Recensioni: Bettino Craxi, ‘Io parlo, e continuerò a parlare’ – Mondadori (2014)

Creato il 29 settembre 2014 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

a cura di Giacomo Dolzani

Io parlo, e continuerò a parlare è una raccolta di alcuni scritti, curati e commentati da Andrea Spiri, redatti da Bettino Craxi negli anni del suo esilio tunisino.
Dalla sua residenza di Hammamet, l’ex segretario del Partito Socialista Italiano, alla guida dell’Italia dall’agosto del 1983 fino all’aprile del 1987 e uomo di primo piano negli ultimi anni della cosiddetta “Prima Repubblica”, osserva gli avvenimenti seguiti al terremoto politico-giudiziario causato dallo scandalo Tangentopoli, il sistema trasversale di mazzette con cui i partiti finanziavano illecitamente le proprie attività, il quale ebbe come conseguenza lo scioglimento di quasi tutti i grandi partiti che fino a quel momento avevano caratterizzato la politica nazionale.
In queste memorie Craxi esprime tutta la sua amarezza di fronte al sistema che lui stesso definisce “dei due pesi e due misure”, tramite il quale ci si è accaniti sugli esponenti di alcuni partiti come Psi e Dc, cercando (e trovando) dei capri espiatori su cui far ricadere tutte le colpe, sorvolando invece sulle responsabilità di altre fazioni, soprattutto il Pci e chiudendo un occhio, se non tutti e due, quando si è trattato di procedere contro grandi gruppi imprenditoriali, sia pubblici che privati, i quali, secondo l’ex premier, erano tra i principali attori del sistema di corruzione di cui tutti sapevano ma che nessuno ha mai condannato apertamente.
Nelle pagine di quest’opera vengono illustrate le vicende del periodo di Mani Pulite da un punto di vista nuovo che, in tutti questi anni, non è mai stato raccontato; Craxi infatti condanna l’ondata di giustizialismo che ha pervaso sia la politica che la stampa, stigmatizzando la volontà di “portare in piazza i processi” il cui fine, secondo l’ex segretario socialista, era unicamente quello di decapitare un’intera classe politica per fare una “falsa rivoluzione” che avrebbe dovuto portare ad una “Seconda Repubblica” che, osserva, sarà soltanto una brutta copia della Prima.
Viene infatti presentata una carrellata di personaggi: politici (Giuliano Amato, Giulio Andreotti, Silvio Berlusconi, Massimo D’Alema, Francesco Cossiga, Gianfranco Fini, ecc.), funzionari di stato come Romano Prodi, membri del pool di Milano come Antonio Di Pietro e Gherardo Colombo (definiti “gli angeli vendicatori”), raccontati da Craxi con ironia di fronte alla loro ipocrisia ed ai loro tentativi di salvare il salvabile, di riciclarsi sulla nuova scena politica che si stava delineando o di fare carriera sfruttando le nuove condizioni che si erano generate.
Questo libro racconta in un certo senso l’ottica dello statista; l’uomo che ha contribuito a portare l’Italia tra i grandi del mondo, sul quale sono state fatte ricadere le colpe di un intero sistema malato e che, da oltremare, vede il proprio paese precipitare in un baratro di ingovernabilità, mentre il suo peso in campo internazionale, guadagnato nei quarant’anni precedenti, va scemando nelle mani di governi che, nonostante siano dei presunti portatori di una rinata moralità, non si sanno dimostrare all’altezza delle nuove sfide che attendono la nazione.
Sicuramente, in questi suoi scritti, Bettino Craxi fornisce ai lettori un contributo di chiarezza su una storia che, troppo spesso, è stata raccontata da chi ne è uscito vincitore.

da Notizie Geopolitiche



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