Titolo originale: Unwind
Autore: Neal Shusterman
Editore: Piemme Freeway
Genere: Distopico, Sci-Fi
ISBN: 978-88-566-0220-3
Anno: 2007
Pagine: 409
Prezzo: 19,00€
Continuiamo, miei scritte voli lettori, il nostro excursus nel magico mondo della distopia con un romanzo per giovini lettori pubblicato in Italia nel 2010 da Piemme Freeway, Unwind di Neal Shusterman.
Il romanzo, ambientato nel più classico dei distopici futuri prossimi, affronta in maniera abbastanza diretta temi che sono anche oggi all’ordine del giorno quando si discute di morale ed etica: l’esistenza dell’anima, il momento in cui comincia la vita e il suo significato ultimo. Shusterman lo fa in maniera intelligente, usando il punto di vista dei ragazzi protagonisti per discutere la questione (ma senza rimbecillirla perché tanto i ragazzi sono stupidi, LOL) e, soprattutto, non prende una posizione in merito, tratta tutte le opinioni con la stessa dignità e non infila a forza nel cervello del lettore la sua concezione del mondo.
Ma seguitemi dopo il salto, così diamo un’occhiata al romanzo in sé.
La distopia
Visto che questo è il mese della distopia, cominciamo la reccy con un paragrafino che contestualizza lo scenario distopico entro il quale la storia si svolge.
Negli Stati Uniti del futuro c’è stata una Guerra Morale che ha contrapposto abortisti e antiabortisti. La materia del contendere, ovviamente, era la sacralità della vita e il momento in cui il feto può essere considerato un essere umano. La guerra si è risolta con una soluzione di compromesso, che ha preso il nome di Legge sulla Vita.
La Legge stabilisce che la vita umana è intoccabile dal momento del concepimento fino a quanto un bambino compie tredici anni.
Fra i tredici e i diciotto, però, i genitori possono decidere di “abortire” in modo retroattivo…
…a condizione che, tecnicamente, la vita dell’adolescente non finisca.
Il processo tramite cui un ragazzo viene allo stesso tempo eliminato e tenuto vivo si chiama “divisione”.
È una pratica ormai largamente accettata nella società.
In pratica lo scenario distopico che ci offre il libro è quello in cui un adolescente dai tredici ai diciotto anni può essere abortito retroattivamente sottoponendosi a un processo che si chiama Divisione. La Divisione consiste nel prendere il 94% del corpo del ragazzo e dividerlo in altrettanti pezzi che devono obbligatoriamente essere usati per innesti e trapianti in altri pazienti. L’adolescente abortito, insomma, è come il maiale: non si butta via niente.
La storia
In questa cornice, Unwind – La divisione segue le avventure di tre ragazzi che, ognuno per un motivo diverso, si trovano a dover affrontare la minaccia dell’essere divisi. Connor è un ragazzo problematico che vive in una famiglia numerosa e che prende decisioni avventate. Stanchi del suo comportamento, i genitori decidono di metterlo in lista per una Divisione, pensando che, almeno una volta trasformato in pezzi da trapiantare, potrà essere utile a qualcosa. Risa è una delle tante orfane che la Legge sulla Vita ha generato quale effetto collaterale. Ogni orfano ha il dovere di meritarsi il proprio posto in società eccellendo in una determinata attività. Risa è una brava pianista ma non eccelle, e il risultato è che chi gestisce l’orfanotrofio decide di metterla in coda per una Divisione. Per Lev invece il caso è molto diverso. Cresciuto in una famiglia iperreligiosa, lui non vede la Divisione una punizione, ma come un modo per immolarsi onorando dio. Lev, infatti, è una Decima, ossia il decimo figlio di una coppia che è cresciuto fino all’età di tredici anni con il fine ultimo di diventare un sacrificio e di sottoporsi volontariamente alla divisione.
I destini di Connor, Rita e Lev si incontrano durante un incidente in autostrada e da quel momento comincia la loro fuga per cercare di sopravvivere fino ai diciott’anni. E nel corso delle loro avventure avranno anche occasione di riflettere sulla società che ha generato la Divisione e, soprattutto, scopriranno quello che nessuno racconta sulla pratica dell’aborto retroattivo.
Che cosa ne penso
Unwind è un libro estremamente intelligente nel suo genere. Preciso che a volte la società che dipinge appare a tratti un po’ troppo grottesca, ma il romanzo si fa anche carico di affrontare temi importanti come l’esistenza dell’anima, il significato della vita e il momento in cui essa comincia. Lo fa parlando al suo target di riferimento, cioè i ragazzi, e con un’intelligenza encomiabile. Un libro del genere scritto da un autore italiano non avrebbe MAI visto la pubblicazione con un Grande Editore, mi limiterò a dire questo.
Lo stile è più che buono, Schusterman alterna parti di azione concitata ad altre più rilassate, ma non scade mai nella noia. Menzione speciale per la scena agghiacciante che descrive la Divisione di un ragazzo, la cosa più disturbante che ho mai letto in un romanzo YA. I personaggi sono ben caratterizzati e la storia è ben costruita, eppure a volte si ha l’impressione che l’autore volesse correre verso il punto successivo, e quindi certe reazioni e certe situazioni piovono addosso al lettore come docce scozzesi.
Ma in generale, Unwind è un libro davvero valido, assolutamente consigliato ai lettori più giovani – e in realtà anche a tutti gli altri.