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Recensioni - “Piccole storie oscure” di Tina Caramanico

Creato il 04 aprile 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH
Piccole storie oscure di Tina Caramanico“Piccole storie oscure” di Tina Caramanico (0111 Edizioni) è l'antologia recensita quest'oggi da Letteratura Horror
I racconti brevi di Tina Caramanico aderiscono perfettamente all'idea del thrillerdella porta accanto”: storie nate da una quotidianità ipotetica e riconducibile ad un presente reale, terribile, ovvero quello prodotto dallo stratificarsi di un'emotività umana portata all'estremo, amplificata fino a sostituire il fatto “obbiettivo”. L'opera della Caramanico è in effetti priva di riferimenti a mondi fantastici (vi si trovano al massimo degli spiriti, ma non è una costante).
Storie di omicidi, di vendette, di strani giochi erotici, persecuzioni, follia: episodi che si strutturano in una girandola di suggerimenti a cui il lettore viene progressivamente abituato, dai quali rimane coinvolto.Piccole storie oscure sembra inoltre essere dotata di due diversi registri: uno più colloquiale, l'altro quasi “cinematografico”; i quali tuttavia non si avversano reciprocamente, bensì paiono fondersi in soggetti i cui ciò che è attuale, contemporaneo, si mischia con ciò che è epico – in una corda che più o meno a lungo, di volta in volta, viene tesa dalla “moira” Caramanico.La suspense, infatti, non scema mai, la tensione resta alta per tutta la durata del racconto, e spesso spegnerla non basta. Ciò vale, ad esempio, per Single, Il temporale e Ti ricordi: racconti che, attraverso tecniche di scrittura che lasciano intuire l'ottima formazione letteraria dell'autrice, mettono in gioco strategie narrative argute, ovvero scelte stilistiche mai banali o superflue.La maggior parte dei testi contenuti in Piccole storie oscure confermano la centralità dell'intreccio, che detiene una sorta di privilegio anche sul finale – spesso poco “ghiotto” di una vera e propria conclusione.Tutti i personaggi si distinguono, e non se ne trova mai uno uguale ad un altro. La maggior parte sono vittime, ma non mancano i carnefici, la cui psiche è raccontata senza alcuna intromissione “scientifica”: alcun tentativo di classificare o di ordinare fenomeni di pazzia, di rabbia, di confusione omicida.
Piccole storie oscure è in questo senso una raccolta utile ad allenare la mente, ovvero a percepire la quinta essenza del macabro – che è l'ordinario.
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