In un periodo in cui gli zombie movies sono tornati di moda, la Paramount porta al cinema un kolossal da quasi 200 milioni di budget il tutto adattato su di un romanzo di grandissimo successo come World War Z di Max Brooks, ottima mossa o grandissimo rischio commerciale?
Beh questa è una domanda alla quale difficilmente si potrà dare una risposta dopo quasi 2 ore di visione, World War Z nonostante l'enorme potenziale finisce per lasciare l'amaro in bocca e questo di sicuro è dovuto ai tantissimi problemi subiti nel periodo di produzione, primo fra tutti la riscrittura dell'intero finale.
Il regista Marc Forster ed i tantissimi sceneggiatori che hanno messo mano allo script, tra cui Damon Lindelof e Drew Goddard, non hanno fatto altro che regalare alla produzione un pop corn movies che di sicuro regala tanto intrattenimento, ma che in fondo non riesce in pieno a soddisfare il palato di coloro che speravano nello zombie movie definitivo.
La sceneggiatura perde tanto purtroppo per i tantissimi passaggi di mano ed il voler allontanarsi di parecchio dal materiale originale fa soffrire non poco la scorrevolezza dell'intera narrazione, molti personaggi inoltre non sono ben costruiti e la speranza risiede nella possibilità che il proseguio della trilogia possa rimettere le cose al proprio posto.
La regia di Forster di sicuro non è magistrale, ma si presenta come l'unico collante ad un mucchio di idee sparate li nel mezzo, bravissimo infatti nel celare alcuni dei tantissimi buchi sceneggiativi con l'inclusione di una buona dose di suspance che in un film sugli zombie non è mai un male.
La scelta del look e dei comportamenti degli zombie di World War Z sembra senza ombra di dubbio figlia dell'evoluzione del genere negli anni, sono infatti oramai lontanissimi quegli anni in cui i non morti si trascinavano lentamente per poi mangiare budella come se fosse nutella.
Da 28 Settimane Dopo il futuro ha avuto inizio ed anche se ne giova la spettacolarità e l'aspetto emotivo si è perso un pò quel senso di classicità legato allo splatter vecchio stampo che tanto bene ha fatto al genere portato al successo da George A. Romero, leggi il mio approfondimento qui.
La forza dell'intero cast si poggia sulla sola qualità di Brad Pitt, difficile infatti capire il perchè dell'ingaggio di bravi attori come Matthew Fox, Mireille Enos ed il nostro Pierfrancesco Favino, se poi il loro peso nell'autonomia della storia (almeno per questo primo capitolo) viene limitato.
Brad Pitt è il bravissimo attore che tutti conosciamo, ma alle prese con degli zombie sembra, solo in alcuni momenti, un pesce fuor d'acqua, da buon produttore però si regala comunque una buona dose di azione che unito a quel fascino immortale fa perdere le tracce dei suoi impacci.
Dal punto di vista visivo i tecnici per World War Z hanno dovuto ricreare masse sterminate di zombie digitali con l'obiettivo di non offendere i milioni di fan sfegatati del genere con scene troppo da videogame, fortunatamente oltre ad alcune situazioni al limite dell'assurdo la missione sembra essere stata superata, la scena del muro israeliano è forse uno dei momenti più affascinanti dell'intero film anche se effettivamente troppo surreale.
In conclusione posso affermare che World War Z ha un potenziale davvero enorme e forse questo è uno dei suoi maggiori difetti visto che quando si ha tanto da raccontare e si è in tanti a farlo, si finisce sempre per dimenticare qualcosa.
La mancanza di sangue e la completa trasformazione da zombie lenti ed affamati a macchine di morte mette un pò di malinconia, ma chiaramente ci si deve anche adeguare al passare del tempo e quindi non ci si deve lamentare.
La regia ed il fascino di Brad Pitt nascondono in parte la mancanza di coerenza nella sceneggiatura e questo non può essere un motivo di vanto, si spera quindi che già dal secondo capitolo si possa rimodellare la tela narrativa su strade un pò meno tortuose.
di Frenck Coppola