Autore: Ben H. Winters
Editore: Tre60
Traduttore: Ilaria Katerinov
ISBN: 978-8867020188
Num. Pagine: 286
Prezzo: 9,90€
Voto:
Trama:
Susan e Alex non hanno dubbi: è la casa perfetta. In quel quartiere e a quel prezzo, non potrebbero trovare di meglio. E c’è persino una stanzetta in più non segnalata nell’annuncio -, ideale per le esigenze di Susan, che ha deciso di lasciare il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla figlia, la piccola Emma, e alla sua grande passione, la pittura. Inoltre la signora Scharfstein, la padrona di casa che abita al pianoterra, sembra proprio una simpatica e disponibile vecchietta. Ma, ben presto cominciano ad accadere cose strane, che turbano la quiete domestica: nel suo studio, Susan sente un odore sgradevole, che nessun altro percepisce. Poi, una mattina, nota che la federa del suo cuscino è sporca di sangue e che il suo corpo è costellato da quelli che sembrano i morsi di qualche insetto. Tuttavia né la figlia né il marito hanno quei segni. Per non correre rischi, Susan chiama una ditta di disinfestazione, che però non trova nulla. Sembra una follia, eppure lei è convinta che la casa brulichi d’insetti: sono lì, annidati da qualche parte, non ce altra spiegazione. Mentre la signora Scharfstein diventa sempre più invadente e il marito preoccupato, Susan capisce di dover dimostrare a tutti che non è paranoica. Altrimenti potrebbe rischiare di perdere non soltanto quell’appartamento, ma anche la sua famiglia. Un thriller in cui il labile confine tra realtà e immaginazione diventa un luogo oscuro e molto pericoloso.
Recensione:
Un libro formicolante (adesso potete tirarmi un vaso) questo edito dalla Tre60.
Una coppia di sposini, una graziosa bambina (è una delle poche bambine della letteratura che non ho trovato irritante, il che già di per sé è da ritenersi un pregio), una nuova casa in cui abitare. Pagina dopo pagina facciamo la conoscenza di personaggi eccentrici, astrusi, con segreti che si nascondono gli uni dentro gli altri. Allucinazioni, lo spettro delle cimici e la paranoia, Una casa perfetta è un romanzo paranoide e soffocante che incolla il lettore trascinandolo nella spirale senza sonno di Susan, tra i suoi pensieri e le sue paure, facendoci domandare se non sia tutto frutto dell’immaginazione o sia realtà, o forse entrambe le cose.
A essere onesti il finale mi è sembrato vagamente troppo sovrannaturale - se così possiamo definirlo – alcune cose sono state lasciate appese, prive della spiegazione logica che io avrei preferito, chiudendo il romanzo con il lettore che continua a chiedersi se sia stato tutto frutto della psiche, della follia, del tradimento o di chissà che altro, e questa si è rivelata una lieve pecca, anche se niente di poi così drammatico.
Lo stile è scorrevole e il lettore non inciampa mai, le parole vengono bevute fino alla fine in un crescendo di stupore e curiosità, finendo tra le spire di un noir costellato di macchie piccole e brulicanti, inspiegabili e deliranti, fino a una conclusione forse non completamente risolta, ma di certo ben costruita.