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Recensioni - "L'eredità di Hyde” di Enzo Verrengia

Creato il 27 febbraio 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH

Recensioni Letteratura Horror ha il piacere di presentarvi la recensione de “L'eredità di Hyde” di Enzo Verrengia (Edizioni Piemme) a opera del nostro lettore Michele Protopapas
L’eredità di Hyde, edito da Edizioni Piemme, è il terzo romanzo di Enzo Verrengia, scrittore di indubbio talento e dai poliedrici interessi che spaziano dal giornalismo di cronaca e di costume alla fiction letteraria, nella quale dimostra particolare impegno verso il thriller e la fantascienza.

L’eredità di Hyde non è quindi solo un romanzo horror, ma spesso acquista i tratti di una ricostruzione storica che lega vicende e personaggi reali secondo trame immaginarie, ma verosimili, talmente dettagliate da sembrare a volte quasi lo sviluppo necessario della storia degli ultimi due secoli, spesso più credibile di quanto abbiamo imparato ad accettare dai libri di storia. All’interno di questa Storia europea fittizia i fatti storici e le scoperte scientifiche reali si annodano alle leggende e all’esoterico, con una maestria che deriva sicuramente da un lavoro meticoloso da parte dell’autore nella raccolta ed elaborazione di informazioni sulla storia della tecnologia e della scienza. Inevitabilmente ciò porta ad un narratore a volte fin troppo onnisciente (ma è qualcosa a cui mi sono abituato presto e anzi poi ho apprezzato), e ad una minuziosa attenzione riguardo la storia, i particolari descrittivi e addirittura dei marchi di fabbricazione dei marchingegni o delle armi usate dai protagonisti, che molti lettori apprezzeranno, ma che a qualcuno potrà forse sembrare ridondante.
Il romanzo, come intuibile dal titolo, sembra inizialmente volere essere una plausibile continuazione de Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde di Robert Louis Stevenson, ma, senza voler svelare i particolari della trama, più che una continuazione il romanzo di Verrengia ingloba al suo interno quello di Stevenson, creando quindi qualcosa di assolutamente nuovo.
Per ciò che riguarda il plot principale, non rivelando nulla che non sia già anticipato in quarta di copertina, dopo un prologo a dire il vero un po’ spiazzante (ma che aiuterà l’interpretazione di alcuni capitoli centrali), la storia prende inizio dalla scoperta da parte dell’avvocato Utterson e dell’ispettore Newcomen della fuga di mr. Hyde dalla stanza in cui sembrava essersi avvelenato. Ciò che c’è da sapere sul romanzo di Stevenson è riassunto nel capitolo zero, quindi la lettura de Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde non è propedeutica a L’eredità di Hyde, ma a mio avviso il romanzo di Stevenson è comunque una lettura che deve far parte del background di ogni amante dell’horror e del fantasy.
Dal momento della scoperta della sua fuga, Utterson e Newcomen cercheranno di fermare quello che fu il dr. Jekyll, ma i piani criminali di Hyde saranno ben più ambiziosi del pestaggio della bambina e dell’uccisione di sir Danvers Carew narrati nel romanzo di Stevenson, e sembreranno seguire un’apparente illogico crescendo di violenza e pazzia fine a se stessa, ma che nascondono in realtà scopi ben precisi.
Nonostante in qualche capitolo sono state descritte scene di sesso, ho personalmente apprezzato il fatto che queste non hanno mai esposto più del necessario al fine della storia e sottolineo il fatto che l’autore ha evitato il rischio di cadere nel paranormal romance, tanto di moda nell’ultimo decennio, riuscendo invece a scrivere un horror dallo stile classico, sulle orme del romanzo di Stevenson, nonostante una narrazione a volte non lineare (espediente necessario per non appesantire la lettura di un romanzo di quasi quattrocento pagine).
Concludo sostenendo che sono stato fortunato a leggere questo romanzo e lo consiglio a chiunque abbia apprezzato l’originale di Stevenson, ami la letteratura horror classica o i romanzi di Sir. Arthur Conan Doyle. Senza volere svelare oltre, mi limito ad anticipare che tra le pagine di questa storia costoro ritroveranno alcune care vecchie conoscenze, e spero lo apprezzino come ho fatto io.

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