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Recensione Tutto ciò che sappiamo dell'amore di Coleen Hoover.
Creato il 25 giugno 2013 da Valentina Seminara @imatimehunterTutto ciò che sappiamo dell'amore Coleen HooverRizzoli340 pagine19 Giugno 2013
16,00€
Voto: 5 Stelle!
Lake arriva in Michigan dopo la morte del padre, rassegnata ad affrontare un nuovo, faticoso inizio. La risalita appare all’improvviso dolce grazie a Will, il vicino di casa, a sua volta costretto dalla vita a crescere in fretta. L’intesa è immediata, ma il primo giorno nella nuova scuola Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will è uno dei suoi professori – giovanissimo, ma dall’altra parte della barricata. Altrettanto impossibile allontanarsi, dimenticarsi, rinunciare: e così Lake e Will si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam – una gara di versi – per dirsi tutto ciò che devono e vogliono dirsi. Alla fine è qualcosa di molto semplice, di essenziale: tutto ciò che sappiamo dell’amore è che l’amore è tutto, come ha scritto Emily Dickinson a nome di tutti noi.
La mia Recensione.
Certe cose rimangono legate solo alle persone che amiamo. Ci basta guardare una foto, ascoltare una canzone, cogliere un qualsiasi riferimento che ci porta a ripensare a qualcosa di buffo accaduto insieme a qualcuno. Si può sorridere, o provare rabbia, piangere o dispiacersi o fissare il vuoto, incapaci di capire come ci si dovrebbe sentire. O magari, se quelle persone non ci sono più, è tutto un insieme di emozioni che sbucano fuori quando meno ce lo aspettiamo, portando con sé reazioni imprevedibili. Da quando Layken ha perso suo padre, è stato così anche per lei. I dolci ricordi che serpeggiano nella sua mente si alternano a momenti di malinconia e dolore che le riempiono il cuore, e che non sono facili da allontanare, anche se sono passati sei mesi. Il tempo non è mai abbastanza.
E' arrabbiata per il trasloco che la strappa dalla casa in cui ha passato tutta la sua vita, ma sa quanto inevitabile sia per la sua famiglia -lei, sua madre e Kel, il fratellino di nove anni- fare questo sacrificio, in vista dei problemi economici a cui il solo stipendio della madre non può rimediare. Tutto, nella svolta presa dalla sua vita così duramente, ha un aspetto diverso: la casa più piccola, il clima più rigido, scuola nuova, nessun conoscente con cui parlare.
Lake non deve preoccuparsi molto dell'ultimo punto, però. Non appena la sua macchina si ferma davanti alla nuova abitazione, infatti, Kel non è l'unico a fare amicizia, con un bambino che ha la sua stessa età. E' così che incontra Will, il fratello maggiore del ragazzino -Caulder-, con cui intreccia uno strano rapporto di confidenza e sorrisi in poco tempo. E' riuscita a legarsi a lui con naturalezza, come se lo conoscesse da sempre, e la stessa sensazione di familiarità si trasferisce al lettore senza che entrambi ne siano davvero consapevoli. Non ho avuto nemmeno il tempo di rendermene conto, che già mi ero innamorata di Will, del suo modo di essere, insieme, malizioso e dolce; dei primi momenti di silenzio imbarazzato fra loro, o quando non potevano fare a meno di ridere, e altri in cui invece le parole nemmeno servivano, perché gli sguardi erano così eloquenti che persino limitandomi a leggere mi sentivo di troppo. Poi, al primo appuntamento Lake scopre la più grande passione di Will: la poesia. Lo Slam, gare durante il quale i poeti si sfidano a colpi di parole, ha aperto gli occhi di Lake in un modo tutto nuovo, in un angolo del mondo diverso e per lei fino ad allora inesistente. Perché con quelle parole, la gente tira fuori segreti, dolori, amori e divertimenti e se ne libera lentamente come se fossero gli ultimi strati di vestiti, prima dell'inevitabile nudità. E mentre il cuore di Lake vibrava per l'emozione senza nome che tutto quello le provocava, il mio lo seguiva commosso, in una corsa furiosa.
Attimi brevi ed emozionanti, che sfumano non appena Lake, nel suo primo giorno di scuola nel Michigan, incontra Will nel corridoio davanti all'aula di poesia e scopre di essere una sua alunna. Il fatto che a soli ventun'anni lui si ritrovi ad insegnare in un liceo si spiega nel momento in cui rivela a Lake del tirocinio come insegnante propostogli dal college in cui sta per laurearsi. Io già lo sapevo, come chiunque avesse letto la trama, ma stomaco aggrovigliato, nodo in gola e tremore alle gambe non me li ha risparmiati nessuno. Totalmente immersa nella lettura, non mi sono accorta neanche delle ore che passavano finché, alzando gli occhi dalla fine del romanzo, ho adocchiato l'alba fuori dalla porta a vetri in camera mia.
L'autrice non ci risparmia un mix di ironia, rabbia, un pizzico di dramma adolescenziale che evapora lentamente di fronte alla dura consapevolezza e gli ostacoli inevitabili che la vita mette nel cammino delle persone, il tutto affondato in una buona dose di tenerezza e dolce tortura, tanto che è impossibile resistere alle lacrime di Lake o impedirsi di piangere ed emozionarsi con lei. Specialmente quando Will è nei paraggi, quando deve accettare la sua posizione e la crudeltà di un destino che sembra prendersi gioco di lei, togliendole tutte le cose che le stanno più a cuore. Togliendole la madre, dopo averle strappato il padre all'improvviso.
Le rimane solo Kel, il fratellino che è tutta la sua vita, proprio come Caulder lo è per Will da quando i loro genitori sono morti e Will ha dovuto fargli da padre, fratello e amico. Quel bambino è stato uno dei personaggi primari/secondari più incredibile, assurdo e dolce di cui abbia mai letto; non ho dovuto nemmeno pensarci, di affezionarmi a lui: è successo e basta, come il resto delle inevitabili emozioni che l'intero romanzo ha coltivato in me. Per questo Lake lo sa, sa cosa significa e sa anche che nessuno potrebbe comprenderla meglio di come fa Will, con uno sguardo che la spoglia di ogni barriera. Protendono i loro cuori uno verso l'altra, in attesa di un primo passo che purtroppo non può avvenire, nonostante Lake ci provi, finché Will rimane un suo insegnante.
Ci penserà la poesia a rimettere ogni cosa nella giusta prospettiva. La poesia che è espressione e emozioni eterne, le lezioni che la vita impone ad ognuno di noi in bianco e nero, di un'inevitabile chiarezza a cui nessuno può poi fuggire. Trascina con sé l'anima del lettore come quella dei personaggi, in un vortice di sensazioni gentili e prorompenti, come se entrassero a forza ipnotizzando per non farlo capire, per poi farci riprendere coscienza con quel tumulto in mezzo al cuore che è impossibile scacciare.
Ne accadono, in fatti o in parole, di cose surreali in questo romanzo. Non ero sicura come si potesse passare tanto velocemente dalle risate alla profonda tristezza, ma il libro aveva questo suo modo di scorrere tutto particolare, in cui si fermava e accelerava e ogni motivo di dolore dei personaggi mi faceva vergognare un po' per tutte quelle volte in cui ho sentito la stessa emozione per cose a confronto meno gravi. Qui veniamo alle famose cinque fasi di elaborazione del lutto di Elisabeth Kübler-Ross, di cui probabilmente avrete sentito parlare -negazione, rabbia, patteggiamento, depressione, accettazione-, elaborate e adattata alla mente di una diciottenne. E' così che, a metà fra straziante e divertente, Lake mi ha conquistata. Mi ha permesso di riflettere sul fatto che per lutto non si intende necessariamente la morte di una persona cara, ma di un aspetto della nostra vita che ci abbandona, che cambia, degli amici o fidanzati che ci lasciano, delle delusioni, delle paure, dei nuovi inizi. Tutto ciò che, crescendo, siamo costretti ad accettare.
In questo frangente di confusione, paura e sofferenza, Lake conosce Eddie, o meglio, è Eddie a promuoverla sua migliore amica con un'occhiata, trascinandola in mensa e da una lezione all'altra, in giro con il suo ragazzo, Gavin, e il loro amico Nick. Non storcete il naso ad un possibile triangolo amoroso, perché non ce n'è neanche l'ombra. Esistono solo Lake, Will, la poesia e la vita. O forse la morte, ma fanno l'una parte dell'altra e distinguerle è più che altro una questione etimologica e semantica che filosofica. Hanno caratteri diversi e imprevedibili, Eddie in modo particolare mi è piaciuta fin da subito, anche lei con il suo bagaglio sempre sulle spalle, eppure non per questo silenziosa e nostalgica -tutto il contrario.
E' stato emozionante, partecipare a queste gare di poesia. Dico partecipare perché è stato come se mi fossi ritrovata seduta in una delle panche di quel locale, a pochi metri dal palco, gli occhi incollati sulla folla che cercano di individuare il prossimo concorrente, colui che tirerà fuori dalla tasca un foglio stropicciato e accosterà le labbra al microfono, per leggere ad alta voce i versi in cui ha riversato tutto se stesso. Erano una più bella dell'altra, ipnotiche e toccanti, trattenevo il respiro involontariamente per l'atmosfera carica d'ansia ed aspettative e sentivo il cuore ruggire nella cassa toracica ogni volta che il ritmo delle parole incalzava e si attenuava nel finale. Ha fatto venire voglia anche a me di provarci, di afferrare carta e penna e scriverci sopra una parte di me stessa.
Tutto, in questo libro, suggerisce proprio lo spirito del New Adult, in cui anche l'ultima fase dell'adolescenza viene sostituita da quella ben più problematica e ardua dell'età adulta. Una fase di transizione mai facile, e in modo ancor più evidente nel caso di Lake. Non si può scegliere di crescere o meno, perché la vita ha già preso una decisione al posto tuo, e Coleen Hoover è stata meravigliosamente emozionante nel mettere in rilievo queste fatti, accompagnando ogni capitolo alla poetica filosofia degli Avett Brothers -parole che ho adorato, davvero- e dimostrando che non solo è il sesso -qui inesistente- a definire questo target.
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