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Recensione "Trauma"

Creato il 21 agosto 2013 da Giuseppe Armellini
Recensione ci sono molti spoiler, e anche di Profondo Rosso, tiè
Era il glorioso anno 1993 quando Argento passò da Argento vivo a bolso regista di film stanchi e, quasi sempre, inguardabili.
Trauma segna infatti lo spartiacque quasi perfetto tra un regista che fino ad allora non aveva sbagliato, almeno completamente, nessun film e che da lì in poi, tranne col piccolo risveglio di Nonhosonno (se non ha sonno per forza si risveglia no?) riuscirà nell'impresa di darci, scegliendo nel mucchio, Il fantasma dell'opera, Il Cartaio, La Terza Madre, Giallo e Dracula 3d.
E Trauma da bravo spartiacque questo è, ossia lampi del miglior Argento e prime avvisaglie, o avvisaglie definitive, che niente sarà più come prima.
Non vorrei sbagliarmi ma credo che in Trauma ci sia anche l'esordio da protagonista principale in un film di Dario di sua figlia, A(n)sia, bellissima è vero (aveva 18 anni e un pò di sostanze in meno) ma come al solito disastrosa, specie nel doppiaggio, nel ruolo di una anoressica che però si fa fuori tutto quello che c'è in cucina per poi vomitare (sceneggiatura un pò confusa forse...).
L'atmosfera c'è, la regia è ottima, non ci sono cali di ritmo o scene particolarmente inutili, c'è gran parte della magia che Argento sapeva sprigionare nelle sue pellicole.
E anche la recitazione non sarà ottima ma è ancora ben lontana dai disastri cartaiani o terzamadrani.
Curioso come la struttura alla fine ricordi molto Profondo Rosso, specialmente nella rivelazione finale, molto simile non solo di fatto ma anche a livello visivo (là il quadro con la testa tra le teste, qui, vabbeh, molto simile...).
Credo che l'ultimo quarto d'ora sia veramente magnifico, quelle tende/lenzuola (anche se, scusate, chi è che sussurra Nicholas?), la culla, il flashback del parto e quello della notte in villa (ma il secondo corpo allora di chi era, di una sosia??), il bambino là sopra, funziona tutto.
Ma, impossibile far finta di non vedere, il film ha una sequela di situazioni talmente assurde da mettersi le mani tra i capelli. Lei che è inseguita al mercato la mattina presto e chiama lui che è tarda notte, il farmacista che fa Mike Tyson, l'assassino che trova le porte chiuse a casa sua, lo psicologo (luminare poi) che sembra un paziente da quanto è pazzo e violento, la bacca, la clinica lager, il sopracitato psicologo che muore in un incidente ridicolo (e ha le teste mozzate lui, boh...), i dottori che nel fattaccio del passato sembrano tutti criminali, ma, soprattutto, soprattutto, soprattutto
le indimenticabili teste staccate che parlano
una che sussurra un nome (scena tra l'altro magnifica visivamente se non avesse parlato)
l'altra che addirittura urla nel vuoto
Grandissimo Dario, volevo dirti una cosa...
no, vabbeh, niente
( voto 6,5)

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