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[Recensione] Wolverine 268

Creato il 14 maggio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Wolverine 268
Titolo:
Wolverine 268
Editore: Panini Comics – Marvel Italia
Numero di pagine: 96 (spillato)
Prezzo: 4,00€
Contiene: Wolverine 15, Daken: Dark Wolverine 10-11, X-23 10-11

Voto:

[Recensione] Wolverine 268

Per comprendere la prima storia, tratta da Wolverine 15, dobbiamo fare un salto indietro al numero 259 (italiano) quando, terminata la spelindida saga di Wolverine: Origins, al mutante canadese viene concessa una nuova serie regolare scritta da Jason Aaron che comincia con una saga che vede la sua anima finire all’Inferno, mentre il suo corpo viene posseduto da una serie di demoni.
Tornato dall’Inferno e ripreso possesso del proprio corpo, Wolverine scoprirà che dietro a questo c’era un’organizzazione chiamata la Rossa Mano Destra, composta da individui in cerca di vendetta contro Logan.

Durante la sua ricerca di vendetta lo vediamo uccidere Mystica e cinque individui chiamati “Bastardi”; una volta giunto alla base della Rossa Mano Destra un’amara sorpresa però lo attende: i membri dell’organizzazione si sono tutti suicidati per lasciare l’eroe “a bocca asciutta” e i cinque Bastardi che ha ucciso erano in realtà suoi figli.
Se la storia finora non aveva di certo entusiasmato per la scarsa originalità e per la sua prevedibilità, che Aaron ha tentato di compensare con un elevato livello di violenza (soprattutto nella saga della vendetta di Wolverine), qui cade ancora di livello, ripresentadoci il classico clichè del “Niente più (sostituire con nome di un supereroe)”. Neanche i discreti disegni di Goran Sudzuka salvano questa storia dall’insufficienza.

Daken: Dark Wolverine vede invece il figlio di Wolverine alle prese con la seconda parte del suo piano per diventare il signore internazionale del crimine: diventare il boss di Los Angeles. Nel mentre, però, ha sviluppato una forte dipendenza da una droga chiamata chiamata Heat, che altera la sua percezione della realtà. Interessante la storia di Rob Williams, ottimi i disegni di Matteo Buffagnini e Riley Rossmo, in grado di rendere perfettamente l’idea della distorta visione della realtà causata dalla droga.

I disegni sono anche uno dei punti di forza di X-23 (clone femminile di Wolverine, da lui adottata): Sana Takeda ha uno stile unico nel panorama fumettistico statunitense che si rifà molto a quello degli autori di manga, come si può notare soprattutto dal viso dei personaggi (i loro grandi occhi su tutti) ed il disegno dell’ambiente. Per capire, due immagini tratte dalla prima parte di X-23 10, pubblicate su Wolverine 267 e tratte dal blog di Sana Takeda:

[Recensione] Wolverine 268

[Recensione] Wolverine 268

Ai testi di X-23 c’è Marjorie Liu, autrice non solo di fumetti ma anche di libri di vari generi, tra cui l’urban fantasty, superlativa quando si tratta di caratterizzare i personaggi, che qui vediamo alle prese con i rimasugli dell’esperimento che generò e trasformò in una macchina per uccidere X-23, in particolare un profumo in grado di scatenare la sua furia omicida.

Paradossalmente, Wolverine è un albo da comprare non per Wolverine ma per X-23, una delle migliori serie americane in circolazione, motivo per cui ve lo consiglio.

PS: rispetto a quella riportata in questa recensione e sul sito della Panini Comics, la copertina è cambiata con questa, tratta da Wolverine 300.


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