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Recensione - "Un buon detective non si sposa mai" di Marta Sanz

Creato il 29 luglio 2014 da Diegothriller
Recensione a cura di Massimo Minimo
"Un buon detective non si sposa mai" di Marta Sanz (Nutrimenti) è il thriller spagnolo recensito oggi da ThrillerPages Arturo Zarco, il detective protagonista di Black, black, black, ha il cuore infranto e decide di concedersi una vacanza estiva per allontanarsi dal suo amato Olmo e dall’ex moglie Paula. Si reca così in una città della costa valenciana ospite dell’amica Marina Frankel nel riurau di famiglia. Un luogo dominato dalla figura dell’anziana Amparo Orts, che regge una sorta di matriarcato pur non uscendo quasi mai dalla propria stanza. Zarco intuisce presto che qualcosa non va in quella lussuosa dimora e le confidenze, seppure solo accennate, di Marina non fanno che accrescere i suoi sospetti. Pian piano veniamo a conoscenza della storia della bizzarra famiglia Orts, in cui da tre generazioni nascono solo e sempre gemelle monozigoti. Assillato dalla presenza-assenza di Paula, il detective sembra trarre conforto dall’inaspettata comparsa di Olmo: non sarà, anche questo, un subdolo tentativo di distrarlo da ciò che sta accadendo sotto i suoi occhi?
Ci tengo subito a dire che i libri di Marta Sanz sono “difficili” da leggere; ma non è un giudizio negativo come potrebbe sembrare, anzi. Già il precedente romanzo, Black, black, black, aveva una struttura molto particolare, divisa in tre parti affidate a tre voci differenti. Anche qui il racconto è corale, perché tanti sono i personaggi che contribuiscono a ricostruire la storia. Una delle caratteristiche della scrittura dell’autrice spagnola è proprio quella di non seguire una linea narrativa tradizionale, ma di divagare spesso. Per tale motivo bisogna prestare parecchia attenzione durante la lettura, altrimenti si corre il rischio di perdere il filo. Nel romanzo in questione si ha da subito la sensazione che sia successo e debba ancora accadere qualcosa di tragico. Eppure solo nella parte finale verrà rivelato tutto, in un crescendo che lascia senza fiato per l’orrore e la genialità del piano criminale che si dipana. Com’è intuibile sin dal titolo, che rimanda a Raymond Chandler, sono presenti molti richiami ad opere letterarie e cinematografiche, in particolare di genere noir ma non solo. Il romanzo è incentrato sul tema del doppio e dello scambio d’identità, in un gioco teso a disorientare il lettore e lo stesso Zarco: cosa che riesce benissimo alla Sanz, ad ulteriore conferma della sua bravura e del suo talento.

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