Titolo: Il colore venuto dallo spazio
Titolo originale: The Colour Out of Space
Autore: Howard Phillips Lovecraft
Editore: è reperibile gratis ovunque
Genere: horror, fantascienza
Voto:
Trama: Un tecnico idrico viene inviato a fare dei sopralluoghi in un paesino di campagna nei pressi di Arkham. Lì troverà un posto totalmente morto e innaturale, che lo spaventerà, ma non gli impedirà di farsi raccontare da Ammi Pierce, un locale, la terribile storia che si cela dietro al meteorite che colpì la zona molti anni prima.
« Che cosa sia, Dio solo lo sa. In termini di materia suppongo che la cosa sia un gas, ma obbediente a leggi che non sono quelle del nostro cosmo; non è il frutto dei pianeti o dei soli che splendono nei telescopi […] non è un soffio dei cieli di cui i nostri astronomi misurano i moti e le dimensioni […] era soltanto un colore venuto dallo spazio, messaggero spaventoso degli informi reami dell’infinito, al di là della natura che conosciamo. »
Recensione: Di tutti gli scritti di Lovecraft, “Il colore venuto dallo spazio” è il mio preferito, superiore a mio avviso anche a “Il richiamo di Cthulhu”. Trovo che sia una sapiente miscela di horror e soprattutto fantascienza. Infatti è questo il tema predominante del racconto, visto che l’assoluto protagonista è niente meno che un particolare meteorite, caduto nei pressi della cittadina immaginaria di Arkham (sì, Batman non ha inventato niente, ora lo sapete) e che ha praticamente ucciso un’intera zona, dando vita inoltre a eventi metafisici inspiegabili e terribili.
Il protagonista del racconto non ha un nome, è la voce narrante di un tecnico inviato nei pressi per verificare le condizioni del terreno per la costruzione di una nuova diga. Incuriosito però dalla particolare conformazione della zona (una landa desolata, grigia e morta), il tecnico si rivolge ad Ammi Pierce, un abitante da molti ritenuto un folle, che gli racconta come “il colore venuto dallo spazio” abbia portato la morte e il terrore in quella zona.
Ammi racconta di un meteorite, la cui apertura da parte di alcuni scienziati ha dato vita a qualcosa, volatilizzatosi ancora prima di poterlo vedere. Questo qualcosa si è insidiato nel pozzo della famiglia Gadner e per anni se ne è nutrito, assorbendo loro la vita e la sanità mentale. Nella zona le mutazioni alla vegetazione e agli animali sono incredibili e terribili, tutte caratterizzate da uno spettro cromatico che semplicemente non esiste.
L’entità contenuta all’interno del meteorite è infatti la responsabile della morte della famiglia Gadner e della rovina di tutto, fino a che, come narra Ammi Pierce, sazia non se ne andrà abbandonando il nostro pianeta.
La scrittura di HPL non è semplice. Ho avuto la fortuna di leggere una traduzione di questo racconto in un libro edito da Feltrinelli, che ne ha mantenuto intatto il messaggio, semplificando lo stile pesante dell’autore. Nonostante questo però è incredibile, come a così tanti anni di distanza, sia riuscita a provare paura.
“Il colore venuto dallo spazio” unisce due generi a me cari, la fantascienza e l’horror, mischiandoli in qualcosa di incredibilmente terrificante. Anche se HPL tende a non descrivere mai nello specifico cosa vede il protagonista (un difetto che ho sofferto tantissimo in Dagon), in qualche maniera riesce comunque a visualizzarlo e lasciarlo intendere.
Così, anche se non sappiamo con esattezza che forma abbia “l’alieno”, sappiamo fin troppo bene cosa fa e onestamente l’idea di colori che non esistono mi affascina molto.
In conclusione: è da leggere. Non si può evitare di leggere HPL almeno una volta nella vita e questo breve racconto è indubbiamente un eccellente punto da cui iniziare (e affidatevi a traduzioni recenti).