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Recensione The Following – Series Finale (3×14/3×15)

Creato il 20 maggio 2015 da Cinetvrecensioni

E’ arrivato il momento del season finale anche per The Following. Purtroppo non si tratta di un semplice season finale, ma di un finale vero e proprio, un finale eterno. Per salutarci, gli autori di questo telefilm geniale, ci hanno regalato un doppio episodio davvero al cardiopalma. Non abbiamo avuto un momento di tranquillità, di respiro o di noia. Siamo rimasti attaccati allo schermo per un’ora e mezza, senza avvertire il tempo che passava perchè, almeno a mio parere, sono stati due episodi meravigliosi.

Ma partiamo con il primo, “Dead or Alive”. Ci sono diversi “morti o vivi” in questo episodio. Il primo che incontriamo è di sicuro Mike. Il poveretto viene trasportato d’urgenza in ospedale dopo l’attacco imprevisto di Mark. L’agente è un rottame: un polmone collassato e il fegato spappolato, ma combatte ferocemente tra la vita e la morte, per l’appunto.

Chi combatte fermamente per la vita è Gwen, che dentro di sé porta il frutto del suo amore per Ryan (noi ci crediamo fino in fondo al loro amore)… cosa c’è di più vitale di un bambino che ancora deve nascere? La donna corre non appena viene a sapere delle condizioni critiche di Mike e, nonostante sia essa stessa in pericolo di vita, assiste la povera Max come una madre amorevole, la rassicura e le fa capire che non è colpa sua se Mike è stato sparato. Ma gli Hardy, si sa, fanno fatica quando non riescono a controllare tutto.

Ma anche Ryan si sta battendo per la sua vita: informa Gwen della riunione degli alcolisti anonimi e, in una confessione che ci fa stringere il cuore, afferma che la sua vita sono lei e il bambino in arrivo e non il suo lavoro. Vuole lasciare l’FBI non appena risolto il caso di Theo… qualcuno di voi ha pensato sicuramente “ma ci arriverà a vedere la fine di tutto questo?”.

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Theo nel mentre sta crollando. Non è più lui, non riesce a tenere la mente fredda e calcolatrice da quando ha visto sua sorella Penny morire per mano di Ryan. Pensa solo alla vendetta, a tutti i costi, anche a costo della sua stessa vita (per non parlare di quella di Daisy, che per lui vale meno di quella di un cactus). Per attuare questa famigerata vendetta si serve dell’aiuto di Eliza e del suo super disponibile staff… piccola parentesi per questa donna/meteora: continuano a ripetere quanto sia influente, quanto sia crudele, quanto sia superiore a tutto, ma nel mentre lascia che un assassino qualunque superi la sua sicurezza a suon di pistolettate in stile cowboy e soccombe ad ogni sua richiesta. Sicuramente anche lei ne ha da guadagnare, ma non ha assolutamente lo spessore di Theo o di Joe. Oh, Joe, quanto mi manca.

Insomma, mentre Ryan trova Eliza (che a lui si presenta come un’innocente segretaria) e la interroga senza ovviamente cavare un ragno dal buco, Theo e Daisy assaltano la casa dell’agente Mendez, che si trova lì insieme alla moglie e ai due figli, e la costringono a chiamare Ryan per tendergli una trappola. Theo è pronto ad ucciderlo, sta già preparando i proiettili giusti per farlo fuori, quando lo chiama Eliza che gli dice qualcosa che sconquassa completamente il suo piano: vogliono Ryan vivo. O vivo o non se ne fa nulla.

L’agente Hardy ovviamente è abituato a questo genere di cose e capisce subito cosa si cela dietro la telefonata. Si presenta all’appuntamento e, in un primo momento, pensiamo che libererà le due donne in 10 secondi, vista la facilita con cui si libera di Daisy, ma non è così.

Incredibilmente Ryan riesce a spostate l’area di “combattimento” nel bosco, lasciando le due donne nelle mani della sventurata Daisy, che si farà mettere nel sacco in poco tempo e che, poco dopo, viene anche uccisa da Max. Ma il vero problema sono Ryan e Theo che si inseguono nel bosco: l’oscurità della scena rende difficile capire chi sia in vantaggio e chi sia più esposto e, in tutto questo, il sottofondo è “agghiacciante”: Gwen lascia un messaggio in segreteria a Ryan che è proprio un inno alla vita. Lo mette al corrente dell’ecografia e addirittura gli fa sentire il battito del bambino, tutto questo mentre Ryan spara alla cieca nel buio, trova un agente dell’FBI a terra e, infine, si ritrova Theo alle spalle.

La seconda puntata si apre con l’agente Hardy che fa una piacevole gita in auto con Theo, che lo porta in un edificio abbandonato e lo chiude in una cella assieme all’agente Barton (la ragazza che aveva trovato a terra poco prima). Gli accordi con Eliza, per Theo, sono chiusi: ha intenzione di uccidere Ryan, non importa se poi lui stesso verrà assassinato dagli uomini di Eliza, lui vuole solo vendetta per la sorella. E infatti, come tortura, userà la stessa che Ryan ha usato su Penny, terrorizzata dall’acqua. Per quanto Hardy cerchi di farli cedere non ci riuscirà, dunque sottostà alla tortura senza lamentarsi (e come potrebbe, con la testa perennemente in acqua?).

Nel mentre, nel mondo sovrastante, Mike si è svegliato dopo il difficile intervento che aveva subito e lui e Max possono finalmente essere felici insieme. La ragazza aveva trovato un appoggio sicuro su Gwen, la quale viene anche a sapere che Ryan è scomparso.

Quando Ryan si sveglia dopo tutte le torture subite, come prima cosa, Theo ammazza Barton davanti ai suoi occhi. Una scena orribile, contando che poco prima Ryan le aveva detto di continuare a combattere per il fidanzato che la aspettava fuori da quell’incubo. Ci sono rimasta malissimo ma sapevo che sarebbe morta. Proprio in quel momento arriva Eliza con tutta la sua squadra alle calcagna e prendono in custodia sia Theo che Ryan.

E adesso arriva l’idiozia della puntata: l’agente infiltrato dell’FBI è nientedimeno che Lisa Campbell! Personalmente l’ho trovato un colpo di scena gratuito e anche un po’ forzato… La puntata sarebbe stata eccellente anche senza questo punto a sfavore della fantastica Lisa, che ho trovato sempre un bel personaggio… Ma capisco che dovevano finire col botto, quindi ci sta. Altra cosa che non ho molto apprezzato è che non hanno spiegato bene il motivo, il modo in cui Eliza la ricattava e tutto il resto. Ma perdono questo piccolo dettaglio e continuo per la mia strada.

Da questo momento in poi le cose cominciano ad andare molto velocemente (troppo per i miei gusti): sia Theo che Ryan riescono a scappare (ulteriore prova della mancanza di spessore di Eliza); Theo rapisce Lisa e parte alla ricerca di Gwen, non prima di aver detto a Ryan che ha intenzione di crescere il loro bambino a sua immagine e somiglianza (una prospettiva raccapricciante); Ryan e Max si ritrovano e, a loro volta, partono all’inseguimento di Theo, ma è troppo tardi, perché lui ha già neutralizzato la scorta di Gwen e l’ha rapita.

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Momento ad alto budget, elicotteri e scena epica su di un ponte sospeso su un fiume in piena contornato di cascate. Una delle scene più ad alta tensione di tutto The Following: Theo minaccia di uccidere Gwen se Ryan non li lascerà andare indenni, Ryan abbassa la pistola, dandola vinta all’assassino, ma poi, mostrando il sangue freddo che ce lo ha fatto sempre amare, gli spara all’improvviso.

Ed è così che doveva finire la puntata. Invece ho guardato in basso e ho visto che mancavano ancora 10 minuti e mi sono chiesta “cosa potrà mai accadere in 10 minuti?”. Enorme colossale sbaglio. Gwen e Ryan si abbracciano, felici ma all’improvviso Theo si rialza (ma questo non muore mai?!) e spinge Ryan giù dal ponte, insieme a lui. L’hacker finisce in acqua subito, mentre Hardy riesce a reggersi ancora per un po’, il tempo di un ultimo “ti amo” alla povera Gwen, poi si lascia andare nelle acque gelide.

La scena si riapre con la ricerca del corpo, con Max distrutta dal dolore per la perdita di sui zio, ma con una nuova famiglia davanti a lei: Mike, Gwen e il bambino in arrivo.

Una figura senza volta e zoppicante si muove per l’ospedale… Quanti di voi hanno pensato fosse Theo? Io sì, e per un attimo ho pensato che avrebbe fatto fuori tutti una volta per tutte, invece era Ryan! Lo scopriamo quando va nella stanza di Lisa, le tappa la bocca e le dice che sa che era lei l’infiltrata. L’ho trovata una scena bellissima, soprattutto quando lei gli dice che è impossibile risalire all’organizzazione, perché anche tra i ricchi e i potenti si annida il gene della follia. Ma Ryan li troverà.

Con un ultimo sguardo pieno di nostalgia ma, al tempo stesso, di determinazione, alla stanza dove si trovano Gwen, Max e Mike, lascia per sempre quella vita, quelle persone e anche noi. Sempre alla ricerca della giustizia. Perché, per lui, la felicità non è di questa vita.
È stato bello combattere con te, Ryan, ma adesso dobbiamo dirci addio.

Non c’era altro modo di finirla… Ryan sa che il suo scopo nella vita é difendere i suoi cari e l’unico modo per farlo era sparire, lasciarli liberi di essere felici al posto suo. L’ho trovato perfetto, generoso e molto da Ryan. Dopo 3 anni, pieni di colpi di scena, di dolore e e di rivincite, anche questa bellissima serie è giunta al termine. E ammetto di aver versato più di una lacrima in più di una scena. Ma si sa, quando si finisce un telefilm è sempre così. È stato un piacere recensire questa serie, potermi sfogare e farvi compagnia… Adesso, in onore di Ryan, è d’obbligo un rewatch dalla prima stagione fino a questa!

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