"Quali sono le conseguenze di dare alla luce il tuo fidanzato morto?"Womb dovrebbe essere visto considerando da un lato l'aspetto etico-morale delle possibilità eugenetiche (che ci prospetta il futuro), e dall'altro la trama stessa del film che è quasi malsana, ma decisamente coinvolgente - e che forse conviene leggere prima di lanciarsi nella visione.
La protagonista, Rebecca, da bambina diventa amica di un altro bambino, Tommy, e, quando le loro strade si separano, l'unico perno fisso attorno cui lei costruirà la sua vita, sarà proprio il ricordo di quest'amicizia e di questo bambino. Ad un certo punto Rebecca, però, torna nel paese dove viveva Tommy e, sebbene siano passati dodici anni dall'ultimo loro incontro, i due si ritrovano e vanno d'accordo come se non si fossero mai allontanati. Il loro amore, comunque, non è destinato a durare, poichè Thomas muore in un incidente. Rebecca inizia dunque a considerare l'idea della clonazione e, alla fine, decide di cresce il feto - che sarà il clone di Tommy - nel suo grembo: in questo modo, lei sceglie e accetta di vederlo crescere come bambino, in attesa che diventi l'uomo che
La vicenda è molto vicina al mito di Orfeo ed Euridice, com'era descritto nelle Metamorfosi di Ovidio. Invero, è l'amore che spinge Rebecca a "riportare dal regno dei morti" il suo amato - così come Orfeo aveva provato con Euridice. Un altro mito che compare nel film è quello di Edipo, che raggiunge il suo climax nella scena finale del film, già facilmente prevedibile dopo i primi quaranta minuti di visione.
La spinosa questione della clonazione è presentata nel film come una sorta di ultima spiaggia a cui la debolezza umana - ciò che controlla le azioni di Rebecca - si aggrappa, quando una persona non è in grado di superare una perdita, accettando che ciò che una volta era, ora è solo un ricordo.Si può dire con certezza che, nonostante il tema insolito, il film si regge bene, al punto che anche le pause e i silenzi sono in grado di trasmettere emozioni. Il mare come metafora del liquido amniotico e le inquadrature fredde ma ricche di emozioni e poesia, appaiono talvolta ridondanti e spesso disturbanti, ma mai noiosi.Il regista gestisce in modo delicato e attento, anche i minimi dettagli che stanno alla base del rapporto tra Rebecca/Tommy e successivamente tra Rebecca/clone. Il regista rappresenta perfettamente i gesti e le attenzioni di una donna, Rebecca, che cresce un bambino, Tommy, e lo fa attraverso l'amore di una madre, che si fonde con l'affetto e l'amore di un'amante - il tradizionale bacio sulla fronte di una madre al suo bambino, diventa per Rebecca un bacio sul collo del suo amato.
La performance del cast è spettacolare. Eva Green è sempre a metà tra il fascino charming e quello disturbing e le sue espressioni compiaciute ogni volta che guarda il suo bambino/amante crescere, mettono davvero i brividi. Sebbene fino ad ora erano noti per lo più per i loro ruoli in TV, Matt Smith e Hannah Murray hanno dato prova qui di essere sicuramenti degni di ruoli più importanti, anche se insoliti e difficili. Matt Smith da vita a due personaggi che, almeno all'apparenza, sono identici ma che, in realtà, non potrebbero essere più diversi nelle loro azioni e lontani tra loro. In particolare, Matt da al clone un leggero accenno d'instabilità mentale, innescato nel momento in cui Rebecca gli spiega perchè e come è stato concepito. È stato anche carino vedere Hannah Murray sullo schermo, anche se per poco e relegata in un ruolo minore.