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Recensione | The Walking Dead 6×10 “The next world”

Creato il 23 febbraio 2016 da Parolepelate

Un episodio così leggero (a tratti oserei dire pure divertente) di The Walking Dead non penso ci sia mai stato. O forse c’è stato e io non me lo ricordo? Se fosse così, rinfrescatemi pure la memoria nei commenti.

Dovrebbero essere passati circa due mesi dalle vicende mostrate nella puntata scorsa, e la situazione dell’Alexandria post-attacco è veramente rilassata, quasi idilliaca. La leopardiana quiete dopo la tempesta: Carl, ora senza occhio come il Governatore, sembra affrontare piuttosto tranquillamente la sua disabilità, Rick e Michonne battibeccano su cose futili come il dentifricio, Denise chiede a Daryl di cercare una bibita per Tara, Enid e Carl escono a leggere fumetti. Il nuovo mondo che Rick prometteva a Carl sembra aver iniziato ad esistere. È anche per questo motivo che io, fino all’ultimissimo fotogramma, ho pensato che fosse tutto fin troppo sospetto. La legge delle probabilità che citava Rick dovrebbe valere anche – e sopratutto – per i telefilm. Anzi, in realtà è la legge di Murphy, nelle sue varie declinazioni:

Se qualcosa sta andando bene, non temere, c’è ancora tutto il tempo perché cominci ad andar male.

Se qualcosa sembra andar bene, hai detto bene: sembra.

Così, nel corso di tutto l’episodio, non ho fatto altro che pensare “non è possibile che vada tutto così liscio, adesso come minimo mi aspetto una seconda orda di zombie, un meteorite, un’invasione di cavallette, un’era glaciale, un terremoto, un tornado, il Family Day”.

E invece no. Strano, ma no. Cioè, è ovvio che le cose ad un certo punto andranno male, malissimo, e questa altro non è che la quiete prima della tempesta, ma almeno in questo episodio abbiamo tirato un po’ il fiato. Anzi, nelle scene con Rick e Daryl io genuinamente riso. Quante altre volte era successo, in questa serie, di ridere e sghignazzare?

Con tutto il rispetto per la categoria, in questo episodio infatti Rick e Daryl sembravano un po’ i proverbiali Carabinieri: sempre in giro in coppia, e non particolarmente svegli. Diverse loro scene avevano proprio il tono da sit-com: quando vengono distratti con i petardi e assistono impotenti al furto del furgone che avevano trovato, o quando lo stesso furgone finisce per sbaglio in fondo ad un lago.

Questi piccoli intermezzi comici, peraltro, li ho comunque trovati funzionali tanto alla trama quanto al loro rapporto: per quanto riguarda la trama, perché questo episodio voleva dare l’idea di rinascita, di una comunità che risorge dalle sue ceneri dopo aver affrontato sfide impossibili. Sì, era un furgone pieno di cibo e l’averlo perduto è ovviamente spiacevole, però sono vivi (come dice Meredith Grey, un giorno in cui non muore nessuno è un bel giorno), il mondo è nuovo e pronto per essere conquistato. Insomma, le provviste le faranno da qualche altra parte, non è successo nulla di irreparabile. Per quanto riguarda il loro rapporto, invece, perché ormai Rick e Daryl non sono più semplici compagni di apocalisse, non sono più nemmeno amici, o migliori amici: sono praticamente fratelli. Per questa ragione ho trovato le loro scene di questo episodio particolarmente belle: sono scene che mostrano chiaramente quanto profondo e sincero possa essere un legame nato in circostanze eccezionali, quale è la fine del mondo.

Ragione principale delle disavventure di Rick e Daryl è Paul Rovia, detto Jesus per via della somiglianza col Redentore.

Recensione | The Walking Dead 6×10 “The next world”

New entry, vecchia conoscenza dei lettori dei fumetti, tipo estremamente intrigante ed interessante. Ha dato parecchio filo da torcere ai nostri due Carabinieri, anche se saranno questi ultimi ad avere la meglio, e lo porteranno ad Alexandria incosciente, per poi vedere il da farsi. Io che non leggo i fumetti e so soltanto a grandi linee chi sia questo Jesus, non vedo l’ora di scoprirne di più.

Se per Jesus è la prima apparizione, questo episodio segna invece l’ultima di Deanna, la leader di Alexandria, ormai zombie. Anche se la cosa non mi quadra più di tanto:

1) l’avevamo lasciata chiusa in una stanza, pronta a morire per mano di un nutritogruppo di zombie. Io avevo quasi dato per scontato che ormai fosse stata bella che mangiata, o comunque estremamente mutilata. Lo zombie che vediamo nel bosco, invece, non ha proprio l’aspetto di qualcuno che è stato attaccato da un famelico branco di morti viventi.

2) come cavolo è arrivata in mezzo al bosco, lei che nemmeno stava all’esterno, ma dentro una stanza? Alexandria è stata epurata a colpi di pistola, di coltello e di bazooka. Possibile che sia proprio lei, tra tutti gli zombie, a riuscire a sfuggire alla pulizia etnica? Soltanto per far sì che suo figlio – esigenze di sceneggiatura – potesse mettere fine alle sue sofferenze e darle una degna sepoltura? Per carità, è stato bello, certo, ma mi sembra molto forzato. Avrebbe avuto molto più senso se fosse accaduto entro le mura della città.

In ogni caso, il suo personaggio – pure da zombie – si è rivelato importante. Ci ha mostrato, come già Rick e Daryl, il legame che si crea in situazioni limite: anche in questo caso, si tratta del concetto di famiglia. Spencer, ormai rimasto solo, crede di essere da solo: sua madre, suo fratello, suo padre non ci sono più, non ha più nessuno. Michonne gli fa capire che si sbaglia. Non sarà un legame di sangue, ma non è solo. La comunità ormai è la sua famiglia.

E lo stesso pensa Carl nei confronti di Michonne. Emblematica la scena in cui le dice che lei è praticamente la sua famiglia, proprio mentre tiene in braccio la sorellina, con la quale condivide davvero un vincolo di sangue.

(e tanto ormai Michonne, altro che sorellellona maggiore con la katana, sta per diventare la matrigna. L’ho sempre pensato che prima o poi Rick e Michonne avrebbero portato il loro rapporto ad un livello superiore. Vediamo un po’ ora come si evolverà la situazione…)

Anche Enid teoricamente non ha più nessuno (i suoi genitori, infatti, erano già morti) e si comporta come se non avesse alcun legame con i suoi compagni di disavventure (fatta eccezione per Carl, ma è più che altro un “passare il tempo insieme”, “farsi compagnia”, che un vero e proprio rapporto). Nell’episodio precedente era stato Glenn a cercare di farle capire che in realtà non è sola – se non altro a livello “spirituale” (nel senso che tutte le persone che ha perso sono comunque ancora con lei) – in questo invece è Maggie che le mostra la sua vicinanza, non soltanto e non semplicemente perché sente nei suoi confronti un debito di riconoscenza (ha aiutato prima Glenn e poi lei), ma perché la considera parte integrante della comunità. Che poi, se ci pensate, perfino Gabriel ora fa parte del gruppo, come può non esserlo Enid?

Direi che l’esperimento Alexandria 2.0. stia procedendo alla grande. Quindi presumo che tanto più grande e disastrosa sarà la sua inevitabile e prossima caduta. È la legge delle probabilità.


Ringraziamo le pagine: Norman Reedus Italia | TWD – Am I the only one Zen around here? Good Lord. | Disney,Tv, Cinema, Musica & Libri Gli attori britannici hanno rovinato la mia vita | Serial Lovers – Telefilm PageSerie Tv ManiaDemiMovie Serie tv, la nostra droga And. Yes, I love telefilms and filmsDiario di una tv series addicted | Series Generation | Film & Serie TV | I love Film and Telefilm  


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