Tre mini recensioni, perché di scrivere righe in più di questi romanzi proprio non sono riuscita né, francamente, mi andava. Letti la scorsa estate, non mi hanno colpita o entusiasmata, quindi poche parole sono più che sufficienti per esporre i punti che non mi tornano.
Buona giornata, amici!
Titolo originale: My favourite mistake
Serie: My favorite mistake #1
Autrice: Chelsea M. Cameron
Traduttore: Luigi Bertolini
Editore: Harlequin Mondadori
Anno: 2014
Pagine: 400
Fin dal loro primo incontro, Taylor Caldwell non sa se desidera baciare o prendere a pugni Hunter Zaccadelli, il suo nuovo coinquilino. Da una parte Hunter è un affascinante ragazzo dagli occhi blu, irresistibile e pieno di charme. Dall’altra è il tipico bad boy, con la chitarra sempre in mano e il corpo coperto di tatuaggi. Forse è per questo motivo che Taylor ha paura di innamorarsi di lui, non vuole restare scottata e quindi è necessario che Hunter se ne vada… prima che sia troppo tardi. Anche Hunter ha avuto le sue delusioni e i suoi dolori nel passato, ma Taylor ha una risata così sexy e inoltre non gliene fa passare una liscia! Insomma non può darsi per vinto facilmente e le propone una scommessa: se lei riuscirà a convincerlo che lo odia o lo ama sul serio, lui se ne andrà dall’appartamento, lasciandola finalmente in pace. Ma quando il passato riemerge all’improvviso Taylor deve decidere: fidarsi di Hunter confidandogli il suo segreto più nascosto o fare tutto il possibile per vincere la scommessa e allontanarlo per sempre.
Io adoro i personaggi tormentati, sono quelli che in fondo in fondo sanno smuovere più passioni, ma quando non hanno alcun senso e si comportano semplicemente come psicolabili preferisco dire “no, grazie, magari un’altra volta”. Ed è quello che avrei voluto dire a questo libro fin dalla prima apparizione della sua protagonista, ma poi la noia in un pomeriggio in cui di studiare proprio non ne avevo ha vinto e allora mi son lasciata coinvolgere. Ed è stato semplice: è una lettura che scorre via velocemente, con picchi di tenerezza inaspettati e momenti di elettrica tensione. Ma qualcosa continuava a stonare e mi impediva di lasciar sbiadire tutte le critiche che mi venivano in mente andando avanti con la lettura. Perché nei libri, cerco qualcosa di più, solitamente, anche poco poco, un briciolo di coinvolgimento maggiore di quello che ho sentito e personaggi che siano coerenti a se stessi e al loro passato. Cosa che non è Taylor, neanche per un secondo. Se odiarla non appena Hunter suona il campanello e lo accoglie sbraitandogli contro perché è un maschio e il menarlo dopo cinque minuti averlo conosciuto (povero cristo, non è colpa sua se la segreteria studenti lo ha messo nel suo stesso appartamento) non bastassero, ci aggiungiamo che ogni cosa che fa o dice non ha senso. Perché, amici, dare la colpa al segreto che si porta dietro è troppo semplice, così semplice che dopotutto non mi va di concedere tutto solo in virtù della sua esistenza. Un segreto che comunque non giustifica la cattiveria gratuita verso di lui solo perché uomo, men che meno dopo due secondi che lo ha conosciuto e non ha ancora detto una sola parola.
Forse sono io fissata ed ho bisogno di sentire i personaggi fuoriuscire dalle pagine con le quali nascono, ma fatico a credere all’esistenza di una persona come Taylor. Se esistesse, ad ogni modo, non avrebbe bisogno di un ragazzo che la ami e gliele lasci vincere tutte quante come più vuole, perché non esiste logica in quel che fa ma soltanto motivi campati in aria che usa come scuse per comportarsi come un’insensibile egoista sempre e comunque, anche quando una scusante non c’è. Quindi, dico no, ma se cercate una lettura che saprà non coinvolgervi da leggere nell’ozio più totale e che filerà via come Speedy Gonzales, questa potrebbe fare al caso vostro.
La serie My favorite mistake è composta da romanzi autoconclusivi: Il mio sbaglio preferito – My favorite mistake | La mia fuga più dolce – My sweetest escape
Voto: ❤❤
Titolo: AvvicinatiTitolo originale: Connected
Serie: Connections #1
Autrice: Kim Karr
Traduttore: Maria Laura Martini
Editore: Newton Compton
Anno: 2014
Pagine: 450
Nel mondo di Dahlia London non esistono più felicità e lieto fine. La sua anima è stata completamente distrutta da una tragedia. Ma quando la rock star River Wilde torna nella sua vita, il loro rapporto diventa subito strettissimo, al di là di qualsiasi previsione. Più tempo trascorrono insieme, più intensa ed erotica si fa la loro relazione: Dahlia è convinta di aver finalmente trovato l’anima gemella. Ma i fantasmi del passato riemergono e Dahlia comincia a sentirsi in colpa e confusa. River ce la mette tutta per farla sentire meglio, ma se ciò che è stato rifiuta di rimanere sepolto, come sarà possibile per loro pensare a un futuro?
Non mi aspettavo niente, ed ho fatto benone. Perché, fondamentalmente, una Storia (la maiuscola non è un caso) non c’è. Succedono un sacco di cose che potevano benissimo non avvenire e niente avrebbero tolto alla linea di fondo del romanzo, visto che poco essenzialmente aggiungono, se non tribolazioni su tribolazioni degne di una fanfiction mal scritta che si legge lo stesso pur di vedere la fine e poter dire che si viveva benissimo senza. Ma facciamo che vi riassumo la trama in pochissime parole? Bene, eccola: Dahlia (che di cognome fa London e non è di Londra come in traduzione è diventata – ho letto l’edizione in lingua originale e giuro che no, non viene neanche alla lontana dall’Inghilterra) manda avanti la sua vita come si fa quando non si ha più un motivo per viverla, avendo perso il fidanzato in seguito ad una rapina finita male; questo fino a che incontra il cantante di una popolare band, River Wilde, ovvero, come se avessi davvero bisogno di dirvelo, un sogno erotico che cammina ed è tutto quello che ogni ragazza vorrebbe trovarsi davanti in un incontro di lavoro. Se non che i due si siano già conosciuti qualche anno prima – prima del successo, prima della morte del fidanzato di lei – e l’attrazione fosse già fin troppo evidente per essere ignorata. Ma così è successo. Per cui, foste in River e vi ritrovaste davanti il clamoroso due di picche che vi ha tormentato per cinque anni, lo lascereste scappare?
Boh, amici, non ho ancora ben capito cosa pensarne, solo che mi ha dato un certo senso di fastidio. Ho come l’impressione che bastasse un approfondimento in più sul carattere dei protagonisti (specialmente su Dahlia che si ricorda di aver perso il ragazzo solo quando fa comodo inserire un po’ di dramma nell’azione), qualche tratteggio su quelli che invece rimangono solo macchiette indefinite sullo sfondo, e magari avvenimenti che avessero un senso e non buttati nel marasma alla cieca. Due cuoricini, solo perché in fondo il finale lascia interdetti e spinge – forse! – a continuare la serie (il secondo volume è uscito giusto un mesetto fa), sperando che ne esca fuori qualcosa di meglio.
La serie Connections è così composta: #1 Avvicinati – Connected | #2 Se te ne vai ti aspetto – Torn | #2.1 Torn epilogue | #2.5 Dazed | #3 Mended | #3.5 Blurred | #4 Frayed | #5 Flawed
Voto: ❤❤
Titolo: Due varianti di meTitolo originale: Fractured
Autrice: Dani Atkins
Traduttore: Ilaria Katerinov
Editore: Fabbri
Anno: 2014
Pagine: 285
Cosa faresti se il destino ti offrisse una seconda possibilità? Rachel ha vent’anni, amici meravigliosi e tutto il futuro davanti. In tasca, la lettera di ammissione alla più prestigiosa scuola di giornalismo inglese. Poi, una terribile disgrazia. E due vite diverse che l’aspettano. Cinque anni più tardi… Per la prima volta da quella notte fatale, Rachel sta tornando nel paesino in cui è cresciuta. Sul volto ha una cicatrice, a ricordarle in ogni istante il segno indelebile dell’incidente che ha infranto i suoi sogni e le ha portato via il suo migliore amico. Ma quando per una caduta banale batte la testa e si risveglia in ospedale, tutto intorno a lei è cambiato. E come se il suo mondo, dal momento dell’incidente, avesse preso un binario diverso. Ora ha il lavoro che ha sempre desiderato, un elegante appartamento a Londra, e il suo migliore amico è lì, accanto a lei. Sarebbe bellissimo se l’orologio fosse tornato indietro. Ma la vita non funziona in questo modo… o sì?
Cosa succede se Sliding doors viene rivisitato e perde la sua forza? Cosa succede se al posto della sempre figa (di legno, ma okay, glielo concediamo) Gwyneth Paltrow ci ritroviamo una scialba signorina che, dopo aver battuto la testa cadendo, si ritrova nel favoloso mondo perfetto in cui ha il lavoro dei suoi sogni, vive in un appartamento bellissimo nel centro di Londra, è fidanzata con l’amore della sua vita e il suo migliore amico, morto tragicamente per salvarle la vita anni prima, è al suo fianco non appena riapre gli occhi? Succede che ci ritroviamo in un mondo surreale, in cui gli avvenimenti si susseguono come palline di flipper impazzite e non lasciano il tempo di digerire una scoperta per sbattercene un’altra dritta in faccia. Cose che fan girare la testa e penalizzano una narrazione che già non aveva dalla sua la scorrevolezza del testo e un’idea innovativa o, se non altro, un’idea che, benché per niente nuova, sviluppata in modo differente.
Facilmente intuibili i colpi di scena, goffa la caratterizzazione dei personaggi, inevitabile annoiarsi leggendo e sperare di arrivare alla fine più velocemente possibile. Non mi aspettavo grandi cose, e forse per questo non ne sono affatto delusa. Lo vedo bene come film, un parallelo tra la vita completamente diversa che Rachel ha dopo l’incidente che ha scombussolato tutti i suoi piani e quella che avrebbe potuto avere se tutto fosse filato liscio come l’olio e tutti fossero riusciti a scamparla indenni da quell’auto impazzita piombata sul loro futuro. Un interessante confronto che forse rivela che la vita, sotto ogni forma e con i suoi mezzi, trova sempre il modo di creare il finale che aveva immaginato per noi. Ma in fondo – mi ripeto – abbiamo già Sliding doors e ci va benone così.
Voto: ❤❤