Titolo: The Gravedigger’s Brawl
Autore: Abigail Roux
Editore: Riptide Publishing
ISBN: 9781937551636
Numero pagine: 250
Prezzo: $ 7,99
Voto:
Trama:
Wyatt è un curatore del Museo di Richmond. Ash un barista acrobatico un po’ dark che lavora al Gravedigger’s, localino alternativo in un palazzo vittoriano con un oscuro segreto. Non hanno niente in comune, eppure si conoscono, si piacciono e s’innamorano perdutamente. Peccato che il Gravedigger’s sia infestato dai fantasmi e il più cattivo degli ectoplasmi ce l’abbia proprio con il gotico Ash.
Recensione:
Premessa: quando si affronta la lettura di un libro in lingua originale bisognerebbe sempre tenere conto di un’infinità di particolari, culturali, lessicali e perfino tipografici. In formato digitale, inoltre, queste ultime tendono a moltiplicarsi in modo esponenziale.
Quindi, una volta tanto, invece di lamentarmi di impaginazioni ed editing (anche se qualche ripetizione di troppo era impossibile da ignorare, pur tenendo conto del minor numero di sinonimi dell’inglese rispetto all’italiano) mi sono concentrato esclusivamente sulla trama. Di conseguenza, tutte le falle che presenta mi sono apparse ancora più smaglianti.
Prima cosa, i protagonisti: sono tutti spocchiosamente belli. Non carini, attraenti, fighetti, no: sono sempre bellissimi, divi da poster tradizionali americani, con tutti gli stereotipi del caso.
E, a proposito di cliché, quello più evidente riguarda un dettaglio di solito evidente nella quasi totalità degli Harmony americani: in una storia M/M, non si fa che ribadire ogni altro paragrafo che, nel caso non si fosse capito dal contesto, si tratta di due uomini, due maschi, che hanno un rapporto erotico. Sono gay, omosessuali, attratti da persone del loro stesso sesso, e pertanto fanno cose da gay, frequentano posti da gay, hanno relazioni con altri amici gay e… l’ho già detto che sono gay? Si è capito il concetto fondamentale?
Proprio perché sono gay e devono fare cose da gay (prometto che non lo ripeto più, adesso), il resto della trama può tranquillamente andarsene per i fatti suoi. La ghost tale riaffiora qua e là, per coerenza nei confronti della trama sopra citata, ma viene subito ricacciata nel suo ruolo di cornice. Dimenticavo: tra fantasmi e spiriti maligni, spicca anche quello gay con le sue brave connotazioni fisiche mozzafiato. Mancavano l’intervento in diretta da Cinquanta Sfumature di Christian Grey e quello da Twilight di Edward Cullen e famiglia, e me ne sono preoccupato fino all’ultima pagina. Per fortuna (o purtroppo), i due piccioncini (gay, mi raccomando) di turno sono troppo occupati a bisticciare, lasciarsi e ricongiungersi appassionatamente per dare corda a qualsiasi evento esterno alla loro coppia.
L’unica parte positiva, per me nei panni di un lettore, è stato l’esercizio linguistico sull’inglese: lo stile è rapido e colloquiale, pieno di espressioni idiomatiche e slang puro, ed è stata una piacevole sfida cimentarsi nella lettura su un livello così diverso da quello a cui ero abituato. Talvolta ho incontrato qualche difficoltà, ma indagando sono riuscito a cogliere anche le frasi più ostiche: un peccato che la trama sia stata così poco avvincente.