Titolo: World War Z
Autore: Max Brooks
Editore: Cooper
ISBN: 8873940722
Fomato: brossura
Lingua: Italiano
Numero pagine: 307
Prezzo: 16,00
Genere: horror
Voto:
Trama: Comincia in uno sperduto paesino della Cina. E subito dilaga in tutto il mondo. La piaga, la peste ambulante, l’epidemia. La guerra degli zombi. Creature mostruose che contagiano e fagocitano il nostro pianeta, la nostra casa. I sopravvissuti sono pochi. Una storia irreale? Il semplice parto della fantasia di uno scrittore? Forse. Max Brooks, con l’artificio di una raccolta di interviste “sul campo”, dà vita a un affresco in cui le tante e diverse voci ricreate e animate in questo libro parlano di guerra, sofferenza e solitudine, ma anche di speranza, coraggio e nobiltà.
Recensione: Come avranno probabilmente fatto in tanti, ho preso in mano World War Z dopo aver visto il pessimo trailer del film con Brad Pitt di prossima uscita. Avevo già avuto un’esperienza simile con Io sono leggenda, ma a volte il miglior modo per scoprire un buon libro è passare per la sua pessima rappresentazione cinematografica. Ma come posso giudicare negativamente il film ispirato al romanzo di Brooks se ancora non l’ho nemmeno visto? Non è difficile rispondere: il film ha un protagon
ista mentre il romanzo ne possiede un’infinità.In teoria il vero protagonista, quello a cui praticamente è dedicata qualche riga ogni sei pagine, si spiega all’inizio: il suo obbiettivo è quello di raccogliere informazioni riguardo l’apocalisse zombie che ha quasi distrutto il pianeta. Successivamente cambia lo stile di scrittura, dal racconto in prima persona alla classica intervista che spesso si vede come introduzione o epilogo in molti romanzi di Stephen King. Peccato, si fa per dire, che tale stile di scrittura non si limiti a quest’intervista, è questo che troverete all’interno di World War Z: interviste e racconti in prima persona di soggetti che non si conoscono neppure.
Si comincia con il medico che parla del paziente zero, un bambino cinese. Ovviamente tutto ciò è solo l’inizio, le altre testimonianze racconteranno di come il governo cercherà di porre rimedio alla cosa e delle reazioni della gente. Sinceramente per quanto non riuscissi a staccarmi dal mio tablet, ammetto d’esser rimasto un po’ deluso dalle prime pagin. Forse mi aspettavo uno sceriffo Rick o un Chris Redfield della situazione, invece ho trovato solo tizi che parlavano descrivendo i casini che stavano per accadere. Sia chiaro, non mancano le parti d’azione (e qui non posso non citare il nerd giapponese che scappa dalla sua stanza calandosi con le lenzuola) ma gli zombie in questo romanzo rappresentano solo un contorno. Brooks non lascia nulla al caso, in World War Z è presente qualsiasi scenario: il monaco cieco nella cima della montagna, l’equipaggio imprigionato dentro un sottomarino, la folla che si fa abbindolare da una falsa cura… Ci sono persino i conflitti religiosi e i selvaggi cannibali!
Da recensore posso dirvi che è davvero difficile descrivervi il romanzo senza spoilerare, il soggetto di un’intervista è già di per sé una rivelazione, quelli che ho citato sono solo una minima parte rispetto a ciò che vi aspetta.
Non mancano ovviamente le parti originali come quella riguardante i gliders, conosciuti nell’universo fantasy come i ghoul. Si tratta di quelle persone che vengono infettate “psicologicamente” trasformandosi in qualcosa di molto simile agli zombie. Possono morire con un proiettile al cuore ma esattamente come i non morti conosciuti non si fermano, nemmeno se perdono un arto.
Se proprio dovessi fare un appunto direi che il finale mi è sembrato un po’ frettoloso e sia chiaro: ho scritto frettoloso non banale o stupido. Niente mani che sbucano tutto d’un tratto, niente cattivoni che si voltano dicendo “tornerò”, World War Z finisce come il lettore desidera (e qui non posso aggiungere altro).
Riguardo allo stile di scrittura, sono rimasto particolarmente impressionato dal modo in cui Brooks rappresenta i suoi personaggi. Vi ricordo infatti che ogni intervistato ha un carattere diverso e di conseguenza anche un linguaggio diverso. Brooks non fa mai confondere il lettore, non ci si ritrova mai a dire “aspé, ma questo che parla adesso non era quello di prima?”
I soggetti vengono succeduti in un ordine logico: se prima viene intervistato il tizio nel sottomarino dopo toccherà a quello nelle fogne.
In conclusione, World War Z è un romanzo che ogni appassionato di zombie non dovrebbe farsi scappare, un’opera con uno stile di scrittura originale e un concatenarsi di storie che tiene incollato il lettore.
Ora sono curioso di vedere come lo rovineranno…