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[Recensione] The Elder Scrolls V: Skyrim

Creato il 12 aprile 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] The Elder Scrolls V: SkyrimTitolo: Skyrim
Sviluppo: Bethesda Game Studios
Serie: The Elder Scrolls
Genere: Action RPG
Tema: Fantasy
Modalità di gioco: giocatore singolo
Anno: 2011
Voto: [Recensione] The Elder Scrolls V: Skyrim

Trama: The Elder Scrolls V: Skyrim è ambientato duecento anni dopo gli eventi di The Elder Scrolls IV: Oblivion, nella fredda regione di Skyrim. Questa è una provincia settentrionale di Tamriel, il continente dov’è ambientata tutta la saga.
Il drago Alduin, il Divoratore di Mondi, torna dal suo esilio attuato da tre antichi eroi che lo esiliarono grazie all’aiuto di una potente magia. Il giocatore, l’ultimo Dovahkiin (Sangue di Drago), deve respingere Alduin per salvare il mondo dalla distruzione.

Recensione: Skyrim è uno di quei giochi che possono decretare il successo totale o il fallimento critico di un’intera saga, quale la notissima The Elder Scrolls, iniziata con Arena e seguita da Daggerfall, Morrowind e Oblivion. Da amante appassionata di questa serie fantasy, ho atteso con ansia Skyrim, che ha risollevato tutte le mie aspettative cadute nel baratro dopo Oblivion.

Un gioco eccezionale quello di casa Bethesda, ma che non riesce a prendere cinque stelline per alcuni punti: il primo è senza ombra di dubbio la durata del gioco. La quest principale si risolve in meno di una trentina di ore (20 circa nel mio caso) e francamente l’ho trovata di una semplicità disarmante. Arrivare a sconfiggere il re dei draghi a livello 13 mi ha lasciata parecchio perplessa (in Morrowind, per solo pensare di avvicinare Vivec ci si doveva corazzare almeno a livello 60/70). E’ anche vero che il livello di Alduin cresce con il nostro, ma quel livello 13 mi ha lasciata un po’ meh :/

Un altro punto a sfavore è la dimensione della mappa: alcune notizie pre-uscita la davano simile a quella praticamente infinita di Morrowind, quando in realtà è appena simile a quella di Oblivion. Bisogna puntualizzare che i punti di interesse sono molti di più, per cui l’esperienza al di fuori della quest principale è arricchita rispetto al suo predecessore.

Macchinosa inoltre la gestione dei punti abilità del giocatore, ma comunque di facile apprendimento dopo qualche ora in game. E’ stata inserita una nuova modalità con la terza persona, su cui non esprimo alcuna opinione in quanto ho giocato sempre in prima persona, come la tradizione vuole.

Come risolvere questi problemi (comprese le onnipresenti texture che non vengono mai cambiate)? I mod. Installateli e divertitevi con nuove quest, oggetti e relazioni, ma attenzione: non sono prodotti da Bethesda, per cui usateli a vostro rischio e pericolo.

I dialoghi con i PNG (personaggi non giocanti) sono poco spessi alle volte, ma provate a parlare con una guardia: sono stati tutti avventurieri, ma si sono presi una freccia nel ginocchio.

Gli aspetti positivi del gioco riguardano indubbiamente i draghi: li abbiamo sognati e aspettati per anni e finalmente sono arrivati, bellissimi e maestosi, peccato che non si possano cavalcare, per questo aspettiamo una nuova uscita o un mod da parte della comunità che da sempre ferve per abbellire la saga.

Gli “urli”, i potenti poteri magici insiti nel Drangonborne, che dovremo imparare via via nella nostra avventura diventano sempre più potenti a ogni parola che troviamo nei dungeon del mondo nordico, per cui si affiancano ai poteri magici che possiamo imparare con il nostro personaggio (sempre i soliti a dire il vero), rendendo più apprezzabile l’atmosfera di gioco.

Un punto molto innovativo dal punto di vista “tecnico” è la mappa e il sistema di orientamento: simile aciò che si era già visto in Oblivion, la barra in alto allo schermo ci indica la direzione che dobbiamo seguire per il nostro prossimo obiettivo, impostabile all’interno della mappa. Inoltre è possibile visualizzare tutti i punti di interesse nelle vicinanze ed essi si aggiungeranno automaticamente alla mappa quando li avremo raggiunti, per poterci tornare in seguito con il trasporto veloce.

Concludo con l’ultimo aspetto positivo: la trama. Per quanto semplice il gioco possa essere, la trama di Skyrim è densa e particolareggiata come quella dei suoi predecessori, aggiungendo novità, segreti e quant’altro a tutto quello che gli altri episodi lasciavano in sospeso. Come si suol dire, la caccia ai Dwemer è sempre aperta…


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