Magazine Cinema

Recensione: "We are what we are" (2013)

Creato il 13 settembre 2015 da Giuseppe Armellini
Recensione: what are
Un grande incipit e un ottimo finale non ce la fanno a salvare del tutto un horror "drammatico" che, con fatica, cerca di esplorare la tematica dell'accettazione di sè.
presenti spoiler
Questo film, anche se per caso, fa parte de La Promessa (10/15)
Remake di un originale (addirittura) messicano (credo migliore) questo We are what we are era un horror di cui sentivo parlar bene, a volte benissimo, da un paio d'anni.
Beh, la delusione è stata abbastanza cocente (sempre trovato buffo e poco appropriato st'aggettivo-participio presente "cocente", ma del resto la lingua italiana è piena di modi di dire del cazzo di cui nemmeno ci rendiamo conto quando li usiamo).
In realtà il film parte molto bene.
In realtà il film finisce molto bene.
Il problema è che tra la A e la Z c'è veramente poco che convince.
Attenzione, per quanto riguarda gli aspetti tecnici-attoriali il film è di primissimo livello. Grandi immagini, grande qualità, regia abbastanza classica ma comunque molto "fresca", attori tutti sul pezzo con, per me, le due ragazze adolescenti sopra tutti gli altri.
Del resto basterebbe già il prologo a farti capire tutto, con prima quelle immagini d'ambiente che, senza che io abbia capito il perchè, ritorneranno più volte, e poi con quella pioggia, il supermarket e una morte cinematograficamente bellissima.
Per chi non lo sapesse WAWWA è un film su una specie di sottogenere abbastanza in voga in questo momento, ossia quello che cerca di umanizzare il più possibile, asciugandole dai caratteri mostruosi, persone o famiglie, appunto, di mostri.
Recensione: what are
Io ho ripensato al buon The Hamiltons, poi anche a Lasciami Entrare (o al suo gran remake Blood Story) e ad un altro paio di titoli che ora mi sfuggono (tra le decine di quelli che possono richiamare temi del genere). Storie di questi mostri e creature visti con fattezze ed abitudini completamente umane, a volte per mimetismo ed altre per un loro tentativo di combattere la loro vera natura.
Che poi, a ben vedere, la famiglia dei Parker fino a prova contraria è una famiglia veramente normale, solo che , per capirsi, glie piace la ciccia d'omo.
E per mangià la ciccia d'omo bisogna procurarsela.
Per questo richiamo alla famiglia, quello alla religione (presentissimo in entrambi) e per questa necessità di uccidere, il film richiama molto anche Frailty, piccolo film feticcio che cito più volte.
Il problema è che in fase di sceneggiatura siamo vicini al disastro.
Il film è prevedibile, mal scritto, assolutamente privo di tensione ed empatia in una storia che voleva essere tutta tensione ed empatia.
E ci sono una sequela di scelte o situazioni quasi incomprensibili.
Recensione: what are
Intanto, perchè devono mangiare carne umana? e perchè digiunano? possono mangiare altro? e perchè c'è la sensazione che un solo giorno all'anno debbano uccidere, come se ci sia una data portata avanti da millenni per farlo? E tutto il resto del tempo?
Ma le magagne non finiscono qua, Il libro con la saga famigliare che porta a quei flashback è davvero un mezzo disastro, Vorrebbe piano piano portarci alla Verità riuscendo invece solo ad annoiare, rendere poco credibili quelle immagini di 250 anni fa, e dilazionare ancora di più quello che sembra un segreto di Pulcinella.
Ma, ancora, la mano che si brucia il padre? e quell'ossicino ridicolo trovato nel fiume? (sigh, quell'ossicino porterà ad almeno altre 3 scene nel torrente una meno sensata dell'altra).
E le ricerche del medico? E la scena il padre sente arrivare un sms al cel del vicesceriffo quando era stato chiamato decine di volte?
E tante altre piccole cose.
Recensione: what are
Allora prendiamoci quello che il film poteva essere sulla carta, ovvero una pellicola molto umana, dolorosa, sull'accettazione di sè. E pure, all'opposto, sulla formazione di sè, il possibile cambiamento.
Mi prendo i visi bianchi, emaciati e stanchi delle due figlie, mi prendo le ottime sequenze delle cene, con quelle musichette d'antan, mi prendo la cornice di tutto, quella della tempesta, quello della famiglia poverissima economicamente ma molto legata.
E mi prendo un bellissimo finale che a me ha ricordato tanto quello di Miss Violence dopo che, per un pelo, non diventava molto simile ad una scena de La Caduta (di Hitler).
Il materiale era buono,
Poi però bisognerebbe saper scrivere.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines