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Recensione: Vite da assassino

Da Flautodipan @miriammas
Recensione: Vite da assassino Titolo: Vite da assassino Autore: Domenico Mortellaro Prefazione: FrancescoBarresi Editore: Iris 4 Collana: Intelligentia Dati: 2005, 96 p., brossura Prezzo di copertina:12, 50 euro Descrizione: Nove vite esemplari in efferatezza ed in brutalità ma anche in normalità e piattume. Sangue, sudore, sperma. Brandelli di carne, vestiti strappati, camere ridotte a mausolei e cimiteri visitati come bordelli. Scene del delitto passate al microscopio e case perquisite anche sotto il pavimento o nell’intercapedine del soffitto. Cannibali moderni, assassini seriali, stupratori solitari, vampiri mediocri… Un campionario, insomma, di vite normali all’apparenza e criminali nella realtà raccontate come favole crudeli. Autore: Domenico Mortellaro è nato a Bari nel 1979 ma vive da sempre a Giovinazzo. Laureato in giurisprudenza con una tesi in criminologia all’università di Bari, ha conseguito il Master in Scienze Forensi a La Sapienza di Roma.
Con pseudonimo pubblica racconti in vari siti internet.

La recensione di Sara:   
Le televisioni, le radio,  i giornali, i libri ce ne raccontano le storie continuamente, turbandoci e affascinandoci, i serial killer sono ovunque.
Chiunque avrà sentito parlare almeno una volta al giorno di Mostri e Bestie, appostati agli angoli delle strade pronti a uccidere violentemente vittime innocenti.
Ogni nazione ne ha a bizzeffe da annoverare tra le sbarre delle carceri, spesso e volentieri da sbandierare come macabro simbolo del proprio Paese. 
Vite da assassino raccoglie le storie di nove criminali, alcuni famosi, altri un po’ meno conosciuti, che si sono fatti strada nell’immaginario collettivo ispirando romanzi e pellicole di successo.
Domenico Mortellaro raccoglie informazioni su questi inquietanti personaggi, presentando una scheda completa per ognuno di loro. Biografie, patologie, traumi infantili e adolescenziali e metodi di uccisione. Ogni assassino ha il suo rituale e delle vittime predilette, bracca la preda come il più abile dei cacciatori e con maniacalità segue la prassi, cimentandosi in una danse macabre sempre più cruenta.
Ce ne sono di tutti i tipi dai più classici ai più “particolari”. Necrofili che conservano meticolosamente teste e pezzi di corpi, realizzando accessori con la pelle delle malcapitate prede da conservare con cura nel grottesco tempio che è la propria casa, uomini che si improvvisano vampiri dissanguando a morsi donne innocenti, porno-sadici che conservano i cadaveri martoriati sotto le assi del pavimento della propria casa, cannibali e stupratori e la lista potrebbe non fermarsi qui. Qualcosa però accomuna tutti i criminali scelti dall’autore: l’inaudita violenza, la voglia di sangue e un passato difficile.
L’analisi psicologica proposta nel saggio ci fa comprendere come, sebbene le vittime non abbiano alcuna colpa, vengano scelte secondo criteri ben precisi che rimandano a traumi e violenze subite dai carnefici durante l’infanzia e l’adolescenza. Quasi sempre persone insospettabili che si distinguono, anzi, per la loro smodata gentilezza e cordialità nei confronti di chi li conosce che improvvisamente si trasforma in un’insaziabile sete di sangue.
I killer proposti in Vite da assassino sono tutti  uomini, non c’è spazio per il gentil sesso che, quasi mai, cede al macabro come i suddetti. Gli uomini sono quelli che si abbandonano allo splatter, quasi che  i corpi martoriati e la tendenza a conservarne reliquie, come promemoria di dubbio gusto, siano un invito a fare di più.
Un libro interessante e sconvolgente. Bisogna avere uno stomaco forte e una psiche poco impressionabile per poter conoscere questi Mostri che, senz’altro, faticherete a dimenticare una volta richiuso il volume.
Breve e intenso, lascia un segno che mette sottosopra il benessere psico-fisico del lettore ma che invita alla riflessione. Sarete spinti a interrogarvi sulle vite di questi uomini e per quanto crudeli, proverete forse un moto di labile tenerezza e comprensione nei confronti dei loro passati travagliati. Tutto sommato anche loro hanno subito violenze che nessuno potrà cancellare, nemmeno il sangue delle loro vittime. È forse questo un modo per illudersi di cancellare il dolore dagli anfratti della memoria? A voi la risposta.
Non sempre tutto è come sembra, comincerete a guardare con sospetto i vostri vicini di casa e diffiderete dello sconosciuto seduto accanto a voi sull’autobus.
Spesso anche il più gentile dei vecchietti può rivelarsi il più temibile assassino.

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