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Recensione: Tutto il cielo possibile, di Luigi Ballerini e Benedetta Bonfiglioli
Creato il 17 luglio 2013 da Mik_94Titolo: Tutto il cielo possibile Autori: Luigi Ballerini e Benedetta Bonfiglioli Editore: Piemme “Freeway” Numero di pagine: 204 Prezzo: € 15,00 Sinossi: Adele e Lorenzo si conoscono per caso un giorno d'estate, quando un acquazzone li costringe a rifugiarsi all'asciutto in un bar. Vogliono iscriversi entrambi a un corso di teatro, ma non potrebbero essere più diversi. Adele è riflessiva, le piace leggere e starsene per i fatti suoi, mentre Lorenzo è il classico bel ragazzo tutto muscoli che una come lei nemmeno la guarda. O almeno questo è quello che pensa Adele... E mentre a poco a poco imparano a conoscersi, ad aprirsi l'uno all'altra, a innamorarsi, capita la cosa più strana della loro vita. Perché quel bar è tutt'altro che normale: quel bar con i mobili anni Cinquanta e la musica fuori moda apre una porta verso il passato. Un varco che costringerà Adele a fare i conti con il mistero che avvolge suo padre, che non ha mai conosciuto ma che non ha nemmeno mai dimenticato. La recensione “Non avevo mai detto ti voglio bene a qualcuno prima di oggi pomeriggio. Tranne quelle scritte in pennarello glitter sul diario di scuola, un nome e un TVB che avrebbe potuto essere anche senza nome perché alla fine è solo una gran voglia di amare quello che hai dentro. Mai avuto un fidanzato vero, mai avuto un padre vero, mai amato mia madre per davvero. Ora so cosa è amare”. Strano il destino. Imprevedibile e armonioso. Mi stupirò sempre dinanzi alle trame intricate e alle svolte imprevedibili con cui, almeno una volta nella vita, ci condurrà nel luogo giusto al momento giusto. Nel luglio dell'anno scorso, complice lo sciabordare melodico del mare, leggevo il romanzo d'esordio di Benedetta Bonfiglioli. Pink Lady era stata la quarantatreesima lettura del 2012. Esattamente un anno dopo, nelle librerie, è arrivato il suo secondo romanzo, scritto a quattro mani con il collega e amico Luigi Ballerini. Un titolo che nomina il cielo e che trasmette un senso di libertà senza confini. Una copertina che raffigura un bacio sul fondo del mare. Amore e freschezza. Questo è Tutto il cielo possibile. Il quarantatreesimo romanzo del mio 2013. Ma non esistono coincidenze... o forse sì? Se lo domandano anche i giovani protagonisti di questo young adult tutto italiano, mentre, bagnati fradici e un po' timidi, in un pomeriggio di pioggia improvvisa, trovano rifugio in una latteria d'altri tempi. Un signore rugoso e sorridente alla cassa, una radio che trasmette pezzi nuovi e vecchi, il cappuccino più buono della città. A fare la telecronaca di quel pomeriggio nuvoloso e bagnato è la sedicenne Adele. I responsabili del suo corso di teatro sembrano aver dato forfait alle prime spruzzate di pioggia, la sua casa è accogliente come il calderone di una strega dedita alle arti oscure, il ragazzo belloccio seduto accanto a lei – Lorenzo – sembra avere una voglia matta di fare quattro chiacchiere, quando lei vorrebbe soltanto godersi i miracoli del silenzio giusto una manciata d'ore. Scomparire e basta, magari. Nella Bibbia dell'adolescente medio c'è scritto che i genitori non possono sbagliare. E' una verità sacrosanta. Lei sì, ha solo sedici anni. E un tatuaggio, un piercing al sopracciglio, un motorino con cui sfreccia per la città, sfidando il gelo o la calura estiva. Tutto, in lei, grida ribellione. E' una ragazza matura e posata, che ama la lettura, la buona musica e la scuola, ma come ogni sua coetanea adora il brivido della sfida. Essere disobbediente. Risponde male, ha sempre una parola poco felice per il prossimo, ha modi bruschi e poco femminili, odia sua madre. Un copione destinato a ripetersi in ogni famiglia, in ogni regno d'adolescente con le scatole girate e il mondo contro. Se suo padre è morto, è colpa di sua madre. Se è nervosa, è perché ci sono lei, le sue unghia smaltate di bianco e il suo nuovo compagno nelle vicinanze. Se è felice, è perché lei e le sue pretese d'adulta non sono nei paraggi. E' la sua miglior nemica. Senza di lei non ci sarebbe confronto. Senza confronto – e senza una mamma – non ci sarebbe vita. Lorenzo, invece, è il ragazzo perfetto e dall'esistenza apparentemente perfetta. Ad Adele sembra uscito dalla famiglia felice del Mulino Bianco. E' bello, affabile, ha modi gentili e le spalle larghe. Ha muscoli, cervello, un sorriso che manda in tilt i sistemi della scontrosa protagonista. Vorrebbe picchiarlo, a volte. Altre, non lasciarlo andare, nemmeno per un momento, via dalla sua vita. Il cielo, visto con lui, è più bello. Il mondo è un'avventura. Adele non è un'appassionata di fantascienza, ma Lorenzo, sempre loquace e preparatissimo, ha due illustri criteri di paragone per delineare la serie di strani viaggi che li vogliono come protagonisti assoluti: Matrix e Ritorno al futuro. Il pittoresco locale che è diventato il loro rifugio improvvisato spalanca una porta sul passato; loro possono viaggiare indietro nel tempo. Nel 2000 usciva il primo capitolo della trilogia con Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss. Nel 1996 le radio passavano Ramazzotti e la sua Più bella cosa. Nel 1989 i jeans erano a vita alta, i capelli cotonati, i fianchi ancora stretti e i sogni ancora vivi. A legare tante epoche diverse sono i lacci sfilacciati di Coverse sempre uguali – anche se adesso, come mi ripete spesso papà, le paghiamo a peso d'oro – e la presenza di due persone che Adele conosce o ha conosciuto molto bene. Una ragazza con l'ambizione di sfondare nel mondo della moda e un giovane dottore dai capelli rossi e con la predilezione per le sciarpe più particolari. I suoi genitori. Quando erano entrambi giovani, quando la sua nascita non ancora li aveva uniti, quando non c'erano segreti nella famiglia De Vecchi. Tutto il cielo possibile è una lettura perfetta per i ragazzi e perfetta per rilassarsi: spigliato, malinconico, dinamico, piccolo e in parte universale. Gli autori – con dodici anni a differenziarli – sono di due generazioni diverse e sanno parlarne a illimitate: nonni e nipoti, insegnanti e studenti, genitori e figli. Vecchio e nuovo si annodano turbinando nel vortice di spuma e latte di un cappuccino servito in un bar speciale. Un cappuccino pagato sfilando un pugno di lire dal portafoglio, bevuto sulle note di hit indimenticabili, girato e rigirato riflettendo cautamente sulla malattia, la diversità, la forza della vita. La prosa semplice, giovanile e talora vibrante di Luigi e Benedetta regala momenti di pura spensieratezza, ma mai vuoti. Si ha l'impressione di crogiolarsi in una delicata apnea da bacio; mai di aver sprecato tempo prezioso. Pink Lady – forse più memorabile: inevitabile il confronto – mi aveva scosso l'anima, portando me e la protagonista a dare un calcio poderoso al dolore. A uscire più forte da quel dramma violento e toccante. Questo, invece, anche se, a mio dire, meno travolgente del precedente, ha calato su di me una cortina azzurro cielo di sogni lievi e rilassanti. Le duecento pagine che compongo il volume volano nell'aria calda di Luglio, sfogliate dal vento e da dita che vogliono conoscere rapidamente l'epilogo di questo grazioso romanzo di formazione, e io mi sono sentito soddisfatto, sereno, riposato, saggio. Giusto un po' vecchio. Tutto cambia, ed in fretta. I cantanti e le boy band scompaiono come meteore, ogni anno ha il suo colore e le sue mode, ogni generazione ha i suoi miti. Io ricordo quasi tutti quelli citati nel corso del romanzo, pur avendo solo due anni in più di Lorenzo e Adele. Unica critica, se posso, il prezzo eccessivamente alto, se rapportato al numero di pagine. Leggermente eccessivo e frenante, pur se in relazione a un edizione carinissima e senza imperfezioni. Dovrebbe essere un libro da portare al mare per avvicinare un adolescente pigro alla bellezza della lettura. Da sottolineare, sporcare, vivere con l'intensità dei quattordici-sedici anni. Tutto il cielo possibile invita i più giovani ad aprirsi agli altri e al mondo intero. Ad abbattere barriere fisiche, spaziali e temporali. A spalancare le porte del cuore su un posto chiamato casa. Adele, senza Lorenzo e una mamma non ancora stanca di amare, sarebbe una mela acerba sul ramo di un albero solitario. Una Pink Lady senza riscatto alcuno. Ma l'io, senza il tu, non esiste.
“Un mondo complicato in cui essere felici è complicato, ma possibile; in cui volersi bene è complicato, ma indispensabile; in cui non si può non scegliere, non volere, ignorare, starsene ai margini, sul bordo. Devi entrare e sbucciarti le ginocchia quando cadi e avere freddo quando resti troppo a lungo nell'ombra del non amore”. Il mio voto: ★★★ Il mio consiglio musicale: Jovanotti – Ti porto via con me
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