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Recensione "Una storia crudele" di Natsuo Kirino (Giano Editore)
Creato il 26 febbraio 2012 da Maila TrittoSinossi: Koumi Narumi, trentacinquenne scrittrice in piena crisi creativa, fa perdere le tracce di sé lasciando al marito il suo ultimo dattiloscritto, intitolato Storia di una crudeltà. Il romanzo, che il marito invia all'editore insieme a una lettera, racconta il terribile caso di cui la scrittrice è stata protagonista da bambina: rapita da un operaio semianalfabeta all'età di dieci anni, è stata da questi segregata in casa sua per circa un anno, diventando la sua inseparabile «compagna» in un rapporto agghiacciante e complesso segnato dal comportamento maniacale del rapitore. Di giorno, l'operaio Abekawa Kenji era un uomo meschino e spietato che sottoponeva la piccola a numerosi maltrattamenti; di notte, era buono e gentile e trattava la bambina come un'amica preziosa. La relazione era resa ulteriormente ambigua e crudele da un terzo personaggio, Yatabe, un collega di Kenji il quale viveva presso lo stesso condominio e spiava i due attraverso un foro nella parete. Dopo la liberazione, la bambina stenta a recuperare la normalità, ossessionata dal ricordo del suo carceriere e del vicino voyeur. Sottoposta alle cure di una psicologa e ai continui interrogatori di un misterioso detective da un braccio solo, sviluppa una forza d'immaginazione in grado di alimentare il suo innato talento e che le permette di diventare, a quindici anni, una scrittrice prodigio. Nonostante il grande successo, tuttavia, Keiko è segnata a vita dalla vicenda vissuta da bambina, non riesce a liberarsene e alla fine, complice un'improvvisa lettera scrittale da Kenji (uscito di prigione, svolge mansioni da inserviente presso un ospedale), decide di scomparire per sempre, forse per raggiungere il suo carnefice, chissà dove, chissà quando. A chiudere il romanzo, una seconda lettera del marito della scrittrice all'editore, in cui egli rivela di aver perduto ogni speranza, nonché di essere Miyasaka, il detective da un braccio solo che alla fine aveva sposato Keiko.
Recensione: Stupore, rabbia, dolore, sono queste le sensazioni che ho provato nel leggere l'ultimo romanzo scritto dall'autrice Natsuo Kirno: Una storia crudele (Giano 2011).
Un titolo adatto, per una storia che ha dell'incredibile e che pure riflette una realtà: triste, a tratti, "crudele".
L'autrice, con questo romanzo, dimostra di avere le giuste capacità nel narrare storie appartenenti al genere thriller. In particolare, in questo libro esplora quelle zone che - di solito - sembrano essere difficili da comprendere, e che sono proprie della psiche umana. Le stesse che portano l'uomo a compiere atti di cui, magari, non ha assoluta consapevolezza. O forse si, ce l'ha eccome. Sono atti, questi, che dall'esterno potrebbero sembrare inspiegabili, inverosimili. Solo vivendoli -speriamo mai - si potrebbe avere un'idea di cosa si prova realmente.
La protagonista del libro della Kirino è Koumi Narumi (nom de plume), una scrittrice di trentacinque anni che cela un passato, purtroppo, che non dimenticherà mai. All'età di dieci anni infatti - quando ancora si faceva chiamare con il nome di Keiko Kitamura - fu rapita da un uomo da un venticinquenne squilibrato. Keiko, per un anno, è costretta a vivere nella squallida abitazione del uomo, senza via d'uscita. Vivrà perciò momenti di forte impatto emotivo, determinati proprio da tale situazione. Keiko non può avere contatti col mondo esterno, non può andare a scuola come tutti i bambini della sua età, non può fare nulla che faceva prima di essere rapita.
A raccontare questi episodi così "crudeli" è direttamente la protagonista, perciò troviamo una narrazione in prima persona. Questo espediente è perfetto poiché il romanzo richiede tale caratteristica. Il lettore infatti, con questo tipo di narrazione, è direttamente coinvolto. Ha, infatti, la possibilità di apprendere più da "vicino" le sensazioni - la paura, dunque - di Keiko.
Il romanzo richiama alla mente quegli episodi che - spesso - apprendiamo dalla televisione, e che sembrano essere davvero inspiegabili. Sono episodi che potrebbero sembrarci così "lontani" dal nostro immaginato, ma che accadono anche senza una precisa spiegazione.
Ciò che più mi ha colpita - e che mi ha fatto riflettere - è il modo in cui questa bambina abbia "sopportato" una situazione che chiunque non sarebbe stato in grado di gestire. A sostenere il tutto, probabilmente, è stato lo spirito di sopravvivenza. Lo stesso che ha fatto sì che la bambina sperasse che - prima o poi - tutto sarebbe ritornato alla normalità. Se Natsuo Kirino non avesse scelto di far parlare direttamente la sua protagonista, il lettore non sarebbe stato in grado di apprendere - del tutto - i pensieri di Keiko.
Consiglio Una storia crudele a quei lettori che apprezzano il genere thriller/noir e a coloro che sono interessati alla letteratura - e allo stile - giapponese.
Titolo: Una storia crudele
Autore: Natsuo Kirino
Editore: Giano
Collana: Bluegiano
Genere: thriller
Data di pubblicazione: 24 novembre 2011
Prezzo: 16,50 Euro
Pagine: 256 pp.
ISBN: 978-8862511117
L'AUTORE: Natsuo Kirino è nata nel 1951 a Kanazawa, un’antica città del Giappone centrale. È autrice di ventiquattro romanzi, quattro raccolte di racconti e una raccolta di saggi. Ha vinto il Premio dell’Associazione giapponese degli autori di romanzi polizieschi con Le quattro casalinghe di Tokyo (Neri Pozza 2003) e il Premio Izumi Kyoka per la Letteratura con Grotesque (Neri Pozza 2008). Tra le sue opere pubblicate in Italia figurano Morbide guance (Neri Pozza 2004) e L’isola dei naufraghi (Giano 2010).
Il sito dell'autrice: http://www.kirino-natsuo.com/
A cura di Maila Tritto
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