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Recensione: Un giorno come un altro di Filippo Venturi

Creato il 04 ottobre 2015 da Coilibriinparadiso @daliciampa

Ringrazio Filippo Venturi, per avermi mandato il suo libro, e avermi affidato la recensione, che trovate qui sotto. Buona lettura <3"><3"><3

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  • Titolo: Un giorno come un altro

  • Autore: Filippo Venturi

  • Casa Editrice: Pendragon
  • Data pubblicazione: 20 Maggio 2015
  • Pagine: 221
  • Genere: Noir
  • Trama: Bologna, 2014: la mostra “Il mito della Golden Age”, che espone, tra gli altri, il celeberrimo dipinto di Vermeer La ragazza con l’orecchino di perla, è nel suo pieno svolgimento.  Grazie a un’incredibile serie di circostanze favorevoli, Martino, meccanico spiantato dedito ai furti di cerchioni, in una tranquilla serata di maggio, riesce a intrufolarsi a Palazzo Fava, sede dell’esposizione, e a entrare in possesso del quadro.  Parte così la storia del furto del secolo che, tra ricerche disperate e strampalate richieste di riscatto, vede protagonisti ladri dal cuore buono e funzionari tutt’altro che ineccepibili, in un crescendo di colpi di scena che porteranno a un finale del tutto inaspettato. Una Bologna irresistibilmente balorda per un romanzo d’azione divertente e dal ritmo sostenuto, in cui non si può fare altro che tifare per i cattivi. 

Opinione personale:

la ragazza con l'orecchino di perla
Un giorno come un altro è un libro che mi ha coinvolta tantissimo, mi ha catturata tra le sue pagine in un bel modo: uno che ho percepito solo quando, dove aver voltato l’ultima pagina, mi sono sentita felice, allegra per tutta la giornata. Avete presente?
Beh, la trama in generale la leggete qui su: è la storia di Martino, ladruncolo dai piccoli furti, che riesce, per una fortunata sequenza di circostanze, a mettere le mani, e a portarsi a casa, La ragazza con l’orecchino di perla, in mostra a Bologna. L’intero corpo della polizia della città è in panico: il commissario Franco Petrella ordina di non far diffondere la notizia, e fa di tutto (ma davvero di tutto) per recuperare il quadro. Martino cerca immediatamente l’aiuto di Alvise, il Professore, mentre Petrella si rivolge a Beppe, barese come lui, che però si trova dall’altra parte delle sbarre.

Ma è la nuova tendenza degli anni Duemila, questa costante confusione dei ruoli: tutti fanno tutto, e nessuno fa bene niente.

Ecco, in questo quadro generale sembra facile capire chi sia il cattivo, e chi il buono. Ma no, dim

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enticatevi questo schema mentale. È tutto il contrario: odierete il commissario Petrella, egoista, senza un briciolo di morale, quasi a sfiorare la psicopatia. Beppe vi farà tenerezza, e ai vostri occhi non apparirà mai come il violento carcerato che teoricamente è, e di nascosto tiferete un po’ per lui. Ma solo alla fine, perché sennò la vittoria di Martino sarà il vostro scopo, come se dipendesse realmente da voi. Vi farà ridere, con il suo essere sconclusionato, di un bontà ingenua. Penserete che forse
è un po’ stupido, ma no, non lo è. Ha una prospettiva della vita che gli invidierete: zero interesse per i soldi, innamorato della bellezza e della sua Mika, della giustizia anche. Però sì, fa il ladro di pneumatici. Ma glielo perdonerete.
Non so se ho detto troppo, ma quando parlo di voi, in realtà parlo di me: ho trovato dei personaggi che ribaltano tutte le leggi della simpatia. Che mi sono entrati nel cuore a tal punto, da voler quasi chiedere scusa per le loro cicatrici, per i loro dolori. Ovviamente è merito dell’autore, che pone tutto in questa prospettiva, che li caratterizza e li modella in un modo ben preciso.
Allo stesso modo è riuscito a creare una successione di vicende che non vi aspetterete assolutamente. Anche perché, come potreste? Credo che il piano è stato cambiato cinque o sei volte, senza mai rivelarlo fino in fondo. Sono in difficoltà: vorrei dirvi di più, spiegarvi quanto dono state speciali queste pagine, ma non ci riesco. Perché è tutto dentro una risata, una bicicletta rotta, un piano così semplice da essere infallibile, un “Mi venga un colpo”, che io non so raccontarvi.

Sei la cosa più bella che abbia mai visto, dall’ultima volta che ti ho visto.

E a proposito di questo: non è facile farmi ridere, mentre leggo. È più facile farmi piangere: eppure in questo libro ho riso, non solo sorriso. E allo stesso tempo mi

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sono aggrappata alla speranza di un lieto fine con tutte le mie forze: credo che quindi la capacità di emozionare, questo libro, ce l’abbia eccome. Solo in un modo che non avete mai provato.
Lo stile, non so se l’avete capito, è fantastico: è ironico, ma di un’ironia intelligente, che non è vuota, ma piena a volte di amarezza, e a volte di allegria. 
Bello, bello, bello. Ci sono amore, amicizia, rimpianti e rimorsi. C’è anche dolore, non credete che sia tutto rose e fiori, e lo avvertirete nello stomaco, e vi dispiacerà da morire. C’è una bella Bologna. C’è tanta sorpresa, perché io tutto ciò non me lo aspettavo. Vi auguro buona lettura, perché spero che lo leggiate. Lo spero per voi, più che altro <3"><3"><3
P.S. Due dettagli che ho dimenticato di citare: la playlist capitolo per capitolo, idea bellissima! E le pagina, che sembrano una cavolata, ma questo libro ha delle pagine bellissime da sfogliare!

Lo sta avvertendo in modi tutt’altro che pacifici che lui è l’agente Stoduto, come se quel cognome significasse qualcosa, come se Martino cambiasse qualcosa ce quello si chiamasse Calzolari o Bastelli o Stupazzoni.
“Sti cazzi Stoduto, mica hai detto Poncharello”, pensa mentre schizza in direzione contraria, con la sciarpa alta sul viso per tentare di camuffare quel che può. Gli pneumatici fischiano come un manipolo di uomini affamati a una bella donna e il tipico profumo primaverile di Bologna di sera – le sere di maggio – è inquinato dal tubo di scappamento di quella pantera che sgasa senza ritegno

Il mio voto:

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L’autore:
Filippo Venturi: (1972) vive e lavora a Bologna come ristoratore. Nel dicembre 2010 ha pubblicato con Pendragon Intanto Dustin Hoffman non fa più un film, racconti sulla Bologna degli anni Ottanta. Nel 2012 è stata la volta di Forse in paradiso incontro John Belushi, il suo primo romanzo. Nel 2013, sempre per Pendragon, è uscita la raccolta di racconti Un saluto ai ragazzi, di cui è autore insieme a Emilio Marrese e Cristiano Governa.


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Da Franca Buganè
Inviato il 22 ottobre a 06:24

ero presente alla presentazione del libro a loiano, non l ho ancora letto e lo faro' prestissimo, mi avvince gia' molto come e' stato per la mostra a bologna