Magazine Cultura
Recensione Trent'anni e li dimostro di Amabile Giusti.
Creato il 30 dicembre 2013 da Valentina Seminara @imatimehunterTrent'anni e li dimostro
Amabile Giusti
Amazon
229 pagine
12 Dicembre 2013
1,99€
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★ ★★
Carlotta ha quasi trent’anni, e si considera una sfigata cronica: è alta quanto un puffo, si è da poco licenziata da un lavoro sicuro ma noioso, ha una famiglia a dir poco folle e non riesce a trovare un fidanzato decente. Fino a quando, per guadagnare qualche soldo, decide di affittare una stanza della sua casa, e l’affascinante Luca irrompe nella sua esistenza tutto sommato placida. Non è decisamente un inquilino perfetto, Luca: è disordinato, fuma troppo, e ha il pessimo vizio di portarsi a casa le sue conquiste, una diversa ogni notte, facendo sentire Carlotta una vera schifezza. Perché, a dispetto di tutto, nonostante non sopporti l’idea di essersi innamorata del solito maschietto predatore che tratta le donne come fazzoletti di carta, lei ne è segretamente pazza. Ma non ha alcuna intenzione di farglielo capire né di farsi usare come un kleenex.
In una girandola di eventi buffi, Carlotta dovrà destreggiarsi tra una madre crudele e un po’ sgualdrina, una sorella bellissima e più sgualdrina della madre, un padre timido che coltiva rose, una tribù di parenti bizzarri, un nuovo lavoro da meteorologa, e Luca che la tratta come un comodino di scarso pregio, riempiendole la casa di donnine allegre che rubano tutti i suoi elastici di Peppa Pig.
Un romanzo spassoso, in cui anche i momenti malinconici sono raccontati con leggerezza, su una donna moderna, non giovanissima, non bellissima, ma piena di grinta, che cerca di trovare il proprio posto nel mondo.
Dalla stessa autrice di Cuore nero e Odyssea Oltre il varco incantato, un tuffo in un genere diverso, che non mancherà di farvi battere il cuore e vi strapperà più di un sorriso.
La mia Recensione
Questo libro era un po' fuori dalle mie corde. L'ho colto con piacere e letto con piacere ancora crescente via via che andavo avanti, ma ammetto che in certi punti mi sentivo come una bambina che tenta di girare per casa indossando le scarpe col tacco della mamma. Quando, a diciassette anni, hai un'idea un po' astratta del mondo reale, quell'accozzaglia di gente ed edifici e mansioni e maniche tirate sui gomiti, ma che dico, sulle spalle per la fatica di andare avanti, leggere un romanzo così ti mette in una posizione un tantino... deprimente. E' stato come proiettarsi dieci anni o poco più nel futuro e tirare le somme delle mie aspettative, dei miei buoni propositi, e dei miei temuti possibili fallimenti. Perché, ecco, in me si agita una timida Carlotta, con un alto potenziale di acidità e riservatezza e negatività impresse nel DNA, e la prospettiva di essere tormentata dai miei parenti, derisa dalla mia più avvenente sorella minore, calpestata da rotoloni regina di gaffe e fallimenti e delusioni fino ai trent'anni mi atterrisce profondamente. Per questo, compatendo la sfortunata protagonista, ho costantemente ripetuto a me stessa di credere un po' di più nella buona sorte, nel prossimo futuro. Non si sa mai, come allenamento per quando anche all'anagrafe mi dichiareranno adulta.
Con qualche titubanza e timore, sconcertata dall'audacia di certi insopportabili e buffissimi personaggi stereotipati presenti nel libro -e più ancora dal pensiero che, beh, esistano davvero da qualche parte, lì fuori-, come la madre invadente e la figlia alternativa perfetta, il belloccio dall'amplesso estatico e ripetitivo a cadenza religiosamente giornaliera e le amiche insopportabilmente ciarlanti, l'una per la desolazione della propria vita, l'altra perché manca ancora di principe azzurro avendone frequentati a bizzeffe dopo varie audizioni, ma assolutamente deliziata dalla vena sarcastica della protagonista -che colpisce fin dalle premesse-, posso affermare che anche stavolta l'autrice se l'è cavata egregiamente.
Parlare di Carlotta per eufemismi non mi aiuterebbe a renderle giustizia -giusto per una volta, eh, povera donna!; al contrario, se volessi gonfiare in modo esagerato le sue disgrazie, mi basterebbe limitarmi a citare tutte le persone con cui si ritrova ad avere a che fare, cosa che, per altro, ho fatto giusto qualche rigo più in su. Presa isolatamente, Carlotta è sicuramente capace di affermare la sua incapacità di mescolarsi alla massa -nel bene e nel male-, ma se la accostiamo ad una delle fulgide figure che la accompagnano lungo il romanzo, mi chiedo come non abbia tentato la fuga nei suoi trent'anni di vita. O il suicidio. O di gettare la spugna. Perché al suo posto probabilmente mi ritroverei in prigione, accusata di pluriomicidio. Le sue uniche colpe sono quelle di essere nata in una famiglia di ninfomani con un'avversione cronica verso il sesso-fazzoletto, quello da una notte e via, e di aver assistito al furto inconsapevole del proprio cuore da parte di uno che vive di sesso-fazzoletto! Metteteci dentro le continue denigrazioni sulla sua incapacità di successo, nel lavoro e in amore, e sarà difficile non schierarsi dalla parte di Carlotta. Ma sarà anche difficilissimo non cadere ai piedi di Luca, il bellissimo trentaduenne per cui la nostra eroina -è davvero il caso di definirla così- ha perso la testa. Il suo eccesso di -perdonatemi il termine- stronzaggine mostra ampiamente come questa sia per certi maschi, una costante che non dipende dall'età. Come Carlotta, anche io credo che ci siano ancora esseri di genere maschile il cui cuore prevale su altri istinti.
Buffe vicissitudini, insopportabili giudizi ciarlati ad alta voce e un oceano di sentimenti burrascosi accompagneranno Carlotta sulla soglia dell'età col tre davanti, che si difende da chi la vede già a terra non con le unghia affilate, ma con un muro di sarcasmo, solido ed ermetico, il quale però causa spesso incomprensioni e fraintendimenti. Tutto questo perché Carlotta è una ragazzetta di quasi trent'anni con una sfiga mostruosa. Ispira tenerezza e forza allo stesso tempo, ammirabile per il modo in cui affronta ogni caduta, ogni ostacolo e cattiveria diretta proprio per ferirla, il suo cinismo e la negatività con cui condisce ogni attimo della sua vita sembrano attrarre disgrazie che la dipingono, agli occhi degli altri, come una donna goffa i cui sogni sono paragonabili a quelli di una quindicenne.
Purtroppo è bella pure davanti. Ha i capelli rosso flambé scolpiti in un perfetto caschetto, gli occhi verdi, una bocca carnosa e denti bianchissimi, come nella pubblicità di un dentifricio whitening.
Non c’è dubbio, la odio.
Odio lei, odio che abbia fatto l’amore con Luca, odio che critichi il mio frigo e che vaghi nuda per casa e, soprattutto, odio Luca.
Non che non capisca come mai ha tanto successo: è un tipo che si fa notare. Tutte le donne vorrebbero farselo e gli uomini lo detestano, a meno che non siano gay, nel qual caso se lo farebbero volentieri anche loro.
Tutto gira lì, introno al fatto che Carlotta non ha un uomo, un lavoro decente, una famiglia, e che per altro conservi l'esilarante goffaggine di una Ugly Betty con un altrettanto esilarante senso dell'umorismo, la pazienza che un santo potrebbe solo invidiare e la sfortuna di cento gatti neri e diciassette vetri rotti. Su uno sfondo di perfezione, falsità, opportunismo e bellezza esteriore, Carlotta risalta come una verginella timida al college. Ma la purezza dei suoi sentimenti, la determinazione con cui riesce a ignorare ogni ingiustizia, conservandone le ferite nel cuore, e l'indiscutibile e contagiosa allegria che manifesta quando la fortuna le sorride, mi hanno permesso di affezionarmi a lei e di cogliere lo spirito giovane e sognante che entrambe condividiamo. A volte non si è mai troppo grandi o troppo piccoli per trovare punti in comune.
L'altra incognita dell'equazione è Luca, il bel giovanotto che si da da fare come un liceale gongolante, ogni notte con una diversa, suscitando la ferrea irritazione e la palpitante gelosia della povera Carlotta, che ahimè sente ogni inno celestiale innalzato alle pareti della stanza adiacente alla propria, e la spassosissima fantasia dell'autrice, che usa circa una trentina di sinonimi diversi per indicare la parola sesso e altrettanti per i due diversi organi genitali.
Carlotta però non è una liceale: è una donna, la cui fierezza è stata calpestata ma non distrutta, innamorata di un uomo che disdegna apertamente questo sentimento e ne decanta gli svantaggi almeno una volta al giorno. E l'illusione che forse un giorno la vita le sorriderà davvero, donandole il cuore di Luca, brucia intensamente quanto l'amara convinzione che non accadrà -come ogni cosa nella sua vita. Anche dai suoi momenti più duri e malinconici Carlotta riesce ad alzarsi, mostrando la stessa forza che è propria del suo carattere. E se lei è un po' come una liceale, lui non la supera di molto, in quanto a maturità. Si fanno la guerra, si sorridono e fanno i tenerissimi come in un film americano, con bacetti sulla punta del naso o innocenti schiocchi di labbra, che fanno volare il cuore di Carlotta e, nel corso del romanzo, mandano in dolce confusione il dio del sesso suo coinquilino. E' stato bellissimo vederlo crollare a poco a poco in ginocchio davanti a lei. Una disfatta commovente, dolorosa, difficile, ma invidiabile.
Il bello del romanzo sta proprio qui: nonostante gli stereotipi, azzeccatissimi nei loro ruoli, ogni personaggio rivela quel che c'è oltre la loro posizione nel romanzo. Luca non è solo uno stronzo che cambia ragazza con la facilità con cui sfoglia le pagine di una rivista: è un uomo che è venuto a patti con le responsabilità della vita, alternandole ai divertimenti dell'eterno adolescente, e che ha cercato di fare sul serio in campo lavorativo molto più di quanto non abbia fatto in amore. Si ritrova a convivere con una che in quanto ad autostima non può di certo vantare alti livelli, ma che ha una forza e una tenacia ammirabili, oltre che un senso dell'umorismo decisamente sopra la media, un calore che rapporti da una notte e via non potranno mai dare. Luca se ne renderà conto, e così, piano piano, i morsi della gelosia -contro i pretendenti di Carlotta- afferrano anche lui. Alla fine, chi non era come appariva si rivela per quello che è, e un po' di buona sorte fa capolino dalle nubi tempestose che la tenevano nascosta.
Fresco, divertente, coinvolgente. Il genere sta a metà fra il romance e il comico, il target è più adult dei precedenti romanzi, ma Amabile Giusti riesce ad essere esilarante, intensa, romantica e originale ogni volta che appoggia la penna sul foglio. Il suo stile è dolce, sferzante ed grintoso come la protagonista, morbido e auto-ironico, ma determinato e pieno di carattere. E' uno di quei libri che non vanno letti per un finale cliffhanger o sorprendente, ma per scoprirne il contenuto, brillante, arguto, disperatamente divertente.
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