jasper abbia visto la momentanea amnesia di Jaha rispetto Wells perché forse questo può spingerlo a scegliere di non prendere la “chiave”, per paura di dimenticare Maya, i suoi genitori o gli amici persi.

E Jackson? Perché, Jackson!?

E sempre grazie a Jaha scopriamo un altro pezzo del grande, grandissimo puzzle che è The 100: le stazioni erano 13. Una è stata fatta esplodere per portare alla Giornata dell’Unione. E come si chiamava? POLARIS. Ma due lettere sono andate perse, e si nota la scritta POL IS.

Dopo Ton DC, ripresa da Washington D.C. e Polis da Polaris, mi aspetto qualche altro riferimento a città, stazioni o luoghi che sono stati mantenuti per cent’anni.

Ma credete che le rivelazioni di questa settimana sono finite qui? Assolutamente no. Scopriamo che (déjà vu o cliché?) Arkadia non ha cibo a sufficienza per sfamare tutti quanti quindi questa politica espansionista di Colombo Pike non è dovuta soltanto all’odio per i terrestri, ma anche alla necessità di trovare terreno per coltivare mais e cibi primari per sfamare la gente. Non che questa motivazione sia sufficiente per voler radere al suolo un intero villaggio e uccidere un ragazzino capitato sul loro cammino. Se l’Alleanza con Polis e gli altri 12 clan non fosse stata rovinata, avrebbero potuto coltivare lo stesso, grazie proprio al patto di alleanza. Ma Pike odia i terrestri, si sa.

Ma Bellamy sembra aver avuto un momento di redenzione, questa settimana. Non ha fatto niente di buono ma, a differenza della scorsa settimana in cui ha fatto solo cose “brutte”, questa settimana ha almeno pensato alla cosa giusta. Gli è almeno venuto il dubbio che sterminare un villaggio per coltivare mais non era l’unica soluzione. Peccato che un attimo dopo l’influenza di Pike abbia vinto e Bell sia ricascato dell’idiozia che sembra guidarlo negli ultimi avvenimenti. La cosa che più mi ha sorpresa però è il fatto che non abbia neanche provato a difendere O. quando Pike l’ha incolpata.

Recensione | The 100 3×06 “Bitter Harvest”   Recensione | The 100 3×06 “Bitter Harvest”

Octavia ha passato l’episodio cercando di attaccare toppe a destra e manca, sperando di parare qualcosa in questa situazione che sfocerà in una guerra o in uno sterminio. Se da una parte non avvertire i Grounders del piano di Pike può salvarli ed evitare una strage, dall’altra farlo può mettere in pericolo la squadra che sarà inviata e quindi i suoi amici. E la morte di Monroe, per quanto non sia una sua responsabilità, sono certa che si farà sentire sulle spalle della nostra piccola Terrestre-Grounder. Ma non è l’unica ad aver messo in pericolo le vite delle persone che ama per evitare un massacro e una guerra: Miller stesso ha visto andare il suo ragazzo (è il suo ragazzo, no? Non che sia mai stato detto, ma a me pare palese!) in una possibile imboscata, perché anche Miller è responsabile della figa di notizie che ha portato non solo alla morte di due degli Arkers ma anche alla cattura di Octavia. Ovviamente, tutti sanno che Kane è il responsabile di quello che sta succedendo e lui stesso se ne incolpa. La scena tra lui e Abby mi ha fatto realizzare quando i personaggi siano cambiati dalla prima stagione? Nelle primissime puntate odiavo Abby e odiavo Kane, entrambi per diversi motivi ma non sopportavo nessuno dei due mentre ora mi sembra impossibile non amarli e, soprattutto, non volerli insieme. A quando il bacio? A quando le nozze? A quando un fratellino?

Let’s call it hope.

Recensione | The 100 3×06 “Bitter Harvest”

Clarke invece è portata a farsi un esame di coscienza e deve capire cosa farne con Emerson, responsabile delle morti durante l’esplosione a Mount Weather. Ma Emerson è tanto responsabile quando Clarke. Per Wanheda, Emerson deve pagare, lei vuole la sua vendetta per le persone uccide e, anche se non giustifico gli eventi che hanno portato alla morte degli abitanti del Monte, le cose sono un po’ diverse. Il gesto di Clarke (e Bellamy e Monty) era un “o muori o uccici” mentre quello di Emerson era una vendetta. E ora vuole vendicarsi. Occhio per occhio e il mondo diventa cieco.

Ma Clarke decide di non ucciderlo ma fargli pagare una punizione peggiore: essere esiliato, sapendo di essere l’unico rimasto della sua gente. Titus più volte ha sottolineato come le idee di Clarke stiano cambiando e influenzando Lexa. Il “blood must not have blood” non è di Lexa, e Titus non perde mai la chance di dirlo. Sia gli antenati di Lexa che i suoi sottoposti però non accettano di buon grado questa sua idea pacifista. Cosa ne verrà? La morte di Lexa? Chissà…

Grazie a Murphy ora abbiamo però un collegamento tra la City of Lights e Polis.

Alla prossima settimana con “Thirteen” 

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