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[Recensione] Tortelli di zucca di Bianca Garavelli

Creato il 17 settembre 2015 da Lafenicebook @LaFeniceBook
[Recensione] Tortelli di zucca di Bianca Garavelli
[Recensione] Tortelli di zucca di Bianca GaravelliCari Fenilettori/rici, ben ritrovati. Oggi vi propongo la recensione di un libro che ho deciso di leggere con non poca curiosità suscitata dal titolo: “Tortelli di zucca. La ricetta del tempo ritrovato”. 

Di primo acchito, oltre ad un certo languorino, mi ha anche trasmesso un non so che di antico. Ad alimentare la mia curiosità ci si è messa anche la presentazione del libro stesso: i suoi personaggi visti come gli ingredienti di una ricetta (“2 amiche unite da un grande affetto, 1 giovane fotografo di successo, molto fascinoso, 1 “maga” esperta di Tarocchi, 1 zio molto amato e (forse) perduto, 1 mamma che è scomparsa troppo presto, 1 mazzo di antichi Tarocchi di Marsiglia) e poi ancora la preparazione (“Amalgamate il ricordo di un tragico evento vissuto durante la guerra, tornato in superficie grazie a una vecchia lettera, alla perdita improvvisa di un affetto importante e al bisogno d’amore della protagonista, Maria. Unite al momento giusto un uomo che sembra in grado a soddisfare quel bisogno. Non può mancare un tocco di magia, sotto forma di una predizione importante. Il tutto condito con tanta, intensa amicizia e tanto amore. Con una spruzzata finale di musica, bellezza e morbida zucca arancione. Servite su un mazzo di antichi Tarocchi”) e il rimedio (“è la ricetta per ritrovare i sapori dell’infanzia e riappacificarsi con i legami del passato”).
Il fatto che il libro abbia inizio con una lettera risalente ai tempi della guerra pare confermarmi che in qualche modo qualcosa dal passato deve riemergere in maniera quanto meno determinante per il presente e il futuro della protagonista. Ma la lettera, invece, non contiene che un mero scambio di notizie attinenti la guerra, i suoi morti e il dolore e il segno che lascia altro non è che la leggerezza, seppur lancinante, con cui chi ha scritto ha parlato di eventi tragici e devastanti.
A leggerla è Maria, la protagonista, una donna indipendente, con un lavoro che la gratifica e cosa assai più importante che le lascia lo spazio necessario per dedicarsi all’organizzazione di mostre e alla scrittura di saggi. Dal punto di vista sentimentale, però, non può dirsi altrettanto serenamente realizzata, almeno fino a quando non incontra Gianluca: con lui scatta quell’attrazione che rappresenta per lei un imprescindibile punto di partenza perché una storia possa poi avere un futuro. Con Gabriella, la sua amica del cuore, condivide quest’inaspettato incontro.
La vita di Maria non è stata immune da sofferenze e la perdita prematura della madre l’ha segnata molto: ma una “maga” le predice che anche lei riceverà la sua ricompensa per questa perdita così come in passato lei stessa è stata per sua madre la giusta ricompensa per la perdita della sua amica.
Ma ancora qualcosa priva Maria della piena serenità: il ritrovamento casuale di un portacipria personalizzato con le iniziali della proprietaria, proprio a casa di Gianluca, la fa trasalire, non tanto per la natura dell’oggetto ritrovato quanto perché quel portacipria lei lo ha già visto e perché quelle iniziali coincidono con quelle del nome della sua amica. Maria vuole delle spiegazioni da Gabriella, ma una volta da lei, ciò che la stessa le svelerà è assai ben lontano da quanto si sarebbe aspettata.
Maria ritorna a casa sua: qui una nuova, apparente casualità le riconsegna un’antica ricetta di famiglia che la donna decide di preparare per la sua amica Gabriella, sperando che vecchi sapori e odori possano sciogliere le incomprensioni tra di loro, regalare all’amica un sorriso e riaccendere la speranza che il bene possa vincere.
Sinceramente, data la presentazione di cui vi ho scritto inizialmente, mi aspettavo da questo libro qualcosa in più. La trama c’è tutta e mi piace anche, ma manca nello stile narrativo quel tocco particolare attraverso cui il lettore si sorprende e si emoziona ed anche i personaggi non sempre hanno spessore. Da un punto di vista un po’ più “tecnico” non sempre ho trovato una certa scorrevolezza nel testo. Da notare, infatti, che, a parte la presenza di qualche refuso ed errore di forma, la narrazione non manca di ripetizioni di concetti ed idee già espressi altrove o anche in spazi narrativi più ristretti; inoltre spesso le descrizioni mi sono sembrate inappropriate, o ripetitive: forse l’intento dell’autrice sarà stato quello di sottolineare un’emozione per meglio trasmetterla al lettore ma personalmente l’effetto che me ne è derivato non è stato propriamente quello.
[Recensione] Tortelli di zucca di Bianca Garavelli


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