[Recensione] Will ti presento Will – John Green & David Levithan

Titolo: Will ti presento Will
Autore: John Green & David Levithan
Editore: Piemme
ISBN: 978-88-566-1574-6
Num. Pagine: 336
Prezzo: 17.50€
Voto:

Trama:
Una sera, nel più improbabile angolo di Chicago, due ragazzi di nome Will Grayson si incontrano. Will e Will non potrebbero essere più diversi, ma dal momento in cui i loro mondi collidono, le loro vite, già piuttosto complicate, prendono direzioni inaspettate, portandoli a scoprire cose completamente nuove sull’amicizia, l’amore e, soprattutto, su loro stessi.

Recensione:
Ho deciso di comprarlo dopo aver letto Boy meets Boy, di Levithan, di cui mi sono letteralmente innamorata. Non dico certo di essermi pentita del mio acquisto, ma devo ammettere che non sono riuscita a ritrovare quella stessa dolce sensazione zuccherosa che avevo provato su quelle pagine.
Will ti presento Will è un libro surreale in cui ritroviamo le classiche bizzarrie che prima fanno strabuzzare gli occhi e poi fanno ridere di cuore, i personaggi sono uno strano concentrato di mitomanie, paure, certezze ed eccentricità in cui a metà ci immedesimiamo e a metà non riusciremmo a farlo neanche se volessimo, i paradossi di ogni esistenza, insomma.
I capitoli sono alternati, uno per ogni Will, in cui vediamo la vita attraverso i loro occhi in una trama che si intreccia prima direttamente e poi indirettamente, percorsi paralleli che vedono un saliscendi tutto sommato normale, tipico dell’adolescenza, ma contornato ed arricchito da eventi e prodromi che – manco a dirlo – ci coinvolgono in prima persona.
Amicizia, amore, litigi e problemi si mescolano assieme ad uno humor quasi feroce, regalandoci un romanzo che non riusciamo ad abbandonare, che leggiamo pagina dopo pagina senza staccarci, ansiosi di sapere come si risolveranno le cose. Sempre che accada.
Mi è piaciuto un pizzico di meno perché Will ti presento Will pone tematiche più complesse, cupe e intense rispetto all’opera precedente di Levithan, solleva quella patina trasparente e si infila in argomenti delicati pur mantenendo l’immortale stile leggero e sarcastico, e non sono sicura di aver apprezzato appieno questa scelta; così come il linguaggio volutamente farcito di slang – ‘ma io sono tipo fidanzata’ per intenderci – o la scarsa presenza di virgole con relative frasi un po’ troppo lunghe per quello che volevano dire.
Ad ogni modo lo ritengo comunque un bel libro che racconta di baci, prime cotte e quel naturale caos viscerale di ogni volta, racconta dell’amicizia ferrea e di quanto possa essere sbagliato dare troppe cose per scontate, è grazioso, anche se dopo aver letto l’ultima pagina ci si accorge che è anche un po’ affilato.