Buongiorno miei cari lettori,
in teoria, nel mio programma mentale, dovevo postare ieri questa recensione, in pratica il tempo, come sempre, mi sfugge dalle mani. Ma mi farò perdonare parlandovi di un libro che merita assolutamente di essere letto. Sono felice di potervi presentare - per chi già non lo conosce - un autore italiano che tiene alta la nostra bandiera. La settimana scorsa vi ho lasciato un assaggio dell'incipit ma ora è il caso di ricapitolare.
Scheda tecnica:
http://www.editricezona.it/vimini.htm
Trama:
Ci sono luoghi della vita ai quali non dovremmo mai tornare. Per non
riaccendere antichi dolori, non risvegliare vecchi segreti, non
rievocare remoti presagi. Vimini Mart, forse, avrebbe fatto meglio a non
tornare a San Timo, da Lara, da Sacco, da Remo. Ma è tornata,
un’estate, sulle tracce di un passato mai abbastanza lontano da
seppellire e dimenticare, proprio come il magico - e tragico - potere
degli arcobaleni. Un nuovo, emozionante racconto dalla vena immaginifica
di Donato Cutolo, che firma anche i “paesaggi elettronici” della
colonna sonora originale composta ed eseguita alla chitarra da Fausto
Mesolella.
Autore:
Donato Cutolo, Autore & Compositore, scrive nel 2009 ‘Carillon’,
Libro + Cd con prefazione diFausto Mesolella, che diventa in pochi mesi
‘piccolo grande caso Editoriale in Italia’ per copie vendute (info da www.editricezona.it).
Nell’Autunno 2012 esce il suo nuovo Libro + Cd, ‘Vimini, Romanzo di
Donato Cutolo con una Colonna Sonora di Fausto Mesolella, altro
successo, soprattutto per la critica: il lavoro viene recensito con
entusiasmo sui più importanti portali e blog nazionali. Compone colonne
sonore per Cortometraggi, Film Festival e Spettacoli Teatrali (fra cui
‘Il Demone’, ‘Il Manfred’, ‘Paolo & Francesca’, ‘Il Piccolo
Principe’ & ‘I Poeti Maledetti’ con L’Alt(r)o Teatro). L’apice è
l’uscita di un cd, ‘Note Corte’, che include i brani più significativi
dell’esperienza decennale col Mitreo Film Festival & Compagnie
Teatrali. Sound Engineer, Mastering & Producer del Nomìa Studio:
vince il MEI 2008 con F. Di Cecio, e partecipa a importanti compilation
nazionali ed internazionali, fra cui la recente – francese ‘Jazz al
Dente’. Prima esperienza da Regista (con Alfredo Buonanno) in ‘Parole
|Foto|sensibili’, tratto da ‘Carillon‘, successivamente esce anche
(In)verso, altro estratto dal Libro. Nel 2013 in uscita altri due
cortometraggi, estratti questa volta da ‘Vimini’, che saranno presentati
entro Ottobre 2013 a Teatro. La visualizzazione dei Corti è possibile
su YouTube.
Il mio pensiero:
Posso confessare di aver aspettato troppo prima di cominciare a leggere questo piccolo gioiello. La trama mi aveva attirata fin da subito, come l'idea di legare il cd con le musiche al libro. Ho provato a leggere e ascoltare insieme ma devo dire che lo stile di Cutolo è così denso e ricco di sfumature e sensazioni che ho preferito gustarmelo parola per parola da solo. Ma del resto penso che sia una questione molto soggettiva, quando scrivo ho sempre un sottofondo musicale ma quando leggo, proprio non riesco a trovare spazio per altro che le parole.
A parte la piccola parentesi tecnica, questo libro è difficile da lasciare dopo aver letto le prime pagine. L'unico rammarico che ho avuto è la brevità, circa 87 pagine. Avrei voluto che Vimini mi facesse compagnia per più tempo. La forza dei personaggi creati da Cutolo è in certi momenti devastante, quella che racconta è una realtà difficile e di profonda provincia, di abusi di alcool, di figli lasciati a se stessi, dell'incapacità di vivere, di essere soddisfatti delle piccole gioie quotidiane.
Insomma vi starete chiedendo: ho già tanti problemi tutti i giorni perchè leggere un libro che ne racconta altri? Rispondo subito. Cutolo accompagna il lettore in questo universo, da una parte disperato e dall'altro d'incanto, con una delicatezza che mi ha lasciata senza parole. E' quasi come se fosse una fiaba per adulti.
Da una parte c'è Lara, la mamma di Vimini, persa dentro alla dipendenza dall'alcol e a un'insoddisfazione cronica che dura da sempre, come se fosse cucita nel dna. Dall'altra una nonna, Cecilia, che tutti vorrebbero avere, animata dalla gioia di vivere e tormentata dall'unico dolore di non essere riuscita a salvare la figlia, Lara, dalla sua lenta autodistruzione. Ma c'è la nipote, Vimini, da crescere, da preservare da quel buco nero in cui è scivolata la figlia.
E poi c'è Remo che cresce insieme a Vimini, lei è ricca e lui l'esempio della povertà di provincia. Ma Remo la ama, di quell'amore profondo che si lega alle ossa.
E Sacco, il vicino di casa di Vimini, che io ho immaginato come un nonno perchè è il confidente di Vimini, quella spalla forte su cui piangere.
Tutto questo mondo e l'intreccio di emozioni e sentimenti viene svelato al lettore piano, piano, come se fosse un filo dipanato che viene riavvolto quando Vimini torna a San Timo dopo tre anni di assenza. Ad accompagnare la storia gli arcobaleni. Il riferimento continuo a questi fenomeni, alle bolle di sapone che la nonna di Vimini liberava in aria per la gioia della nipote, regala al piccolo borgo di provincia che è San Timo un'atmosfera magica.
Insomma è davvero una bella lettura, l'epilogo lascia a bocca aperta, l'unico rammarico che ho è la brevità.
Vi lascio con questa piccola citazione, uno dei passaggi che più mi sono piaciuti:
"La casa ha un tono vecchio, ma soprattutto non si sente alcun odore,
alcun suono, se non il canto degli uccelli, che le danno il benvenuto.
Le si gonfiano gli occhi, stringe i pugni, si morde il labbro inferiore,
cerca di resistere alla piena dell’emozione che parte dallo stomaco ma
non le riesce, il pianto lava via dalla faccia ogni ricordo: tutto quel che la
rendeva felice non esiste più.
Si asciuga il viso con quattro dita e si avvia alla porta d’ingresso. Chiusa
per metà.
La apre con ambedue le mani e china il capo in avanti prima di muovere
il corpo. Il buio domina la scena, frazionato da pochi, sottili fasci di luce
nei quali balla sospesa una polvere antica.
Avanza, l’oscurità non la ferma, conosce a memoria i quattordici passi
per arrivare alla finestra.
Con difficoltà la apre, guarda fuori, poi sospira e di scatto si volta.
Eccola, la casa.
Precisa, uguale, è tutto nella posizione esatta di come la ricordava.
Anche il camino sembra aver fumato la sera precedente, la sdraio è
là, con la coperta di flanella bianca a pallini verdi e marroni piegata sul
bracciolo.
Incrocia le mani dietro la schiena e si appoggia al muro, col capo fermo.
Le pare di vedere nonna Cecilia, seduta accanto a lei.
Per un attimo sorride, poi si riscuote, rammenta il suo compito.
Raggiungere il fienile".
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