Un'impresa malriuscita
E' piuttosto raro che io valuti una lettura con una o due stelle, ma è cosa ancor più rara che io dia un giudizio tale quando si tratta di Zelda. Le opere di Miyamoto e soci (questo è un titolo sviluppato dalla Capcom) sono magiche, epiche, appassionanti; se le Akira Himekawa sono comunque riuscite ad essere all'altezza con la conversione manga di "Ocarina of Time", "Majora's Mask" e "Four Swords +", non si può dire che qui abbiano fatto lo stesso.
Una volta raggiunta la foresta, Link s'imbatte in una strana creatura, un cappuccio parlante di nome Ezlo che dice di sapere parecchie cose sui Picori, ad esempio che per scovarli occorre essere minuscoli, così suggerisce a Link di salire sopra a un ceppo lì vicino, dove a seguito di qualche parola magica il nostro eroe si rimpicciolisce! Quando trova i Picori, scopre che per riparare la Spada Sacra occorre recuperare i quattro elementi (terra, acqua, fuoco e vento) sparsi per Hyrule.
Della storia mi è subito sembrato strano anche il fatto che il fabbro fosse il nonno di Link; ho controllato, e infatti nell'originale si parla di zio (mamma mia quanto sono precisina quando si tratta di Zelda...!) che in realtà Link non deve prepararsi per combattere, quindi non viene bocciato (le Akira Himekawa gli fanno pure fare la parte dello "sfigato"), e in generale hanno dato a Link e Zelda un'interpretazione del carattere che non mi è piaciuta proprio: Link che non crede all'esistenza dei Picori?! Dov'è finito il suo cuore puro? Poi approfitta del suo essere minuscolo per guardare sotto la gonna di una ragazza; questo non è Link! E chi è quella Zelda capricciosa che pur di convincere Link ad accompagnarla alla festa del paese si mette a lagnare e piangere?! E va bene che nel genere manga è tipica la presenza di qualche "sipario comico", ma questi non sono gli eroi che conosciamo noi appassionati! Mi ricordavo una Zelda vivace, un po' maschiaccio e ribelle perché sfugge al comportamento consono a una principessa, ma non una così viziata e capricciosa come ci viene mostrata nel manga!
Come già visto negli altri manga della serie proposti dalle Akira Himekawa, anche in questo volume la storia scorre fin troppo in fretta quando si tratta di dungeon, boss, e oggetti speciali che poi entrano nell'arsenale d'armi di Link; in questo manga la presenza di tali elementi è ancora più scarna. D'un tratto vediamo Link in un dungeon che ottiene quello straordinario oggetto chiamato Giara Magica, poi lo vediamo con il Bastone Sottosopra, e sempre più a mo' di sketch, eccolo indossare i Guantoni Talpa! Ma che tristezza, non c'è un benché minimo di approfondimento e nemmeno una situazione che mostri come ognuno di questi oggetti sia importante per il proseguimento dell'avventura.
E' proprio questo ciò che manca al manga: entusiasmo, phatos, coinvolgimento. E' del tutto assente la magia che si respirava nel videogioco, quella sensazione di trovarsi in un altro mondo quando in realtà è lo stesso ma visto al microscopio, dove ti sembra essere una formica che passeggia tra ghiande e bottoni giganti, arrampicandoti nelle coste dei libri e temendo la polvere, col rischio d'affogare in quello che sembra un lago ma in realtà è solo una piccola pozzanghera, sfuggendo a gatti e pulcini che ti scambiano per cibo. Veramente ci sarebbero anche questi siparietti, ma nel videogioco era più intenso, aveva più spazio ed era vissuto costantemente come caratteristica principale della storia (un altro esempio, controllare tutto ciò che ti circonda alla ricerca di sentieri e piccole casette a cui si accede solo in forma Minish).
Nella storia cartacea sono poi sbandierati dei messaggi positivi talmente scontati e banali che fanno cadere le braccia. Mi si era creata una certa aspettativa sulla vicenda della farfalla che canta (non ricordo se fosse presente anche nel videogioco; in questo caso non ho controllato perché dovrei rifare tutta l'avventura!) ma alla fine si conclude in poche pagine e le solite battute melense.Le Akira Himekawa ci regalano però degli extra, 6 pagine che riguardano il passato di Vaati. Beh, non fanno né caldo né freddo; non era meglio dedicare quelle pagine alla storia vera e propria?
Si salvano solo i disegni, ma si era visto di meglio con "Ocarina of Time" e "Majora's Mask".





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