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Recensione | The Walking Dead 6×03 “Thank You”

Creato il 27 ottobre 2015 da Parolepelate

Sarò breve.

NO.

Vi lascio col promo del prossimo epis-

Ochèi, vabbè, sarò un po’ meno breve.

Dunque. Dunque dunque. Non ho idea di come scrivere questa recensione perché sono morta dentro. Non provo più emozioni di nessun genere, il mondo può pure finire oggi e non me ne potrebbe importare di meno.

Da che parte comincio?

Intanto, mi rifiuto di credere che Glenn sia morto. Che sia morto davvero. Glenn come Jon Snow. Ne va della mia sanità mentale. È dalla prima stagione che guardo la serie con la spada di Damocle della morte di Glenn in testa, e il fatto che, ora, una delle mie paure più grandi (telefilmicamente parlando) potrebbe essersi avverata, mi ha lasciata emotivamente devastata.

E anche parecchio furibonda. Con Nicholas. Da quando abbiamo fatto la sua conoscenza, ha combinato solo casini. Ora, nella situazione contingente in cui si trovavano lui e Glenn, spalle al muro e otto milioni di zombie davanti, perché fare quello che ha fatto? Se non vedevi altra via d’uscita, tanto da spingerti ad ucciderti prima di venire ucciso, perché diavolo trascinare all’inferno anche Glenn? Non potevi fare – tanto saresti morto lo stesso, o per mano tua (come appunto è avvenuto) o per mano degli zombie – un po’ di crowd surfing che manco ad un concerto rock, sacrificandoti eroicamente (tanto, lo ripeto, saresti morto lo stesso, che te frega), distraendo così l’orda e dando a Glenn la chance di salvarsi?

E invece no, egoista e stronzo fino alla fine. Fossi stata al posto di Glenn, non appena l’avessi visto puntarsi la pistola alla tempia, gli avrei sferrato un calcio nel deretano e tanti saluti. Sì, lo so, è orribile ma era una questione di vita o di morte. E tanto Nicholas, vuoi o non vuoi, suicida o mangiato, non sarebbe uscito vivo da quella situazione.

Ora, la questione principale è: Glenn è vivo o è morto? Sono caduti entrambi in mezzo agli zombie, e apparentemente vediamo i morti divorare il nostro fattorino per le pizze preferito. Quante sono le possibilità che, in realtà, Nicholas sia caduto sopra di lui, e gli zombie stiano in realtà mangiando l’alessandrino?

Recensione | The Walking Dead 6×03 “Thank You”

Perché c’è la possibilità che Glenn non sia morto (il fatto che Steven Yeun non sia stato ospite a The Talking Dead – come ogni attore di questo telefilm dopo la morte del suo personaggio –è un indizio?). Il problema è: ne siamo felici? Forse. Non fraintendetemi, io amo Glenn, è da sempre uno dei miei personaggi preferiti e, se fosse morto sul serio, finirò dritta in terapia. Quindi, la fangirl che è in me dice: sì, siamo felici che sia vivo. La parte più razionale di me dice, invece: no, non siamo felici che sia vivo. E questo perché la sua morte, così triste e squallida, sarebbe soltanto uno dei motivi per cui questo telefilm è uno spettacolo. Una serie che non ti dà nessuna certezza. Nessuno è al sicuro, e poco importa che tu sia uno dei personaggi principali, nello show fin dall’inizio: anche tu puoi morire, e pure in modo squallido, esattamente come tutti gli altri.

Tra l’altro, voglio proprio vedere la scena in cui lo diranno a Maggie. Ah, ci sarà da divertirsi un casino, anche perché il modo in cui Lauren Cohan reagisce alla morte dei personaggi legati al suo (prima Hershel e poi Beth) mi devasta ogni volta, quindi forza, facciamoci del male. Bring it on.

Inutile dire, comunque, che nella lotta tra lato fangirl e lato razionale, prevale il primo. Io voglio Glenn vivo (e inizio a credere che lo sia), e al diavolo tutto il resto, tanto la qualità della serie resta alta lo stesso.

E questa qualità, infatti, la vediamo nelle scene finali di Rick, tra le migliori dell’episodio: ferito, attaccato dai Lupi (quelli che Morgan, li mortacci sua, ha lasciato scappare), ora si trova chiuso in un camper che non vuole partire, mentre un’orda di zombie gli viene addosso. E vedere Rick – questo Rick, non quello inesperto della prima stagione – in preda al terrore è stata forse una delle scene più difficili da guardare. Anche più della morte-non morte di un personaggio amato come Glenn.

Inoltre, osservandolo mentre cerca disperatamente di mettere in moto il camper, non puoi non venire assalito dalla rabbia nei confronti di Morgan e del suo atteggiamento zen del cazzo, perdonate il francese. Perché se non fosse stato attaccato dai Lupi, che Morgan ha tanto magnanimamente lasciato andare anziché ficcargli una pallottola nel cervello, Rick ora non si troverebbe in una situazione orribile come quella (se il camper è fuori uso, è perché le pallottole hanno fatto esplodere il quadro). Io spero tanto che l’atteggiamento di Morgan e de li mortacci sua venga spiegato – e giustificato – a dovere, perché attualmente il suo modo di pensare è più pericoloso degli zombie stessi. Lasciar andare qualcuno che sai che porta guai, vuol dire dover convivere con l’idea che qualche innocente ad un certo punto morirà: sì, materialmente per mano loro, ma fondamentalmente per colpa tua.

Trivia: Glenn parla a Rick attraverso il walkie-talkie (e lo chiama “dumbass”), come aveva fatto nella prima stagione, nel primo episodio in cui compare.

Recensione | The Walking Dead 6×03 “Thank You”

Sembra quasi una citazione-tributo ad un personaggio che sarebbe morto di lì a poco, cosa in cui mi rifiuto di credere: gli sceneggiatori giocano con la mia sanità mentale, e ciò non va affatto bene.

Il promo del prossimo episodio, Here’s not here:


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