Magazine Cultura
By Endimione Birches
Titolo: Tomba di famiglia
Titolo originale: Familjegraven
Autore: Katarina Mazetti
Publication date/ Data di pibblicazione: 2011.
Edizione Italiana : Elliot Editore – collana Scatti.
Edizione originale: Alfabeta Bokförlag
Genere e ambientazione: Svezia – oggi
Formato: Brossura.
Sensuality Rating / Livello di Sensualità: warm/caldo
Rating /Voto : 7/10
TRAMA: La bibliotecaria Désirée e l' allevatore Benny sono innamorati ma non riescono a stare insieme perché troppo diversi nei gusti e nelle idee. Quando però il desiderio di maternità si fa pressante, lei sa che l'unico padre possibile del suo bambino non potrà che essere lui. Così si accordano nel provare ad avere un figlio, con la promessa di non rivedersi mai più se il tentativo non avrà buon esito. Ma quando il test di gravidanza si rivela negativo, la delusione è talmente grande che non possono fare a meno di ritentare, a prezzo di bugie e sotterfugi nei confronti di Anita, la cugina con cui Benny vive ormai da quasi un anno. Il secondo tentativo va in porto e, dopo qualche esitazione, Desirée vende il suo appartamento in città e va a vivere con Benny, facendo avanti e indietro dal lavoro. Tuttavia, con la nascita del bambino e la necessità di un aiuto in azienda, Desirée mette da parte i libri e s'impegna a diventare la perfetta moglie di un allevatore. Nonostante le buone intenzioni, però, seguire la fattoria, lavorare in biblioteca ed essere una buona madre non è affatto semplice e la vita diventa presto una lunga e sfiancante corsa a ostacoli che mette a dura prova la tenuta della giovane coppia. Riusciranno ancora una volta i sentimenti a sopravvivere alle fatiche della quotidianità?
Breve annotazione: "Tomba di famiglia" è il seguito di "Il tizio della tomba accanto". Non occorre però aver letto il primo libro per leggere il secondo, da un lato perché è di per sé leggibilissimo, dall'altro perché quest'ultimo contiene nell'incipit un breve riassunto che aiuta il lettore con un quadro generale...quindi se li leggete entrambi è preferibile ma non essenziale o obbligatorio!
Quando qualche settimana fa ho saputo della sua uscita ho esultato perché finalmente avrei potuto leggere la continuazione - e magari un degno finale - di quello spassosissimo romanzo che è stato "Il tizio della tomba accanto". A dispetto della letteratura dai toni più thriller e polizieschi che la Svezia ha prodotto in questi anni, infatti, si affianca questo gioiellino della lettura romance, molto brillante e divertente - tanto che a tratti ridevo sguaiatamente in treno! - che ruota intorno al rapporto (impossibile?) uomo/donna provenienti da estrazioni sociali molto differenti (nel primo libro) e rispetto ai ruoli moglie/marito post - matrimonio (nel secondo). Probabilmente, però, così tratteggiato vi sembrerà un racconto sulla società (ed infondo lo è) ma è soprattutto una commedia, irriverente, divertente e assolutamente realistica. Ma andiamo per gradi. Nel primo libro "Il tizio della tomba accanto" avevamo incontrato Desireè, chiamata "teneramente" Gamberetto, giovane-triste-vedova frequentatrice saltuaria della lapide grigia e spoglia del suo defunto marito, tanto bello quanto inconsistente, alle prese con una combattuta infatuazione avvenuta in ambito cimiteriale con Benny, anche lui in visita alla “allegorica” tomba dei defunti genitori. I due si osservano, si avvicinano, si parlano, non si (s)piacciono e sanno entrambi che non saranno mai adatti l'uno per l'altro. Lo sanno dapprima dal modo di vestirsi: lei assolutamente minimalista e sciatta, lui solingo, trascurato e celibe; poi dalla scoperta del tipo di lavoro e dalla vita che conducono: lei bibliotecaria colta priva di qualsiasi arte pratico/domestica; lui contadino che non riesce a vivere senza una presenza femminile/materna ad accudirlo! Lo sanno, ma nonostante ci provino non riescono a stare lontano, a non pensarci reciprocamente, c’è quel fuoco sotto le braci che non vuole proprio spegnersi. S’incontrano, ci provano a comunicare, a far andare le cose, ma si allontanano; lui trova la “comoda” capace cugina Anita che gli preparare i pasti e gli arreda la casa (ma non gli scalda propriamente il letto) e lei trova un uomo colto e affidabile (ma freddo). Li avevamo quindi lasciati ad un bivio: stare insieme o non stare insieme? Incontrarsi solo per generare un figlio o lasciarsi completamente? Ma andiamo non poteva assolutamente finire così!!! Infatti …
Come per tutte le cose, quando uno certa di dominare gli eventi alla fine ne resta vittima. I nostri eroi, dunque, nel secondo romanzo optano per il darsi degli appuntamenti – a scopo puramente riproduttivo s’intende – fino a quando tra varie disavventure e fraintendimenti generano il loro anelato erede (da leggere è la telefonata di lei a lui sull’arrivo del pargolo). E allora? E allora sebbene non riescano a rimanere lontani non sanno nemmeno decidere come stare vicini: chi va a stare da chi? Nell’appartamento in città superminimalista della donna emancipata che nonostante la gravidanza, stravoluta, vuole continuare a mantenere la sua indipendenza economica e la carriera, o nella rustica e vuota (Anita ovviamente si è portata via l’arredamento!) fattoria dove Benny alleva mucche da latte? Inoltre, una volta sposati - e con una proposta di matrimonio che non definirei propriamente invidiabile - è spassosissimo vedere come i due nostri diversissimi protagonisti assumono gli stereotipati ruoli di moglie (lei intellettuale doc, con tanto di ideali radicati e testa tra le nuvole, praticamente non cucina che cibi precotti) e lui di marito (contadino dalla punta delle orecchie agli alluci, che spera di arrivare a casa, gettare le scarpe infangate e mangiare, senz’altro da fare che sbattere il pugno sul tavolo!). Come tutte ben sappiamo poi, raramente le famiglie sono quelle del Mulino Bianco, per cui ci sono bollette da pagare, poppate, pannolini, coliche del pupo ogni tre ore (di notte), mutui, garzoni stranieri maleducati, (altre) gravidanze …. inattese, incidenti domestici, lo sforamento del budget mensile e il conto in rosso a fine mese! Insomma tutto quello che normalmente ci accade. Voi mi direte, ma perché devo leggere un libro che mi fa scontrare con la realtà anziché evaderci? Perché ogni tanto è bello ritrovarsi in situazioni giornaliere (stra)note e vedere la parte sardonica di queste, come la Mazetti incredibilmente riesce a farci notare! Il libro fa veramente ridere, non solo ci mette di fronte una coppia diversissima in aspettative e modo di essere, ma sorridendo a suon di battute sarcastiche e autoironiche sottolinea le differenze profonde, la percezione molto differente che di una medesima situazione hanno uomini e donne. Mi è piaciuto moltissimo il fatto che il romanzo sia strutturato in modo tale che ogni capitolo sia il punto di vista alternato di Benny e di Desireè permettendoci di entrare nella loro menti. Ci ritroviamo nei panni di lei - forse proprio non in tutto tutto - e poi ne vediamo la ri-lettura da parte di lui percependo quanto immensamente differenti noi e l’altro sesso possiamo essere anche - e soprattutto - nelle piccole cose: dal rapporto tra amici di lei e di lui, nel lavoro, nelle abitudini, nelle speranze e nelle dimostrazioni d’affetto. Tomba di famiglia è un romanzo che ci fa capire come nonostante ci siano centinaia e forse migliaia di differenze che possono dividerci da un uomo, dal suo stile di vita, dalle sue preferenze ed dalle sue manie, s’è esiste qualcosa di profondo ed inspiegabile che ci lega a lui vale sempre la pena di goderselo appieno, nonostante e soprattutto dovendoci lavorare molto su! Entrambi i libri sono molto molto piacevoli, della lunghezza giusta per non stancare, né annoiare, sono semplici, immediati, frizzanti; la Mazetti ha uno stile estremamente fresco ed ha scelto un genere ed un tema su cui le riesce naturale essere spontanea, efficace e spiritosa. E’ un vulcano di umorismo, l’apprezzerete sicuramente! Un plauso va non di meno alla Elliot che ha saputo valorizzare entrambi i romanzi, cogliendone lo spirito, con stupende copertine, che caldamente mi sento di consigliarvi.
Vi lascio con una domanda: Secondo voi il matrimonio è la “Tomba di famiglia” dell’amore?
Curiosità:
Il primo libro era già stato pubblicato nel 2005 dalla Salani con il titolo “O me o muuh!” e con la copertina che vedete a fianco, ma è passato pressoché inosservato dai lettori adulti, probabilmente anche perché sviati dal titolo, rivolto ad un pubblico troppo giovane. E’ stato dunque ripubblicato dalla Elliot nel 2010.
Potere leggere qui il primo capitolo QUI:
Sito dell’autrice:
http://www.katarinamazetti.com/
Pagina Elliot Editore (in questo periodo c'è il 20% di sconto su questo titolo) QUI
Endimione Birches
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