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Recensione: Verrà il vento e ti parlerà di me di Francesca Barra

Creato il 08 febbraio 2016 da Coilibriinparadiso @daliciampa

Verrà il vento e ti parlerà di me

  • Titolo: Verrà il vento e ti parlerà di me

  • Autore: Francesca Barra

  • Casa Editrice: Garzanti
  • Data pubblicazione: 30 Aprile 2015
  • Pagine: 200
  • Genere: Narrativa italiana
  • Trama: Teresa è solo una bambina, ma sa già cosa urlare al vento davanti a quella distesa azzurra: ”Io non me ne voglio andare”. Per nessuna ragione vuole lasciare quella terra di cui conosce ogni scorcio, ogni odore, ogni sapore: la Basilicata. Ama tutto di quella regione, la magia dei sassi di Matera che l’hanno vista nascere e il calore della costa che l’ha accolta anni dopo. Lì sogna di costruire la sua famiglia, il suo futuro. E il suo desiderio si è realizzato. Ora, invece, Caterina sua nipote, non vede l’ora di andare via. Di lasciare il paesino in cui è cresciuta, in cui le tradizioni regnano immutate. Vuole sapere cosa significhi sentirsi straniera, persa in una grande città. Vuole staccarsi dalla sua famiglia che adora, ma che nello stesso tempo è come un grande albero in cui i singoli rami perdono la loro identità. Quella famiglia di cui sua nonna Teresa è il perno centrale intorno a cui ruota tutto. Sua nonna Teresa che ha i suoi stessi ricci ribelli e scuri e la stessa forza di seguire il proprio istinto. Caterina sa che quello che le unisce è un legame speciale. In un’estate che la ragazza non dimenticherà mai, le ha insegnato a cucinare mentre i ricordi riaffioravano preziosi: la sua infanzia, il suo amore per Don Mimì, il suo dono segreto di prevedere il futuro, l’attaccamento alla sua terra e alla sua casa. E Caterina inizia a guardare la sua vita con occhi nuovi. Scopre che le radici non sono sempre qualcosa che impedisce di volare, ma possono essere ali che portano verso cieli inaspettati. E quando il vento della sua Basilicata la richiama ha molto da dirle. È tornato a soffiare solo per lei. Ma Caterina sa che per ascoltarlo ci vuole coraggio. Il coraggio di seguire la strada che porta dove si avverano i sogni.

Opinione personale:

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Parto con il dire che questo titolo è già in sé una poesia, una melodia per gli occhi, così come la sua copertina. In fondo parto con un’osservazione banale, rispetto q tutto quello che avrei da dire, e che dovrei dire, assolutamente.
Caterina vive in Basilicata a Policoro, insieme alla sua famiglia, nel suo nido sicuro, fatto di ricette, tradizioni, volti conosciuti tutt’intorno, e amore, soprattutto quello di sua nonna. Perché anche Teresa vive in Basilicata, e lì è sempre stata, regina della sua famiglia, incoronata dal suo grande cuore. Entrambe hanno la capacità di sognare, di guardare al di là di ciò che hanno sempre vissuto, con una saggezza che non ha niente a che fare con l’età. A capitoli alternati, si sviluppa la storia di entrambe, dei loro amori, dubbi, della loro cucina, dei ricordi più belli. Perché Caterina ad un certo punto decide di andare via, per studiare a Roma. Ed è lì che il suo piccolo mondo reale, e il suo grande universo che ha dentro, si incontrano e si scontrano, mettendo tutto in discussione, nel dolore del distacco e del diverso, ma anche nella scoperta meravigliosa e totale, di sé stessa e tutto il resto.

Spesso si nasce, si vive e si muore senza che nessuno se ne accorga mai. E senza che si possa nemmeno immaginare un’alternativa possibile.

Ho deciso di leggere questo libro dopo aver letto il secondo dell’autrice, Il mare nasconde le
stelle
, e vi ho ritrovato una delle cose che più mi erano piaciute: la delicatezza, la speranza con cui Francesca Barra parla dei sogni.Teresa ha quello che

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ha sempre sognato: una famiglia che si fonda su di lei, un marito che la ama, una nipote,suo specchio e sua compagna. Caterina vuole andare oltre, il suo sogno lo deve ancora trovare, o ancora capire: spiega le ali, quelle sue e della nonna, forti, affamate,e vola via. Ma ritrova sé stessa: nel capire ciò che le manca, apprezza comunque ciò che ha, e si sbarazza del dubbio di essere in trappola.
Non si tratta di un messaggio “viaggia, scopri, vivi”, come se la vera vita fosse solo nel mondo di là, quello da scoprire. Sto parlando, o meglio, il libro parla, di un’apertura al mondo, che lasci ancora aperte tutte le strade, quella per tornare indietro, così come le mille altre. Si tratta di scrollarsi di dosso ogni aspettativa degli altri, per ricoprirci solo delle nostre.

Era vulnerabile perché esposta alle delusioni tipiche del grandi sognatori

Devo essere sincera? Io sono totalmente diversa da Caterina e Teresa, io ragiono in modo diverso, sogno in modo diverso. Io sopra alla Tour Eiffel, piccola come una formica, davanti all’immensità del mondo, ci sarei rimastacon l’orgoglio di aver capito tante cose, con una mano tra quelle della mia famiglia, e lo sguardo verso tutto il resto, la paura del confronto, le storture del mondo e la bellezza del vento. Però quelle due donne le ho capite, le ho amate, sono entrata nel loro mondo. E, lasciatemelo dire, sta tutta là la potenza del libro. In personaggi perfetti, che sono persone e non figure, nelle loro forze e debolezze.

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Ho pensato e pensato, fino alla fine, a quale sarebbe potuto essere il finale, e non potevo prevederlo, perché è in tutto e per tutto un ingresso in punta di piedi nell’anima di una forte giovane donna. Ho respirato l’odore della sua cucina, l’affetto della sua famiglia, l’amaro delle cose sbagliate. Ho percepito la sua paura del non essere abbastanza, e la consapevolezza che si faceva strada nella sua mente. 
Tutto è parte di un quadro perfetto, che guardato da lontano èpiù di una vita: ne sono tante, tante personalità, tante scelte di vita. Di amori diversi, devoti, instabili, che mettono alla prova. Tante donne, ma anche tanti uomini, con i loro orgogli, messi da parte o usati come scudo. Sogni infranti di una Miss incompresa, di un padre innamorato ma rassegnato. Menti chiuse, menti aperte all’apparenza, ma vuote.
Mi vengono solo liste. Come quelle che fa Caterina.
Motivi per leggere questo libro:
-capire la complessità di essere donna
-conoscere un po’ di Basilicata
-sperimentare l’amore vero
-riflettere sul proprio sogno
-e sulla forza di doverlo mettere da parte (a volte)
-fare un sogno ad occhi aperti.

Così, viveva per davvero in un mondo tutto suo, in uno stato mentale in cui la linea di demarcazione fra buoni e cattivi, fra male e bene, fra semplice e complesso, era talmente netta da potercisi sedere nel messo e decidere di non preoccuparsene. Nulla l’avrebbe davvero danneggiata.


Prima non sai che ti manca qualcosa. Poi lo scopri e hai due strade. La prima è di restare senza niente. La seconda è di conquistartela. E quando la ottieni, guardi quell’altra strada e pensi che hai vinto.
Più o meno questa conquista è la felicità.

Il mio voto:

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L’autrice: 
Francesca Barra: è una giornalista professionista. Lavora in televisione per La7, Sky, Rai e Mediaset. Ha condotto su Radio1 Rai La bellezza contro le mafie, ha collaborato con “Sette” e “l’Unità”. È autrice dei libri Il quarto comandamento, Giovanni Falcone un eroe solo,Tutta la vita in un giorno. Per Garzanti ha pubblicato i romanzi Verrà il vento e ti parlerà di me e Il mare nasconde le stelle.


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