The Elite (The Elite)
Kiera CassSperling & Kupfer312 pagine28 Gennaio 201417,90€Acquista qui: The elite
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Trama: Il secondo capitolo della serie iniziata con The Selection sulla scia di Hunger Games, un romanzo avvincente come un reality show.
Dopo le prime, durissime prove della Selezione, a Palazzo sono rimaste solo sei ragazze. Una di loro sposerà il principe Maxon e conquisterà la corona. America Singer è la favorita, eppure non è felice. Il suo cuore, infatti, è diviso tra l’amore per Maxon e quello per Aspen, l’amico di infanzia. Insieme al principe, America può vivere la favola che ha sempre sognato. Ma è davvero ciò che vuole? Confusa, chiede tempo per riflettere e si allontana da Maxon… Una decisione che potrebbe costarle molto cara. Perché nel frattempo la Selezione continua, più feroce che mai.The Selection, a dispetto dei molti commenti negativi, mi era piaciuto davvero, davvero tanto. L'idea era innovativa e originale, il triangolo amoroso che si è inevitabilmente venuto a creare un po' meno, ma comunque intrigante. Mi piacciono i romanzi in costume, il fastoso fascino della vita di corte, gli intrighi e i pericoli insiti nei distopici che coinvolgono inevitabilmente l'eroina protagonista. E America mi andava piuttosto a genio, con il suo talento musicale e il portamento fiero nella sua umile condizione di Cinque -quartultimo gradino nella scala sociale di Illéa. Dolce e giusta, divertente e combattiva, leale con le amiche ma una frana nelle questioni amorose, è riuscita a farsi valere per gran parte del primo romanzo, finché lo spettro del suo ex ragazzo, Aspen, non è diventata una presenza fisica proprio a Palazzo. Con Maxon all'oscuro della cosa, America e la sua indecisione si ritroveranno passeggere di una carrozza che le trasporta nel loro lento declino, favorendo l'ascesa di personaggi palesemente nemici come Kriss o Celeste, entrambe due diversi tipo di minaccia. Insieme a loro, ci sono ancora Marlee, Natalie ed Elise a competere nell'Elite per accaparrarsi Maxon e la corona, ciascuna forte delle proprie capacità e speranzosa di arrivare fino alle ultime fasi della Selezione, nella rosa delle candidate più favorite e acclamate. Maxon sembra non avere occhi che per lei, ma qualcosa inizia a cambiare nel loro rapporto, con un netto distacco da parte sua che non ho ben compreso, malgrado le sue vaghe spiegazioni che persino agli occhi di America, quando fiuta l'allontanamento del principe, sembrano deboli. Neanche fosse una conseguenza diretta, le cose precipitano e le apparenze crollano inevitabilmente sotto il peso dello stress. Il segreto di Marlee viene fuori, tanto grave da causare la sue espulsione, e tutta quell'aura di possibilità e speranza intessuta intorno alla probabilità di America di uscire vincitrice dalla competizione evapora sempre più velocemente. Si lascia abbattere dalle frecciatine velenose di Celeste e dall'evidente interesse di Maxon per le altre concorrente, Kriss in particolare, e ciò la tiene col morale a terra e dubbi atroci tali da mantenerla in pericoloso equilibrio sull'orlo del precipizio. Anziché ritrovare in lei quella determinazione per la quale l'avevo tanto ammirata in precedenza, fa di Aspen -di nuovo- la sua roccia, la sua fonte di sicurezza, comunque incerta per via dei sentimenti che nutre per Maxon.
«A volte mi sembra che Maxon e io siamo in una versione maschile della Selezione. In gara ci siamo solo io e lui, e alla fine uno di noi ti conquisterà, e non so capire chi sia messo peggio. Maxon non sa che siamo in competizione, perciò può darsi che non si sforzi abbastanza. Ma d’altro canto, io devo nascondermi, quindi non posso darti quello che può darti lui. In ogni caso, il nostro non è un duello equo.»La strana cordialità che le ragazze mostravano l'un l'altra, facendo passare in secondo piano la rivalità che avrebbe invece dovuto dividerle, si incrina e rivela l'ostilità e la gioia di veder fallire le altre nel corso della gara. Insomma, finalmente la Selezione si afferma per quello che è, una competizione, e la fiducia che America nutre per le ragazze si fa più accorta, meno evidente, portandola così ad aprire gli occhi e vedere finalmente la realtà dei fatti. I modi di una leader, di una principessa, sono difficili da carpire, conquistare e fare propri, ed è ciò che preoccupa maggiormente America. Le altre ragazze hanno qualità così spiccate da mettere in risalto la loro adeguatezza a corte, eppure lei le possiede tutte, lo vedevo bene, nascoste sotto la sua irruenza, le sue insicurezze e la sua indecisione. C'è da chiedersi perché si trova lì, e suppongo che la sicurezza necessaria per rispondere a questa domanda, America la troverà solo alla fine. Infondo, ciò che critico in questo libro non è tanto -non è solo- il triangolo amoroso o l'improvviso e irritante cambio di personalità che America mostra lasciandosi prendere dallo sconforto, dalla rabbia e dall'impulso -insomma, chi mai asseconderebbe il proprio istinto in maniera così diretta e scapestrata a corte? Appoggio assolutamente il fatto che, a differenza delle altre, le sue idee siano rivoluzionarie e con un forte senso di giustizia, e che spesso sia pronta a difenderle a costa della faccia, ma avendo a che fare con i monarca e un'intera nazione dall'altro lato dello schermo, cautela e furbizia sono le parole magiche. Ho mal sopportato queste cose, e tuttavia non me la sento di criticarla interamente per questo, perché la mia empatia mi impedisce di farlo. No, quello che più mi infastidisce di lei è la sua incoerenza, il fatto che critichi tante cose, a Maxon, o Aspen o alle ragazze, senza tenere conto del fatto di star facendo gli stessi identici errori -e questo li rende sicuramente più gravi e insopportabili!
Ovviamente, il mio timore più grande era quello di vedere fallire la Cass proprio sulle questioni di cuore. A parte varie scene emozionanti e soddisfacenti, io davvero non ce l'ho fatta: ho mal sopportato America in generale, specie quando i suoi pensieri correvano da Maxon ad Aspen, con quel suo rimbalzare fra la convinzione di poter accettare la prospettiva di divenire principessa pur di non abbandonare Maxon, e l'incapacità di lasciare andare un ragazzo che, come Aspen, la capisce così bene. Non avevo parole, solo una gran voglia di sbatterle la testa contro il muro perché, si, normalmente avrei scelto un tipo tenebroso e pieno di sé come Aspen, ma Maxon!, con quei suoi modi dolci, raffinati, affascinanti, mi ha conquistata! E faccio sicuramente il tifo per lui.
Tutto ciò ha inevitabilmente influito sulla considerazione che ho di lei -e, di conseguenze, dell'intero romanzo. Diventa cinica, paranoica, con una tendenza al vittimismo che svilisce il suo carattere tenace e la trasforma in quella che tutti si aspettano che sia: una vera Cinque, una perdente, troppo poco raffinata per diventare principessa. Il suo umorismo e il suo bell'aspetto non bastano più ad accattivarle il favore del popolo, che vota personalità più decise e di spicco come Kriss e Celeste. Anche se mal sopporto queste due, in The Elite si sono dimostrate decisamente più forti e capaci di quanto lei non sia. Ma la mia predilezione per i casi disperati mi ha impedito di odiarla del tutto, e mettendomi nei suoi panni ho riconosciuto sentimenti, paure, incertezze che sicuramente avrebbero colpito e abbattuto anche me.
Quello che invece ho apprezzato è che, stavolta, la sfumatura distopica si accompagna in maniera più equilibrata al lato romance, che in The Selection aveva preso il sopravvento. Scopriamo qualche caratteristica in più legata alla storia di Illéa, al fondatore della monarchia, ai ribelli, che invadono sistematicamente il castello, ora è palese, alla ricerca di qualcosa. Qualcosa di cui ho compreso la natura molto prima di America, in via piuttosto ipotetica, e di cui attendo conferme decisive nell'ultimo. Gli intrighi e i segreti sono nascosti dove meno ci si aspetta di trovarli, e il seme della consapevolezza e dalla rabbia è qualcosa che ho assolutamente condiviso con America.
Il romanzo ha quel tipo di semplicità e linearità che ti induce a continuare a leggere. Nonostante abbia desiderato di sgozzare America per la maggior parte del tempo, la voglia di leggere il sequel ce l'ho eccome, anche solo per arrivare ad ucciderla sul serio! E non solo per vedere come finisce, ma anche per capire se la scintilla di determinazione che ho intravisto nel finale farà tornare America la protagonista che mi era tanto piaciuta all'inizio. Di positivo, qui, c'è qualche finalmente di cui posso gioire e che mi porta ad avere un po' di speranza per dei miglioramenti. Ammesso che, a forza di terribili colpi di scena ipotetici ci sia permesso sperare...